“Senza arte né parte”: la versione di Dalmazio Frau

lunedì 12 luglio 2021


Il tentativo di recupero della scienza e dell’Arte degli Antichi (al di fuori di qualsiasi bucolico “rimpianto” su quanto fosse bello il mondo dei nostri avi) anima questi articoli comparsi su varie testate giornalistiche e alcuni inediti in questo testo di Dalmazio Frau, dal titolo “Senza arte né parte”.

L’oggettiva precipitazione nella volgarità e nella celebrazione del provvisorio e del contemporaneo a tutti i costi, caratterizza la nostra epoca di profonda barbarie animica e d’autentica cacofonia spirituale. È incredibile come l’Italia sia riuscita a diventare la capofila di abomini “artistici” d’ogni genere, dimenticando di essere il più straordinario e grande museo vivente, animato dalla memoria di millenni di storia, di religiosità e di civiltà in ogni centimetro quadrato del suo territorio. In un mondo affogato in un caos etico, spirituale, psichico ed estetico, non può nascere un’arte che non sia, essa stessa, uno sfacelo.

Nei saggi che costituiscono il volume, Dalmazio Frau ci invita, per poter tornare a sperare, a recuperare la Cultura in senso alto: quella che ancora dà mostra di sé, nonostante gli scempi perpetrati negli ultimi decenni, nel paesaggio italiano, nelle antiche piazze delle nostre città e dei nostri borghi, nella scultura e nella pittura di passate età.

L’immagine assai dinamica e quasi “giornalistica” che ce ne dà questo libro, oltre a servire quale denuncia delle innumerevoli abiezioni perpetrate con la connivenza (e con l’ignoranza) della politica, auspica soluzioni che non sono affatto irraggiungibili, ma richiedono un passo eroico e gigantesco, incommensurabile: ricominciare dall’educazione, anzi, dalla cultura.

(*) Dalmazio Frau, “Senza arte né parte”, Tabula Fati, Chieti 2020, pagine 142


di Redazione