Carnevale di Venezia: una storia millenaria

martedì 15 febbraio 2022


È iniziato il celebre Carnevale di Venezia, che ha registrato subito un boom di turisti, di cui molti stranieri, già dal primo giorno. La cerimonia d’apertura ha visto sfilare in laguna un corteo di imbarcazioni tipiche, guidate da personaggi importanti dei carnevali della Serenissima di ieri e oggi. Tra questi non poteva mancare la Pantegana della festa, seguita da due imbarcazioni con a bordo i medici della peste e il toro della compagnia dell’arte dei Mascareri. Con loro anche Mara Stefanuto, la miss del Carnevale 2021, vestita con un costume creato per l’occasione da Stefano Nicolao. La giornata si è poi conclusa con il momento più emozionante di tutti, quando una sfera illuminata è stata liberata per volare nei cieli, riempiendo la laguna di un’atmosfera onirica.

L’ex Repubblica marinara quest’anno compie 1600 anni, ma è solo nel XVIII secolo che il suo Carnevale si è messo a capo di tutte le feste mascherate europee, diventandone il simbolo più celebre. Legata nell’immaginario collettivo agli eccessi e alla trasgressione, complici i dipinti rinascimentali e le opere teatrali di Carlo Goldoni, questa festa veneziana ha in realtà subito molti mutamenti prima di presentarsi a noi in questa forma. Apparso alla fine del XI secolo, originariamente il Carnevale era atto a celebrare il successo economico e politico della Serenissima. Il professore ordinario dell’università di Grenoble Alpes, Gilles Bertrand (massimo esperto del Carnevale di Venezia), ha fatto luce sull’etimologia della parola, che deriva dal latino carnem levare (privarsi della carne). Sebbene questa denominazione sia di origine cristiana, ha spiegato, le origini della festività vengono dai riti di celebrazione del passaggio dall’inverno alla primavera, durante i quali l’élite concedeva al popolo una libertà maggiore, talvolta sovvertendo il rigido ordine sociale del tempo.

Sin dal Medioevo quest’istituzione aveva lo scopo di rinforzare il legame tra i quartieri e celebrare l’indipendenza, il lusso e rendere la Repubblica di Venezia attraente agli occhi del resto d’Europa. Anche se tutte le classi sociali, effettivamente, confluivano durante il festeggiamento del Carnevale, il professor Bertrand ha fatto notare che le differenze sociali non erano eliminate, bensì venivano solo nascoste. Infatti si potevano riconoscere i rappresentanti di uno o di un altro ceto dal modo, per esempio, di indossare i costumi e le maschere. L’evoluzione della festa è arrivata nell’Ottocento a un punto in cui diventò pretesto per il popolo per darsi ai piaceri, mentre la nobiltà fuggiva dal “chiasso” nelle ville lontane dalla laguna.

Con la caduta della Repubblica marinara in mano a dominazioni straniere, rispettivamente quella francese e poi quella austriaca, arrivando fino all’Unità d’Italia, il Carnevale venne festeggiato sempre di meno, fino a scomparire con la nascita dell’Italia monarchica. È solo nel 1979, poco più di quarant’anni fa, che il Comune di Venezia ha rilanciato come iniziativa la celebrazione della festa in maschera, prendendo come modello l’estetica, i giochi e le tradizioni del periodo barocco della Serenissima, riuscendo a rilanciare a livello mondiale un appuntamento ormai quasi dimenticato.

Un avvenimento che, adesso, raccoglie nel periodo di Carnevale un’enorme quantità di turisti, stregati dalla spettacolarità, dal lusso e soprattutto dalla raffinatezza che questa città, dopo più di un millennio e mezzo, ancora conserva con orgoglio e celebra con gioia.


di Edoardo Falzon