Il Darwinismo sociale

martedì 5 ottobre 2021


Personaggi della civiltà

Dalla concezione di Charles Darwin furono tratte teorie che forzano e in certa misura alterano la concezione di Darwin. Una di queste concezioni, assai nota, oggi in declino, ma con fiammate di risorgenza, è denominata “Darwinismo sociale”. Questa concezione accoglie pienamente la lotta per la vita, la selezione naturale, e nega sostegno al debole, al malato, al povero, e perfino a presunte “razze” inferiori. Ossessionati dal timore di una decadenza o contaminazione i darwinisti sociali pervengono a teorizzare la guerra, il dominio di presunte razze superiori o individui superiori, i quali, con ogni mezzo, avrebbero il diritto ed il dovere di usarli, per impedire il predominio di individui e razze inferiori. Per questa concezione la superiorità va affermata con ogni mezzo, ripeto, altrimenti vinceranno i deboli, i malati, gli esseri inferiori, insisto. Questa concezione che può giungere a esplicite degenerazioni omicide pone, in forme esasperate e spietate, problemi reali. Se nelle società la compassione, l’aiuto all’incapace, trionfassero e la vocazione delle personalità più dotate si volgesse soprattutto ai malati, ai poveri, ai meno dotati, se la cultura, l’arte fossero dirette alle persone che esigono scarsa o nulla qualità, che società, che civiltà ne verrebbero?

È un interrogativo legittimo. Fu proposto all’avvento del capitalismo e delle democrazie nel XIX secolo e riproposto negli anni Trenta del XX secolo. Ma altro è voler mantenere la qualità della cultura, dell’arte, altro è schiacciare, eliminare, impedire a ipotetiche “masse” di vivere e di emergere. Il più capace ha il dovere non il diritto di far valere le sue qualità ma non a costo della schiavitù altrui o perfino dello sterminio. Le qualità superiori dell’uomo non si affermano umiliando l’uomo. Ma che in società spesso mescolate, ammassate, che pretendono una civiltà a loro, basso, livello l’uomo di qualità deve lottare per mantenere il suo livello, è un fatto. Questa lotta non comporta il “diritto” al dominio assoluto, piuttosto il dovere di mantenere, dicevo, il proprio livello. Di sicuro è una situazione drammatica e il darwinismo sociale la risolve in modo brutale se non bestiale. Ne parleremo trattando Max Stirner e Friedrich Nietzsche. Tenendo conto che il capitalismo, con la sua disposizione alla merce vendibile ha degradato il mercato favorendo il consumo più idoneo alle masse. Ne parleremo, ripeto. Anche il modo di Karl Marx nell’intendere il darwinismo sarà vagliato. Il materialismo storico di Marx è la versione sociale del darwinismo, e gli strumenti di produzione in continuo cambiamento sono come gli orfani più evoluti degli animali o delle piante.

Sociobiologia e Darwinismo

Anche lo studio dei comportamenti e degli organismi sociali viene posto in relazione alla biologia e segnatamente alla visione che ne ha Darwin. Esiste, oggi secondaria ma con esponenti significativi, la Sociobiologia, la quale connette i comportamenti e gli organismi sociali alla biologia. Innanzitutto: quanto di biologico vi è nei nostri comportamenti? Siamo, noi uomini, entità culturali o tutto sommato entità biologiche? Che differenza esiste tra gli uomini e gli animali? Gli animali sono istintivi e l’uomo è libero? Ma l’uomo è libero o condizionato dalla biologia? Potremmo continuare. La Sociobiologia ritiene di poter spiegare i nostri comportamenti e le nostre organizzazioni secondo esigenze biologiche più che culturali o la stessa cultura spiegabile secondo la biologia. Semplifico. Significherebbe trattare l’uomo come un animale? Piuttosto, trattare l’uomo come l’animale uomo. Accusata di determinismo, di biologismo, la Sociobiologia è in decadenza, anche se ha dei cultori.

Darwinismo e religioni creazioniste

Quando Charles Darwin pubblicò i suoi testi, la opposizione delle religioni creazioniste, Dio come creatore del Cosmo e dell’uomo, fu estrema. Sembrò che Darwin facesse retrocedere l’uomo alla scimmia e che in ogni caso ne rifiutasse l’origine per mezzo di Dio. Più recentemente si è tentato di non rifiutare l’evoluzionismo, sostenendo però che esiste un disegno divino in tutto ciò nasce. Disegno divino assente in Darwin ma che potrebbe sovrapporsi all’evoluzionismo. Pierre Teilhard de Chardin, uno scienziato, gesuita, concepì una evoluzione che perverrebbe ad un uomo assai più onnicomprensivo dell’attuale, sempre nei piani di Dio. Ma solitamente l’evoluzionismo è agnostico, e comunque nega un uomo nato perfetto dalle mani, diciamo, di Dio.

Del resto, che l’uomo venga da entità meno complesse è certo. Come abbiamo detto ,l’uomo é una entità storica formatasi per mutazioni. Egli, per quanto culturale sia, sta all’interno della Natura e delle determinazioni biologiche (Dna, Geni), in modo assai più articolato degli altri animali, questa maggiore articolazione la chiamiamo cultura, storia, civiltà, spirito. Ma pur sempre all’interno della Natura. Tra i meriti di Charles Darwin, l’aver elevato l’importanza degli animali, ed anche delle piante. Vi è, oltre l’uomo, una fantasiosa vita, intensissima di amore, ambizione, odio, fraternità che rivaleggia ed in ogni caso accresce quel fenomeno stupefacente che è la Vita.

Biografie

Jean-Baptiste de Lamarck, 1744.1829, francese, nel suo testo: Filosofia zoologica, 1809, e in: Storie degli animali senza vertebre (1815-1822) espone la concezione della ereditarietà dei caratteri acquisiti per adattamento all’ambiente. Charles Robert Darwin nacque nel 1809, in Inghilterra, da famiglia benestante. Mostrò giovanissimo interesse per le piante e gli animali ma non studiò all’inizio né biologia né scienze naturali. Dopo frequentazioni universitarie dubbie e perfino la possibilità di diventare Pastore anglicano, ne studiò la Teologia, si diede agli studi naturalistici, ed ebbe l’occasione, nel 1831, di fare parte di una spedizione che l’ammiragliato inglese organizzava per conoscere flora; fauna; geografia in varie zone del mondo. La nave; Beagle, viaggiò cinque anni; anche in luoghi inconsueti come le Galapagos. Fu appunto nelle isole Galapagos che Darwin notò la differenza in vari luoghi dello stesso animale. Come mai questa differenza.

Che rapporto esisteva tra un animale e l’ambiente? Come scritto, Darwin formula la teoria della selezione naturale: ad ogni ambiente corrisponde un adattamento. Nel 1859, scrisse “L’origine della specie”, successivamente testi sull’origine dell’uomo, sulle emozioni. La sua teoria, formulata in concomitanza con il giornalista americano A.R. Wallace, della selezione naturale, la lotta della sopravvivenza, la prevalenza del più adatto, il mutamento dovuto a cambiamenti genetici, ebbe un clamore unico, con entusiasmo e avversione. Morì nel 1882. Tra le glorie inglesi e tra i massimi scienziati di ogni tempo.


di Antonio Saccà