Romanzo di un uomo che seppe “resistere in piedi”

martedì 31 agosto 2021


Leggere “Uno e 50” (Bookabook, Vignate, 2021, pagine 223, 15 euro), opera prima di Maria Antonietta Rea, è come sedersi accanto all’autrice e sentirsi raccontare tutte le peripezie del protagonista, con la serenità ed il distacco riservato ad eventi ormai lontani. Ed è con questo stile che Maria Antonietta Rea percorre la storia del nonno Michele attraverso quasi mezzo secolo, dal primo Novecento fino al 1959.

L’autrice ricostruisce puntualmente le diverse vicende attraverso un accurato lavoro di ricerca e ad aiutarla in questa tessitura sono soprattutto gli appunti lasciati dal nonno su un vecchio taccuino. L’umile vita di Michele è segnata dalla miseria e dall’irrompere di grandi eventi storici, primo fra tutti quello della Prima guerra mondiale. La sua è un’esistenza che scorre tra innumerevoli sofferenze nel quadro di una Italia contadina e ancora molto povera, dove per molti l’unica speranza è rappresentata dall’emigrazione e dove capita persino che, per sopravvivere, i bambini siano venduti a sfruttatori senza scrupoli.

Infatti le disavventure di Michele iniziano ad Arpino, nel suo paese, in Ciociaria, dove è vittima della tratta di bambini e proseguono in Francia, dove subisce uno spietato sfruttamento minorile; nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia contro gli Imperi centrali è richiamato nella Madre Patria; impegnato in prima linea riesce fortunosamente a salvarsi grazie al suo taccuino, che frena la traiettoria di un proiettile che, altrimenti, gli avrebbe trafitto il cuore; successivamente viene fatto prigioniero e portato in Austria nel campo di concentramento di Mauthausen da dove riesce a fuggire, varcando la linea del fronte orientale per mettersi in salvo nelle retrovie russe, in un Paese già in preda ai primi fuochi rivoluzionari. Poi, finita la guerra, Michele si reca in Irlanda dove assiste a violenti scontri tra cattolici e protestanti. Finalmente, dopo tante difficoltà ritorna di nuovo in Italia e qui riesce a trovare una condizione serena.

La giovinezza di Michele è cupa e, sembra senza prospettive ma lui sa reagire e riesce a “resistere in piedi” grazie alla sua incrollabile forza di volontà. E l’incontro con alcune persone generose e l’amore per Angelica tracciano una luce che lo porterà fuori dal tunnel. Uno e 50 non è una banale cronologia di episodi famigliari ma un romanzo storico, costruito su una solida struttura narrativa, dove il determinante lavoro investigativo sui fatti narrati si fonde efficacemente a una indubbia sensibilità poetica che connota il racconto di un non comune valore estetico. Con un linguaggio semplice e realista, l’autrice coinvolge pienamente il lettore nelle diverse situazioni, descritte senza trascurare nessun dettaglio funzionale alla narrazione.

Maria Antonietta Rea con questa suo primo romanzo, che per alcuni aspetti può ricordare La storia di Elsa Morante, ha scritto pagine indimenticabili, che meritano certamente d’esser lette.

(*) Maria Antonietta Rea, “Uno e 50”, Bookabook, Vignate, 2021, pagine 223, 15 euro


di Laura Bianconi