Sospesi… non lo siamo forse un po’ tutti?

mercoledì 15 giugno 2022


Non ho la commozione facile. Neanche quella cerebrale perché ho la testa dura, ma leggere il primo capitolo del nuovo libro di Raffaella Regoli, #Sospesa dalla pandemia alla guerra, diario di una giornalista libera e fuori dal coro, pubblicato per Arianna Editrice, è riuscito nell’ardua impresa. Non soltanto perché è un libro scritto con due rare doti che ammiro grandemente sia negli uomini, sia nelle donne: passione e coraggio. Due virtù oggigiorno sempre più rare in questo mondo di pusillanimi e tremebondi. Un mondo di vili, di codardi, di servili signorsì convinti d’essere invece “uomini liberi”. Raffaella con questo suo diario di tre mesi lo è e lo dimostra veramente. E poi è scritto bene, in un bell’italiano che scorre veloce e comprensibile senza mai scendere di livello, il che è un’altra rarità, con pagine forti come l’acciaio e morbide come la seta, dolce e violento come è la vita a volte, accarezza e schiaffeggia senza pietà ma con una compassione di fondo che però non fa sconti all’ipocrita perbenismo di un intero popolo sottomessosi volontariamente all’ingiustizia conclamata di ben altri poteri, che forse, concedetelo ad un vecchio “complottista-terrapiattista” qual è il sottoscritto, non sono neanche così umani né naturali.

Un “diario di bordo” che mi dimostra, ancora una volta, come per comprendere più ancora del testo, colui che lo ha steso, siano i “cappelli” introduttivi a molti capitoli, ovvero quelle brevi frasi, riportate da altri scritti di altri autori. Devo dire che a parte quella dei Maneskin, ma voi capirete che per chi è cresciuto con David Bowie, costoro non rappresentano che una pallida e lontanissima copia malriuscita, tutte quelle riportate sarebbero potute essere scelte da me, a cominciare dagli “aforismi” dell’anarchico di sinistra Bertold Brecht, per continuare con lo sciamanico Jim Morrison e terminare con l’anarchico di destra Frank Herbert. #Sospesa dunque ci parla del limbo nel quale tutti ormai siamo, in un mondo che non immagina più la distopia ma la vive quotidianamente, e se non siamo ancora necrofagi come nel nominato da Raffaella, Soylent Green, vogliono comunque farci nutrire di insetti e carne creata in laboratorio. Mi ha fatto personalmente piacere vedere poi quanto la letteratura ed il cinema di genere “fantascientifico” faccia spesso capolino tra le righe del libro, dimostrando così come l’autrice abbia ben compreso come la narrativa di Sf sia non puro escapismo né solo divertimento, ma un veicolo potente per parlarci del mondo di oggi e di quello futuro, spesso anticipandolo con una potenza visionaria quasi profetica.

La calda e sentitamente favorevole accoglienza durante le presentazioni che questo libro sta avendo in tutta Italia, dimostra infine, in maniera oggettiva anche a chi può, nella propria irrevocabile libertà, di non pensare e dire ciò che sostiene l’autrice, quanto raccontatovi parli e arrivi direttamente al cuore, e forse all’anima, di quegli uomini che ancora, più che restare umani, troppo umani, hanno mantenuto il “ben dell’intelletto”, di cui parlava un altro grande, immenso… “sospeso”.

#Sospesa dalla pandemia alla guerra, diario di una giornalista libera e fuori dal coro di Raffaella Regoli, Arianna Editrice di Macro Edizioni 2022; collana: Un’altra storia, pagine: 192, brossura, 15 euro.


di Dalmazio Frau