sabato 9 aprile 2022
Napoleone Bonaparte è forse il personaggio storico su cui sono stati scritti più libri, circa settantamila si dice. Scriverne uno senza essere ripetitivi sembrerrebbe, pertanto, impresa impossibile. Sfida accettata con successo da Andrea Rispoli, generale dei carabinieri e autore di “Rivoli, la nascita di un condottiero” (Laurus Robuffo), interessantissimo libro che descrive una battaglia meno conosciuta ma che per la condotta della manovra dell’armata francese è considerata un cardine per lo studio della scienza militare.
La battaglia ebbe luogo il 12 gennaio 1797 e si svolse tra le truppe francesi dell’Armata d’Italia, condotte da Napoleone Bonaparte, e le forze austriache del generale Alvinczy. Un esercito moderno e motivato comandato da un generale di soli 27 anni contro un esercito di antichissima tradizione e un feldmaresciallo ultrasessantenne.
Pochi mesi prima, a seguito della sconfitta austriaca nella battaglia di Lodi, i francesi erano avanzati rapidi verso est obbligando il comandante austriaco a una ritirata prima sull’Adige e poi su Trento. I 12mila austriaci acquartierati nella fortezza di Mantova non riuscirono, per via della veloce avanzata francese, a ripiegare in tempo e decisero di asserragliarsi nella città, ben difesa e protetta da fortificazioni.
Le truppe di Alvinczy avevano tre modi per avvicinarsi a Mantova e porre fine all’assedio della città: scendere lungo l’Adige, transitare per Vicenza attraverso la valle del Brenta, o passare per la valle del fiume Chiese. Di conseguenza, Bonaparte dovette coprire tutte queste possibili linee d’avanzata e, non conoscendo le intenzioni del nemico, stese la tela per intercettare la manovra avversaria affidando a tre fidatissimi divisionari le funzioni di “antenna”. Schierò il generale Joubert nei pressi di Rivoli Veronese, sul lato est del lago di Garda, il generale Andrea Massena e le sue truppe a Verona in funzione di riserva e il generale Augerau a sud di Ronco all’Adige.
Napoleone seguiva le operazioni dal quartier generale costituito a Roverbella, non distante da Mantova, ansioso di capire qual era la vera direttrice d’attacco austriaca. Questa si rivelò il 12 gennaio quando Joubert, presso Rivoli Veronese, fu investito dall’attacco di una consistente formazione nemica. Bonaparte, resosi conto che Rivoli era il punto-chiave degli scontri, ordinò a Masséna di marciare immediatamente per quella località, dove nel frattempo Alvinczy aveva fatto convergere 28mila uomini. La vittoria francese arrivò in giornata, la conquista di Mantova due giorni dopo e, con tutta la pianura padana sottomessa, la via era libera per procedere verso l’Austria.
L’autore, aiutato nell’analisi dalla sua veste di militare, utilizza una tecnica narrativa molto coinvolgente poiché alterna la descrizione di dettagli tecnici della battaglia ad aspetti di vita quotidiana delle truppe. Si viene così a conoscenza del primo servizio sanitario militare con ambulanze sul campo, delle prime confezioni di carne in scatola, della necessità di un’assistenza spirituale che sarebbe poi confluita nell’istituzione dei cappellani militari.
Al termine della Campagna d’Italia, in soli due anni Napoleone aveva dimostrato che oltre ad essere un grandissimo generale era anche un raffinato politico. Il suo disegno era portare la libertà e fare in modo che i vecchi apparati saltassero, ma senza andare oltre un certo limite. Nelle città conquistate tentava la copertura politica prendendo contatti sia con l’ aristocrazia progressiva che con la borghesia illuminata.
Il libro infine ci illustra come Napoleone fu uno dei primi condottieri a comprendere la significativa importanza del fattore morale del soldato al quale i comandanti dovevano parlare in modo semplice e concreto oltre a fornire preparazione ed equipaggiamenti idonei alla missione. Il servizio di Intendenza era bersaglio delle sue ire se durante le sue frequenti ispezioni riscontrava insoddisfacenti condizioni specie nelle uniformi o nelle scarpe, essenziali per le lunghe marce di trasferimento.
La battaglia di Rivoli è una sintesi della dottrina militare e delle qualità di Napoleone, capace di ben pianificare le operazioni ma anche di adattarle in tempo reale a nuove circostanze sopravvenute. Molte curiosità inedite rendono la lettura agile e scorrevole e fanno conoscere un Napoleone sotto profili utili a ben comprendere gli eventi storici successivi alla Campagna d’Italia.
di Ferdinando Fedi