Antonino da Padova santo: il male è sempre l’altro

venerdì 17 dicembre 2021


Personaggi della civiltà

Le eresie sono denominate “eresie” dalla Chiesa Cattolica ma gli eretici si considerano i veri cristiani. Esse nascono contemporaneamente al cristianesimo e sono innumerevoli e talune per dei secoli ebbero seguaci almeno quanto il cattolicesimo. Le eresie riguardavano Gesù Cristo, negando la divinità, come dichiaravano gli ariani o distinguendolo in due persone, una completamente umana, una completamente divina, a giudizio dei nestoriani. Di importanza stabile la eresia Manichea, la quale derivava dall’antica religione persiana di Zoroastro, dai Giainisti indiani, dai Cinici greci. Zoroastro, ne diremo in specie, riteneva esistenti due Forze in lotta, la forza del bene che alla fine vinceva, la forza del male. Si discute tra gli studiosi se oltre queste due forze Zoroastro concepisse una forza unitaria, un unico Dio che le racchiudeva, in ogni caso la religione di Zoroastro ha influenzato il cattolicesimo anche perché concepiva un giudizio dopo la morte, libertà di scelta (libero arbitrio). Ne diremo.

Non meno importante una ulteriore eresia, quella gnostica, la quale riteneva che non conta tanto la fede, piuttosto la conoscenza. Ci limitiamo alle eresie medioevali che riprendono soprattutto il Manicheismo. Per capire le eresie del Medioevo bisogna evidentemente tener conto della condizione sociale dell’epoca, un’epoca poverissima, la più grande parte della popolazione era assoggettata alla fame, alle malattie, alle epidemie. In queste condizioni la vita diventava insostenibile sicché si affermarono delle correnti, soprattutto quella dei Catari, i Manichei medioevali, i quali rifiutavano totalmente la vita, consideravano gravissimo peccato i rapporti sessuali e far nascere i figli, consideravano il mondo dominato da Satana e quindi bisognava evitare ogni contatto con il mondo, i Catari si ritenevano puri ,senza male, in questo riprendendo i Manichei che a loro volta si consideravano puri e temevano di contaminarsi con tutto ciò che esisteva giudicato peccaminoso.

Data la situazione di miseria in certo qual modo i Catari capovolgevano la situazione disprezzando il benessere, che non avevano, facendo del rifiuto dei beni terreni una virtù. La posizione dei Catari è abbastanza simile a quella di San Francesco, anche se Francesco disprezza il benessere e sposa Madonna Povertà ma non ha l’eccesso del rifiuto di ogni godimento come i Catari anzi amore pervasivo, quantunque nella povertà. La Chiesa Cattolica accettò entusiasticamente Francesco, comprendendo che fare della povertà una sposa avrebbe dato una soddisfazione ai poveri, i quali se erano poveri erano virtuosi e conquistavano conforto in terra e aldilà. Ma la Chiesa Cattolica non ha mai esagerato nel rifiuto della vita come invece facevano i Manichei e i Catari. Quale denominazione manicheismo viene dal principe Manes, sostenitore appunto del dualismo Bene/Male, il perfetto manicheo doveva mantenersi separato dal male, restare purissimo, incontaminato, in linguaggio corrente odierno diremmo: vaccinato, e scindersi radicalmente dagli impuri, grovigliosi, infestatori, in termini odierni i non vaccinati.

I Manichei temono la contaminazione, condannano in questo mondo coloro che vivono in questo mondo per questo mondo, individuano peccato, in linguaggio odierno “non abbassare la guardia”, la virulenza del male si diffonde e si infonde, in linguaggio moderno lo definiremmo un virus, sicché meglio stare in casa, non fornicare, non accostare il prossimo, in linguaggio attuale, distanziarsi socialmente, e respirare con cautela, in linguaggio moderno, mascherarsi. I movimenti Catari ebbero nomi diversificati, si diffusero in Francia, in Germania, anche nell’Europa centrale e orientale fino ad avere propagazione in Russia. Con variate caratteristiche, fu il modo in cui i derelitti giustificavano la loro miseria ritenendo che il godimento fosse male è una ipotesi. Ci riferiremo ai Catari francesi nella zone della Linguadoca, dove, per motivi che definiremo, i Catari, detti Albigesi, ebbero propagazione. Un feudatario della zona, Raimondo VI, se ne fece protettore. La Chiesa Cattolica non poteva e non voleva accettare questa eresia e bandì una crociata contro i Catari. Le vicissitudini belliche furono complesse e discontinue, il Pontefice scomunicò Raimondo e i feudatari si opposero a Raimondo, e varie città dei Catari, Beziers, Carcassonne, Tolosa caddero in varie fasi in mano ai Papisti, Raimondo non perse il suo potere totalmente, rifiutò i Catari e fu integrato nella Chiesa, ma la lotta riprese. Si stava formando il Regno di Francia, siamo nel XII secolo, non tutti i grandi feudatari erano disposti ad obbedire al Sovrano, i movimenti religiosi erano associati a tendenze indipendentiste come avverrà per la Riforma Protestante.

