La Berlinale 2022 “parla” italiano: con Taviani e Dario Argento

giovedì 10 febbraio 2022


La Berlinale 2022 “parla” italiano. La 72ª edizione del Festival di Berlino, che si apre oggi per concludersi il 20 febbraio, registra una nutrita presenza del nostro cinema. Alla kermesse cinematografica partecipano anche Paolo Taviani e Dario Argento. Leonora Addio, primo film di Paolo senza il fratello Vittorio e unica opera italiana in concorso al Festival di Berlino, è un film sul tempo che passa e sul ricordo di chi va via (proprio come nell’aria del Trovatore che gli dà il titolo). Un lungometraggio diviso esattamente in due parti: la prima, in bianco e nero, racconta il destino incredibile delle ceneri di Luigi Pirandello e la seconda, Il chiodo, a colori, con al centro un fatto di sangue avvenuto a Brooklyn che ispirò l’ultimo racconto di Pirandello scritto prima di morire. Il maestro dell’horror Dario Argento, che passa alla Berlinale nella sezione Gala, torna a raccontare un fatto di sangue inspiegabile attraverso il suo ultimo film, Occhiali neri. Al centro del racconto figura una giovane escort che, per sfuggire a un serial killer, va a schiantarsi contro un’auto, perdendo la vista.

L’Italia porta alla Berlinale ben quattro opere su sei dedicate all’identità di genere. Nel mio nome di Nicolò Bassetti è un documentario sulla transizione di quattro giovani da donna a uomo, passo dopo passo. Un film che come testimonial ha un personaggio di culto come Elliot Page.  L’attore, nato Ellen, il 1º dicembre 2020 ha annunciato tramite il suo profilo Twitter, di essere transgender. Protagonista di film come Juno, Inception e della serie Netflix The Umbrella Academy. Nella sezione Panorama figura Calcinculo di Chiara Bellosi, fiaba nera d’amore tra una ragazzina obesa, piena di insicurezze, e un giovane circense, molto folletto, travestito da donna, detto Amanda (Andrea Carpenzano).

Nel caso di Una femmina di Francesco Costabile è lo stesso regista “not Binary”, a dare la sua personale impronta a questa storia di rivolta contro la ‘Ndrangheta ispirata al libro di Lirio Abbate Fimmine ribelli. A produrre il film il collega Edoardo De Angelis (Indivisibili) convinto che il giovane regista calabrese, al suo esordio dopo un documentario sul giovane Pasolini, avesse la sensibilità giusta per raccontare la difficile convivenza dei generi, maschile e femminile, nella cultura ancestrale della ‘Ndrangheta. Ne Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella, che passa a Generation Kplus, ci si interroga sull’intimità attraverso la storia di due giovanissimi, Pietro e Tommaso, che si conoscono nel palchetto di un teatro e sulle note di Vivaldi si ritrovano a baciarsi. È un primo bacio o forse qualcos’altro?


di Eugenio De Bartolis