Due presentazioni tra narrazione e linguaggio

venerdì 10 giugno 2022


Nei mesi passati ho presentato un libro tra il poliziesco e l’avventuroso, Rosso Romano di Nicoletta Latteri. Libro scorrevole con personaggi che sembrano diluiti ma si precisano. È un libro non estremizzato negli aspetti orrendi delittuosi. Un delitto c’è ovviamente, un poveraccio. Pescetto, ucciso e gettato tra gommoni, poi sequestri e rapimenti. Ma Nicoletta Lattere stempera i lati torvi, sanguinari che spesso gravano tali narrazioni. Di tutt’altra natura è il libro di Franco Mieli, che ho pure presentato, Il ciclo dei martiri (Leone Editore, 285 pagine, 13,90 euro), il quale invece, se non esprime l’eccesso patisce una limitazione. Mieli ha delle formulazioni apprezzabili nell’aspetto di tecnica narrativa. Rende parallele diverse situazioni con personaggi diversi e, dicevo, si addentra in modo spietato nella rappresentazione più estrema.

Si tratta di delitti così inferociti, annientanti, e vengono descritti nella maniera più netta, visibile, dettagliata. Uccisi in successione rapidissima sacerdoti, novizio, monache, donne, secondo una precisa deliberazione. Rispecchiare il martirio di personaggi appartenenti al cattolicesimo raffigurati in un quadro del Pomarancio, secoli XVI/XVII. Le raffigurazioni stanno nella chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma, ad ogni quadro dei martirizzati è apposta una frase latina e le persone uccise subiscono la stessa sorte dei raffigurati nei quadro, una lastra marmorea riporta la frase, in latino, dicevo. Chi può essere talmente maniaco, malato, vendicativo, invelenito contro lumanità, sacrilego, da uccidere tante persone, e per quale motivo? Vari soggetti investigatori cercano di venirne a capo e Mieli fa la rappresentazione di questi personaggi, dei luoghi, degli orari, mettendoli in parallelo, il che è una tecnica narrativa antica, ma efficace sempre. è come seguire dal vivo la situazione.

Altrettanto riuscita la raffigurazione dei personaggi, la giornalista invaghita delusa che però “rimedia” altrimenti, la sorella di una donna scomparsa anche lei invaghita delusa, e il protagonista Massimo Cerci, che non riesce a oltrepassare la tragica fine dei suoi congiunti e scade in una malinconia sulla china del rifiuto della vita. Ma l’indagine in ogni caso avanza e pare certo che responsabile di tali cruenti delitti sia una donna che voleva essere uomo e soprattutto gesuita, ma, scoperta donna e scacciata, si ripaga con quei delitti. Ma è così? Abbiamo trovato l’assassino? L’assassino lo scoprirà chi legge il libro. Voglio sottolineare un punto che riguarda sia Latteri che Mieli ed è la scrittura. Latteri ha una scrittura lenta, lunga, Mieli concentrata, rapida, ma in entrambi vi è l’attenzione alla narrativa, meno al linguaggio, è un fenomeno corrente, un linguaggio più comunicativo che espressivo.

Non so, è come se narrare fosse un modo del parlato, delle frasi correnti. Questo non necessariamente incide sulla capacità narrativa. Mieli è un narratore, monta la narrazione, la sospende, fa sorgere voglia di avanzare nella lettura, ma non riesco a comprendere perché si ha meno attenzione al linguaggio che alla narratività e non sottolineerei la circostanza, non fosse che la vedo diffusa, chissà perché, forse per venire incontro al lettore o per minor fatica espressiva. In ogni caso apprezzabile questa disposizione al narrare. È uno degli aspetti fondamentali della civiltà, il narrare. Lessere “presi” nellimmaginario.

La susseguenza interessante degli avvenimenti. Entrambi gli autori collocano le loro realtà irreali nella Roma reale. Sembra di camminare insieme. Dovremmo obbligare a leggere almeno un romanzo a bimestre, per dire. Assurdo che non si dia valore alla facoltà narrativa. Il narrare è il risvolto espressivo della vita. La presentazione di entrambi i libri è dovuta alla Associazione culturale Il cibo e larte, della operosa Loredana Paolesse e suoi collaboratori. La presentazione del libro di Franco Mieli si terrà in Via della Lungaretta 164, Roma il 14 giugno, ore 18.30. Elegantissimo Ritrovo. Brani del libro di Franco Mieli saranno letti da Riccardo Moccia, con la drammaticità che gli è propria.


di Antonio Saccà