Addio a Guglielmi, l’intellettuale della tivù

lunedì 11 luglio 2022


Angelo Guglielmi non c’è più. L’intellettuale della tivù si è spento nel sonno questa notte, all’età di 93 anni. Un critico letterario, saggista e giornalista che ha fatto la storia di Rai 3. Della terza rete, Guglielmi è stato direttore dal 1987 al 1994, sotto il controllo del Pci. Ha lanciato programmi di successo, diventati autentici fenomeni di culto. Ha “scoperto” personaggi come Corrado Augias, Michele Santoro, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara e Daniele Luttazzi.

Originario di Arona, in provincia di Novara, dove nasce il 2 aprile del 1929, nella sua lunga e attivissima vita se ne nascondono almeno quattro: quella del critico letterario, del direttore della terza rete televisiva, del presidente dell’Istituto Luce e infine dell’assessore alla Cultura per il Comune di Bologna, oltre che di affermato editorialista e prolifico scrittore. Nel 1954 supera il concorso per entrare alla Rai. Tra i programmi da lui ideati figura Bontà loro, storica trasmissione condotta da Maurizio Costanzo. Prima di divenire direttore di Rai 3, è a capo del Centro romano di produzione Rai di Via Teulada. Alla terza rete dà vita a una rete audace e innovativa, creando quella che è stata battezzata la tivù della realtà.

Sotto la sua direzione nascono programmi come Samarcanda, Blob, Telefono giallo, Quelli che il calcio, La tv delle ragazze, Avanzi, Mi manda Lubrano, Chi l’ha visto?, Ultimo minuto e Un giorno in pretura. Lo share medio della rete passa in pochi anni da meno dell’1 per cento ad oltre il 10 per cento. Dal 1995 al 2001 Guglielmi è anche presidente e amministratore delegato dell’Istituto Luce. Dal 2004 al 2009 viene chiamato da Sergio Cofferati nella giunta comunale di Bologna, in qualità di assessore alla Cultura.

Dal 2001 al 2004 è membro del Comitato di consulenza dell’Enciclopedia del cinema edita dall’Istituto della Enciclopedia italiana. Guglielmi è stato amico di scrittori che hanno fatto la storia del Novecento. È tra i fondatori del collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63, con Umberto Eco e Edoardo Sanguineti, Beniamino Placido, Alberto Arbasino. Scrive per Paese Sera e per il Corriere della Sera, nonché su numerose riviste.

Per anni è il critico letterario di punta de L’Espresso. Scrive fino a tarda età per Tuttolibri – Stampa e cura un blog negli ultimi anni di vita sul sito Internet del Fatto Quotidiano. Numerose le pubblicazioni, alcune delle quali scritte a quattro mani con Stefano Balassone, suo vice alla guida di Rai 3. Particolarmente nota la trilogia, che scrive negli anni Sessanta, dedicata a Michelangelo, Dante e Cavour. Tra le altre opere Avanguardia e sperimentalismo (1964), Vent’anni di impazienza (1965); Vero e falso (1968); La letteratura del risparmio (1973); Carta stampata (1978); Il piacere della letteratura (1981); Trent’anni di intolleranza (mia) (1995); Il romanzo e la realtà (2010).

In occasione dei suoi 90 anni esce la sua ultima fatica letteraria (edita da La Nave di Teseo), Sfido a riconoscermi – Racconti sparsi. Un racconto fitto di incontri letterari e personali: da Gadda ad Arbasino, da Calvino a Eco, da Moravia a Pasolini dal Neorealismo ai reality in tivù. “Angelo Guglielmi – scrive Fazio su Twitter – ha cambiato la tivù rendendola contemporanea e imponendo una rigorosa linea narrativa alle cose che faceva: la tivù come racconto della realtà. Gli devo moltissimo”.


di Eugenio De Bartolis