Leo Brandi: vita ed arte di un comico “cafone”

venerdì 6 agosto 2021


Carlo Maria Todini, poliedrico personaggio dello spettacolo – attore, autore, cabarettista, musicista di tivù, teatro e cinema – ha recentemente pubblicato la biografia di suo nonno, Leo Brandi, nome d’arte di Carlo Todini (1894 – 1959), importante attore napoletano oggi poco ricordato (Leo Brandi, il comico “cafone”, Edizioni il Papavero, Monocalzati 2021, 15 euro). Il libro che nel titolo richiama la famosa scena del film di Mario Mattioli, Miseria e nobiltà (1954), in cui Leo Brandi, nella parte di un cafone, detta una lettera allo scrivano, interpretato da Totò, propone una biografia molto ben ricostruita, ricca di particolari e impreziosita da belle fotografie, che assume un connotato particolarmente significativo per due motivi: il primo si deve al fatto che l’autore è esso stesso attore, e quindi sa per esperienza diretta cosa significa calcare un palcoscenico o agire su un set cinematografico; il secondo motivo, non marginale, consiste nel fatto che Carlo M. Todini è il nipote di Leo Brandi e, quindi ha potuto consolidare la biografia del nonno con testimonianze e ricordi famigliari, fondamentali per far emergere la figura del personaggio in tutti i suoi aspetti, non solo professionali ma anche umani.

Attraverso questa biografia l’autore mette a fuoco anche lo iato che si è venuto a creare con l’avvento della televisione, che ha aperto una nuova fase nella storia dello spettacolo, un aspetto ben sottolineato da Franco Cutolo, che ha scritto la prefazione al lavoro di Carlo M. Todini. Scrive Cutolo: “Leo Brandi rappresenta quel mondo del teatro napoletano d’infinito valore, vuoi per il laboratorio naturale che vi conteneva in esso, vuoi per la sterminata quantità di gente che vi operava. Purtroppo con il Dopoguerra, con la nascita della televisione, una certa memoria storica è andata a finire e gli usi e i costumi, non solo napoletani, ma dell’Italia, si sono persi”. Leo Brandi era uno spirito libero e diceva: “Sono un artista e la politica la devo ignorare, non sono iscritto al partito”. Per questo atteggiamento attirava i sospetti del regime fascista, che vigilava attentamente sui suoi testi. Ma proprio questo tratto umano di spiccato senso di libertà alla base della sua espressione creativa, dava incisività alla sua vis comica, che lo rese popolarissimo e ben oltre al semplice ruolo di “macchiettista”. Leo Brandi, il comico “cafone” è un libro che si legge piacevolmente ed è assolutamente indispensabile per chi voglia approfondire la storia dello spettacolo nell’Italia del primo Novecento.

Leo Brandi, il comico “cafone”, Edizioni il Papavero, Monocalzati 2021, 15 euro


di Laura Bianconi