Visioni. “La Ferrovia sotterranea”: l’Olocausto del popolo afroamericano

venerdì 11 marzo 2022


La fuga per la libertà degli afroamericani narrata attraverso l’Odissea di una ragazza. Il racconto dell’anima nera dell’America ha gli occhi, il volto e l’intensità della splendida Thuso Mbedu, 31enne attrice sudafricana, che interpreta Cora, una schiava costretta a raccogliere cotone nella piantagione di James Randall, in Georgia. Quando la proprietà passa al fratello Terrence, donne e uomini schiavizzati sono costretti ad assistere all’abominevole esecuzione di un fuggitivo. A quel punto, Cora è convinta dal coraggioso Caesar (il 27enne inglese Aaron Pierre) a scappare. Attraverso la Ferrovia sotterranea. Il treno li porta in Carolina del Sud. Ma dietro l’apparente civiltà progressista, si nascondono nuovi orrori. Così, Cora continua a fuggire sempre più verso Nord. Si ritrova in un villaggio in legno della Carolina del Nord, nelle lande desolate del Tennessee e nella verde Indiana.

La Ferrovia sotterranea è una serie tivù, in dieci episodi, targata Amazon Prime Video, vincitrice del Golden Globe 2022 nella categoria Miglior miniserie o film televisivo. Il progetto è tratto dall’omonimo romanzo ucronico firmato dal 53enne scrittore newyorkese Premio Pulitzer, Colson Whitehead. La regia è opera del 43enne regista di Miami, Barry Jenkins, Premio Oscar per il film Moonlight (Miglior film; Miglior attore non protagonista Mahershala Ali; Migliore sceneggiatura non originale dello stesso regista e di e Tarell Alvin McCraney). Il cineasta firma il copione del racconto audiovisivo insieme a Jacqueline Hoyt e Nathan C. Parker. La produzione è curata dalla Plan B di Brad Pitt.

L’adattamento titanico, diviso in capitoli diseguali come il libro, è scandito dall’ipnotica musica di Nicholas Brittell e dalla vivida fotografia di James Laxton. La Ferrovia sotterranea è storicamente il nome di una rete clandestina di sostegno alla fuga degli schiavi dal Sud verso il Nord degli Stati Uniti. Il racconto di Jenkins segue il realismo magico della pagina scritta. Ma non arretra mai difronte al dolore, alla paura, alla dignità di Cora. La ragazza, abbandonata dalla madre Mabel (la bellissima 31enne ugandese Sheila Atim) quando è ancora bambina, fugge costantemente dal freddo cacciatore di schiavi, Arnold Ridgeway (il magnifico attore australiano Joel Edgerton). Il cui padre è un fabbro (lo ieratico interprete scozzese Peter Mullan), promotore del “Grande spirito” e della pace, artefice di una comunità di schiavi liberati.

La Ferrovia sotterranea stordisce, commuove, appassiona. Jenkins è autore di un capolavoro che resterà della storia della televisione. Con una straordinaria forza visionaria il regista, attraverso Cora, mette in scena l’Olocausto del popolo afroamericano. Per queste ragioni, l’elemento ricorrente è la necessità della testimonianza orale che diventa documento. A ogni stazione, prima di salire sul treno sotterraneo, Cora deve raccontare la propria storia. Una terribile narrazione che rappresenta un retaggio e un monito per i posteri. 


di Andrea Di Falco