Pasolini alle Terme di Diocleziano

mercoledì 13 aprile 2022


Un ricordo a 100 anni dalla nascita

Provando a voltare le spalle ai tanti, troppi eventi negativi che stanno caratterizzando questo 2022 (senza mai dimenticarli, ma solo per guardare anche ad altro), ci accorgiamo che in questo anno funesto (l’ennesimo), ricorrono tanti anniversari di personalità della cultura: cinquant’anni dalla morte di Dino Buzzati, sessanta da quella di Hermann Hesse, cento da quella di Marcel Proust. E poi anniversari dalla nascita: cento anni per Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Adolfo Celi, Luciano Salce, Pier Paolo Pasolini, nati tutti nello stesso anno (e ce ne sarebbero altri, che annata!). Proprio per quest’ultimo, Roma Capitale ricorda lo scrittore-saggista-poeta-regista-sceneggiatore-pittore-intellettuale con un anno di eventi su tutto il territorio cittadino con PPP100 Roma racconta Pasolini un calendario di eventi promossi dal Comitato nazionale per le celebrazioni della nascita di Pier Paolo Pasolini.

Tra questi, alle Terme di Diocleziano dal 13 aprile al 12 giugno 2022 c’è Hostia. Pier Paolo Pasolini, il progetto espositivo ideato dall’artista Nicola Verlato ispirato alla morte del finissimo intellettuale. L’esposizione si articola in una serie di declinazioni artistiche: dipinti, sculture, disegni, progetti architettonici, musiche e video realizzati dall’artista in dialogo con le grandi aule delle Terme che accolgono il ricordo della tragica morte di Pier Paolo Pasolini avvenuta all’idroscalo di Ostia nella notte tra il I e il 2 novembre del 1975. La mostra parte da un dipinto che sembra una pala d’altare e mostra il corpo di Pasolini mentre attraversa a ritroso la propria vita. Altre opere pittoriche di grandi dimensioni approfondiscono ulteriori aspetti collegati alla rappresentazione del dipinto principale.

Un fregio lungo oltre undici metri, una scultura a dimensioni reali che ritrae in modo realistico Pasolini, alcune teste scolpite, ma anche proiezioni video e musiche sinfoniche che accompagnano il percorso espositivo. La mostra si arricchisce poi di una selezione di fotografie tratte dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che ritraggono Pasolini in occasione di eventi pubblici documentati dall’agenzia fotografica fra 1959 e 1968. Il progetto è curato da Lorenzo Canova, con la partecipazione, tra gli altri, di Vittorio Sgarbi, Umberto Croppi e Miguel Gotor. Prodotto e organizzato da Associazione MetaMorfosi e Museo nazionale romanoTerme di Diocleziano con il sostegno di Intesa Sanpaolo e il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e della Quadriennale di Roma. Proprio Nicola Verlato, che ha scelto il quartiere periferico di Torpignattara per ambientare Hostia, il murale alto dieci metri e largo sei che già rappresentava la morte dell’intellettuale, spiega che “più che un poeta, un cineasta o uno scrittore, Pasolini è un corpo che vive nella dimensione del mito, in quanto è riuscito a incarnare un destino non solo tragico ma addirittura universale. Le opere in mostra narrano la progressiva eliminazione dell’arte dalla vita e l’immensa disperazione che Pasolini esprime nelle sue ultime opere, associando il mondo a un inferno che ha perso ogni occasione di salvezza, perché l’arte, che dava senso alle cose, è stata eliminata”.

Per questo destino tragico, universale e disperato, ci consolano proprio alcune parole di Pasolini dei suoi Scritti corsari: “Ecco l’angoscia di un uomo della mia generazione, che ha visto la guerra, i nazisti, le SS, che ne ha subito un trauma mai totalmente vinto. Quando vedo intorno a me i giovani che stanno perdendo gli antichi valori popolari e assorbono i nuovi modelli imposti dal capitalismo, rischiando così una forma di disumanità, una forma di atroce afasia, una brutale assenza di capacità critiche, una faziosa passività (…) La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all’angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare” e, grazie al Cielo, Pasolini riesce ancora a farsi sentire.

(*) Nella foto in basso sono ritratti Pier Paolo Pasolini, Claudia Cardinale e Ugo Tognazzi premiati con le Grolle d’oro rispettivamente come migliore regista, migliore attrice e miglior attore, al 12° Gran premio Saint Vincent per il cinema, 4 luglio 1964 (Fotografia di Danilo Pajola) Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo.


di Paolo Ricci