Sanremo, Mahmood e Blanco vincono l’edizione dei record

domenica 6 febbraio 2022


Sanremo 72 registra il trionfo di Mahmood e Blanco. Con Brividi superano Elisa (O forse sei tu) e Gianni Morandi (Apri tutte le porte). Per Mahmood è il terzo successo, dopo la vittoria a Sanremo Giovani nel 2018 con Gioventù bruciata, seguita da quella del 2019, tra i Campioni, con Soldi. Mahmood e Blanco si guadagnano anche la partecipazione all’Eurovision Song Contest in programma a Torino dal 10 al 14 maggio. Ecco la classifica finale del festival di Sanremo 2022 dal quarto al 25mo posto: Irama, Sangiovanni, Emma, La Rappresentante di Lista, Massimo Ranieri, Dargen D’Amico, Michele Bravi, Matteo Romano, Fabrizio Moro, Aka 7even, Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir, Noemi, Ditonellapiaga e Rettore, Rkomi, Iva Zanicchi, Giovanni Truppi, Highsnob e Hu, Yuman, Le Vibrazioni, Giusy Ferreri, Ana Mena, Tananai.

La puntata che ha incoronato i favoriti della vigilia ha ottenuto 13 milioni 380mila telespettatori pari al 64,9 per cento. Amadeus batte se stesso anche nella serata finale del festival. L’anno scorso l’ultima serata del festival aveva fatto segnare in media 9 milioni 970mila telespettatori con il 54,4 per cento di share. La prima parte della serata finale del festival (dalle 21.22 alle 23.54) ha raccolto 15 milioni 660mila spettatori pari al 62,1 per cento di share; la seconda (dalle 23.58 all’1.48) 10 milioni 153mila con il 72.1 per cento. Oltre a superare gli ascolti del 2021, i risultati di ieri migliorano anche quelli da record del 2020, quando l’ultima serata del festival fece segnare in media 11 milioni 477mila spettatori pari al 60.6 per cento di share (13 milioni 638mila spettatori con il 56,8 per cento nella prima parte, 8 milioni 969mila con il 68.8 per cento nella seconda). Con il 64.9 per cento di share raccolto ieri in media su Rai1, la finale di Sanremo centra il risultato più alto dal 2000, quando l’ultima serata del festival condotto da Fabio Fazio, con Luciano Pavarotti, Teo Teocoli e Ines Sastre, ottenne una media del 65.47 per cento di share.

“Amadeus ha vinto perché ha portato sul palco la sua autenticità, non ha filtri, non ha retorica”. Così il direttore di Rai 1 Stefano Coletta, commentando il festival di Sanremo appena concluso con risultati da record. “Ogni singolo partecipante – ha aggiunto Coletta – aveva voglia di abbracciarlo. Si sentiva protetto e accolto da Amadeus. Ha veicolato messaggi di inclusione, di sguardo curioso verso tutti gli aspetti della vita. Ha vinto non solo con la sua rivoluzione musicale, ma con la sua filosofia di vita”. Per l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, “squadra che vince non si tocca”. Fuortes medita un possibile Ama quater. “Sarebbe pazzesco non partire da qui, è ovvio con questo successo. Ma dobbiamo parlarci e il primo a volerlo deve essere Amadeus. Per ora non c’è niente di definito”.

La serata finale di Sanremo 2022 si apre con l’Inno di Mameli suonato dalla banda della Guardia di Finanza, che poi lascia la scena sulle note della marcia Armi e Brio. “Ma come stai, come fai ancora a stare in vita? Non sei normale, fai ore e ore di maratone di 10-15 ore al giorno, Mentana ti fa un baffo, lo surclassi a sinistra”. Abito lungo color cipria, Sabrina Ferilli entra in scena e scherza sulla resistenza di Amadeus, gli sfila la giacca: “Dove ce le hai le pile? Secondo me quando va dietro le quinte va a ricaricarsi alla colonnina: è un presentatore ibrido”. “Amadeus, sei un fenomeno, la forza tua ce l’hanno in tre: Iva Zanicchi, Gianni Morandi e Mattarella”, dice l’attrice che sul futuro aggiunge: “Se tante volte non volessi più fare il festival, questa serata falla brutta brutta brutta, perché se questi della Rai non decidono chi ti può sostituire, ti chiedono di restare altri sette anni, lo vedi come funzionano le cose in Italia”.

La Ferilli decide di puntare sulla semplicità. “Non ho monologhi stasera”, premette quando Amadeus le annuncia che è venuto il suo momento sul palco dell’Ariston. “Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe. E allora – spiega l’attrice – mi sono messa a pensare che cosa avrei potuto dire”. “Ho pensato che avrei potuto parlare di famiglie, di donne che fanno tanto, hanno i figli, lavorano, educano, una roba articolata, ma io figli non ce li ho, sono un’attrice avviata, c’ho pure un marito benestante, perché devo andare sulle palle a loro”, spiega Sabrina. “Avrei potuto parlare di uomini che hanno troppo potere ancora, decidono pe le donne, occupano tutti i livelli della gerarchia lavorativa: allora, ho pensato, chiedo se posso far fare un monologo agli uomini che comandano, non mi sembrava il caso”. Altra ipotesi, “la bellezza, quella più profonda, quella interiore, delle imperfezioni fisiche, ma io sono quattro giorni che magno radici per entrare in questo vestito, non avrei avuto credibilità. L’attrice romana ha portato la leggerezza all’Ariston, “che non è superficialità”, ma capacità di affrontare temi come femminismo, body positivity, mansplaining con il sorriso e l’ironia. Bella, brava e simpatica. Forse, un po’ “lunga”.

Il Festival di Sanremo rende omaggio a Lucio Dalla, scomparso dieci anni fa. “Prendiamo questo cappellino, un paio di occhiali ed è subito poesia. La poesia di Lucio Dalla”, dice Sabrina Ferilli evocando il cantautore bolognese, mentre l’orchestra intona il brano Felicità. “L’ultimo applauso Lucio lo ha ricevuto qui, quando nel 2012 diresse l’orchestra. Lo sentiamo ancora vicino. Lui dava la piacevole sensazione di essere suoi amici”. “Con la sua umanità e l’empatia verso gli ultimi che portava anche in studio in tivù – ha ricordato Sabrina Ferilli – capivi cosa significa essere un artista che va oltre la musica. E Lucio andava oltre la musica”. Altro omaggio, altra emozione: un medley dedicato a Raffaella Carrà. L’Ariston si scatena e poi premia con la standing ovation un assaggio in anteprima mondiale del musical Ballo Ballo, tratto dal film Explota Explota. Sulle note di brani indimenticabili, Ballo Ballo, A far l’amore comincia tu, Rumore, Fiesta, riarrangiati dal maestro Leonardo De Amicis, vanno in scena le coreografie firmate per l’occasione da Laccio, con l’amichevole coordinamento artistico di un commosso Sergio Iapino, inquadrato in platea.

 


di Eugenio De Bartolis