Il figlio di Raimondo riprende la lotta finché tutte le città catare vengono espugnate, una carneficina sradicante, il movimento cataro per il momento viene estinto. Ma l’opinione che vi siano dei perfetti, dei puri e che il prossimo possa infettare rimane e suscita odio “manicheo”. Tra coloro che combatterono violentemente i Catari vi fu chi sarà detto Antonino da Padova. Santo. Antonino non si denominava Antonino ma Ferdinando, era nato a Lisbona nel 1195, da famiglia aristocratica e ricca, avrebbe potuto ereditare il titolo e i beni ma adolescente sentì una potentissima vocazione religiosa sicché iniziò la vita sacerdotale. Fondamentale nell’esistenza di Ferdinando che poi divenne Antonino come monaco fu l’incontro con i francescani, e con Francesco, divenuto monaco francescano. Da consacrato, grande passione nello studio, venne inviato da Francesco per missione in Marocco, Francesco aveva l’ispirazione di convertire i Musulmani, anticipava le missioni dei Gesuiti. Una prima missione era fallita tragicamente. I Musulmani avevano ucciso i cinque monaci francescani giunti in Marocco. Antonino in Marocco si ammalò gravemente, tornò in Italia. Precisamente in Sicilia, nella città di Messina (dove esiste una splendente chiesa a Lui dedicata, ed il Suo nome è diffusissimo come diminutivo, vezzeggiativo, Nino, Ninuzzo, Antonello, Ninì, Ninetto, a parte la raffigurazione in abito francescano e giglio), quindi risale giacché vi era un concistoro francescano per discuterne la Regola.

Antonino si era fatto stimare per la serenità e bontà di carattere ma anche per la magnifica oratoria e per la cultura. Divenne assistente generale dei francescani soprattutto in Italia settentrionale, a Forlì, a Bologna. Infine a Padova. Antonino si recò in Francia per disputare con i Catari. L’importanza nella storia della chiesa di Sant’ Antonino consiste nell’aver immesso nel francescanesimo la cultura, Francesco era mosso principalmente dalla pietà, dall’ amore e forse temeva che la conoscenza avrebbe inaridito lo slancio affettivo, fu Antonino che lo convinse a dare campo anche alla cultura giacché come accennavo i Catari si basavano sui testi sacri e li conoscevano benissimo, Antonino voleva contrapporre cultura a cultura. Il francescanesimo colto sarà fondamentale nel separare teologia da filosofia, divergendo dai domenicani, San Tommaso, che stabilivano continuità della filosofia nella teologia. Da chiarire. Antonino fu celeberrimo per le sue prediche, semplici. Legate a degli esempi evangelici ed ai fatti quotidiani, e di sentita spiritualità (Giovanni Paolo I di certo ne ebbe una qualche fiammmella belle sue gradevoli prediche).

Inoltre, Antonino come Francesco è avvolto in un’aura leggendaria, fu detto che si sdoppiava, stava in due luoghi contemporaneamente, che quando il popolo non andò a sentire le sue orazioni egli si recò vicino al mare e i pesci vennero ad ascoltarlo, che una mula s’inginocchiò davanti a lui, vicende a quei tempi comuni, la gente era credulona, allora, ma che fecero di Antonino un Santo prima della sua morte, come per Francesco. Morì a 36 anni nel 1231, a Padova. Dove ha tempio e tomba regale, visitatissima, fu canonizzato quasi subito dopo la morte. È dottore della Chiesa, con Francesco, e dopo Gesù Cristo, è il più venerato rappresentante del cattolicesimo popolare. Contro i Catari/Albigesi francesi fu di una spietatezza recisa, almeno al grado di San Domenico, e quanto lo erano i Catari. Accade sempre se taluni si credono puri e colgono il male negli altri. Una maniera per legittimare la propria volontà annientatrice. Consente il male a fin di bene. Deve essere un piacere che accentua le forze distruttive. Eliminando la colpa. Ma tutto questo accadeva nel Medioevo. Oggi, epoca di scienza, si ragiona, pondera, pesa, soppesa, cauti, dubbiosi, certo, può capitare che si infierisca sull’altro per fede nella propria scienza, trasferendo la fede nella scienza. Evento raro come tutti percepiamo. È il Progresso! Noi non siamo nel Medioevo!


di Antonio Saccà