Ernest Shackleton: ritrovato il relitto della Endurance

mercoledì 9 marzo 2022


Il veliero Endurance era stato realizzato nel 1912 dal cantiere navale norvegese Framnaes Schipyard per resistere nelle acque estreme dell’Antartide. Non è un caso, quindi, che sia stato ritrovato completamente intatto nelle profondità del Mare di Weddell, a 3008 metri sotto il livello delle onde. La sonda sottomarina della missione Endurance 22, che ha filmato il relitto, è riuscita perfino a leggere la targa in lettere dorate che riporta il nome dell’imbarcazione, che nel 1915 fu scelta dall’avventuriero Ernest Shackleton per una spedizione tanto pericolosa quanto affascinante: l’attraversamento a piedi e in slitta del Continente antartico.

La nave avrebbe dovuto portare la ciurma di 28 esploratori fino al punto designato per lo sbarco, che però non venne mai raggiunto. L’Endurance si incagliò nei ghiacci del Mare di Weddell, lontana dall’obiettivo e il 21 novembre del 1915 affondò, sopraffatta dai fenomeni naturali. L’equipaggio, dopo mesi di difficoltà che misero a dura prova le loro capacità di sopravvivenza aggravate dalle scarse provviste, riuscì miracolosamente a mettersi in salvo. L’operazione di soccorso venne avviata dallo stesso Schackleton. A bordo di una lancia di salvataggio, la James Caird, percorse 650 miglia nautiche verso l’isola della Georgia del Sud, da dove partì la spedizione. Combattendo contro i mari e le onde antartiche, l’avventuriero britannico arrivò a destinazione, permettendo così il recupero del resto dell’equipaggio. Vennero risparmiate pure altre due scialuppe del veliero, la Stancomb Wills e la Dudley Docker, ma per l’Endurance non ci fu scampo. Nella cultura di massa inglese nacque così il mito della “nave perduta”, dando corda alla creazione di diversi documentari, una miniserie (chiamata appunto La Nave Perduta) della Bbc e un film televisivo del 2002 (Shackleton), con Kenneth Branagh nei panni dell’avventuriero.

A distanza di 107 anni, la leggenda si fa storia. La spedizione organizzata dal Falkland Maritime Heritage Trust è riuscita a identificare il relitto della nave che ha ispirato i sogni di avventurieri e gente comune. È vero che il veliero al tempo fosse considerato uno dei più resistenti e avanzati del suo genere, ma il suo ottimo stato di conservazione è dovuto principalmente alle basse temperature del Mare Antartico. Il fascino di questo pezzo della storia delle esplorazioni ha raggiunto anche il multimiliardario Elon Musk. Il patron di Tesla e SpaceX ha intitolato alla nave uno dei veicoli spaziali Crew Dragon, che già adesso trasportano gli astronauti verso la Stazione spaziale internazionale, e in un futuro gli eventuali turisti che vorranno villeggiare su Marte. L’essere umano, da quando si ha memoria, è in cerca d’avventura. Per adesso si gode questo ritrovamento di prima classe.


di Zaccaria Trevi