L’Ebraismo

mercoledì 26 gennaio 2022


La religione ebraica è specifica del popolo ebraico, non è una religione di salvezza universalistica, non intende “convertire”, fare proselitismo, è costituita da un patto, un’alleanza esclusiva tra il Dio degli ebrei, Jhwh, e gli ebrei, a cominciare da Abramo. Il patto è semplice e netto: se Abramo, e gli ebrei, resteranno fedeli a Jhwh, Jhwh moltiplicherà la discendenza e la ricchezza come la sabbia del deserto. Jhwh esige fedeltà esclusiva, Egli è l’unico Dio, non esiste che un Dio, Jhwh, gli altri popoli credano pure nei loro Dei, non, però, mai, gli ebrei, per gli ebrei deve esistere un solo Dio, Jhwh, nessuna immagine, nessun altro Dio neanche secondario. È un monoteismo assoluto, e gli ebrei detengono il solo Dio vero, in ogni caso il “loro” Dio.

È la prima volta che un popolo si affida ad un solo Dio, e che un Dio imponga al “suo” popolo di ritenerlo il vero e solo Dio, il Dio esclusivo di un determinato popolo. Gli antichi furono politeisti, anche per ragioni molto comuni, erano, i loro Dei, sorti da città diverse e più che annullare un Dio con un altro Dio, quando una Città prevaleva, associavano gli Dei, magari in condizioni di inferiorità. Nasceva un politeismo vastissimo, una combinatoria multiforme, uno stesso Dio talvolta con varie caratteristiche locali, un Dio che assorbe un Dio. Niente di ciò nel Giudaismo, un Dio pieno, solo, esclusivo, onnipotente, distributore del bene e del male, nemico dei nemici del “suo” popolo.

Il Pentateuco

I testi che fondano il Giudaismo sono l’Antico Testamento e segnatamente i primi cinque libri, il Pentateuco, la Torah, in essi troviamo il tipico argomento delle scritture religiose, l’origine del Cosmo; quindi, specificamente giudaiche, indicazioni igieniche, morali, rituali, sacerdotali, giuridiche. Nei libri del Pentateuco questi elementi sono precisatissimi, minuziosi, vincolanti, ed inoltre la Cosmogonia è originale, assunta successivamente dal Cristianesimo, è diventata per gran parte dell’umanità la concezione più diffusa sulla creazione dell’Universo.

Genesi

L’Antico Testamento si apre con un testo, Genesi, che descrive la creazione dell’Universo: “In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque, Dio disse “Sia la luce”, e la luce fu”. È il primo giorno della creazione, al quale succederanno altri, per il compimento dell’opera creativa, della quale Dio si compiace ritenendola ben fatta, finché il settimo giorno, riposa. La creazione di piante, animali, firmamento, acque, cielo, viene esaltata dalla creazione dell’uomo, concepito e reso immagine e somiglianza di Dio, e insignito del dominio di piante e animali. L’uomo è il padrone della Terra; la Terra è fatta per i bisogni dell’uomo. In poche righe abbiamo l’espressione più affermata e condivisa di tutte le concezioni sull’origine dell’Universo. Secondo il testo biblico esiste un Dio, uno solo, che ha creato, non formato ma dato esistenza, un Dio che ha dato esistenza a tutto ciò che esiste, e ha suscitato l’uomo come colui che deve usare il creato per soddisfarsi, l’uomo è il re del creato: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e gli uccelli del cielo, sul bestiame, su tute le bestie selvatiche, e su tutti i rettili che stanno sulla Terra”. L’uomo è composto di polvere e di soffio divino, che lo rende vivente, metterà a frutto la natura, ed è posto nell’Eden, un giardino lussureggiante, rigoglioso di acque ove tra gli alberi naturali stanno anche l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male. Dio affida all’uomo l’Eden perché lo coltivi e ne tragga beneficio, ma pone un divieto: non assapori i frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male, ne morirebbe. Dio concepisce di offrire compagnia all’uomo, e nel sonno di costui gli prende una costola, e origina la donna, dunque carne della carne dell’uomo.

Sebbene nudi né l’uomo né la donna se ne vergognano. Una predizione di Dio: l’uomo e la donna così tanto proveranno voglia di unirsi che abbandoneranno le famiglie pur di congiungersi e vivere insieme, questo è detto per il futuro dell’uomo e della donna. Dunque l’uomo e la donna stanno nell’Eden, giardino fruttifero, dove non esiste conoscenza del bene e del male, vivono spontaneamente, addirittura neanche la nudità li offende ignorando che vi sia una realtà offensiva, essendo nella vita ben messa. A tal punto accade l’irreparabile, l’evento che per gran parte dell’umanità, e dei millenni, ha reso la condizione umana quella che viviamo: “Il serpente, la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio”, chiede alla donna se Dio ha fatto loro divieto dei frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male, la donna lo conferma, il serpente consiglia di assaporarli, i frutti, che non ne moriranno, tutt’altro, eguaglierebbero Dio, piuttosto, rendendosi consapevoli del bene e del male.

La donna si induce a gustare il frutto negato, lo porge all’uomo, Dio se ne avvede e violentissimamente accusa l’uomo e la donna e li scaccia dall’Eden, emanando la condanna perpetua: l’uomo per sopravvivere faticherà, la donna nel partorire, soffrirà. L’esistenza inconsapevole del bene e del male, del dolore, della morte, l’esistenza sorgiva, spontanea, tutta a favore della vita è svanita, la consapevolezza del male l’ha offuscata, e l’uomo e la donna ne hanno colpa, e dovranno pagare, e pagheranno, nella terra soltanto umana, faticando e soffrendo. E dalla polvere formati, nella polvere torneranno. Il nucleo costitutivo della religione ebraica, ed anche, dopo, del cristianesimo, sta nell’evento tragicissimo della cacciata dall’Eden. Non è il caso di considerare perché mai la trasgressione decisiva che Dio imputa all’uomo ed alla donna sia la cognizione del bene e del male, al dunque: la conoscenza. Per essere felici occorre ignorare il bene e il male, sostare in una ingenua ignoranza infantile? In effetti come potremmo essere felici se coscienti che esiste il male! Sia quel che sia, Adamo ed Eva, ecco i nomi degli esistenti primigeni, si uniscono, nasce Caino, nasce Abele, Caino uccide Abele, inizia la nostra specie, veniamo da Caino. Ma è l’inizio. Verso la Terra Promessa.


di Antonio Saccà