Cannes 2021, parte la corsa alla Palma d’oro

mercoledì 7 luglio 2021


Cannes 74 ha preso il via ieri sulla Croisette. Il festival, che si concluderà sabato 17 luglio, si tiene in estate a causa della crisi pandemica. Per le stesse ragioni era saltata l’edizione 2020. Ieri, la kermesse diretta da direttore Thierry Fremaux, ha accolto il regista coreano Bong Joon-ho, premiato con la Palma d’oro per il suo Parasite, trionfatore anche agli Oscar. Il regista di Memorie di un assassino, ospite speciale della Cerimonia d’apertura, ha parlato agli spettatori di ciò che ha influenzato il suo cinema. Oggi sarà ancora protagonista di un “Rendez-vous con…” al Teatro Buñuel del Palais des Festivals.

Al Festival di Cannes sono previsti 18mila accrediti, tra cui quattromila giornalisti, contro i 40mila delle scorse edizioni. E questo anche grazie a un mercato sdoppiato. Ovvero un 80 per cento dei compratori si è dedicato al mercato virtuale del 28, 29 e 30 giugno (in cui però mancavano i film in programma a Cannes) e un 40 per cento invece ha preferito quello di presenza che si svolge nei cinema tradizionali della Croisette, come l’Olympia e l’Arcade. Sono andate in pensione le salette posizionate al piano -1 del Palais, spazi angusti e pericolosi, ma vero tempio storico del Marché.

Il film d’apertura è stato Annette di Leos Carax (in concorso), mentre Agente speciale 117 al servizio della Repubblica - Allarme rosso in Africa nera di Nicolas Bedos sarà quello di chiusura, fuori concorso. Nella Selezione ufficiale figurano 24 film, tra cui Tre piani, l’ultimo lungometraggio di Nanni Moretti, unico italiano ammesso nella sezione principale. Altre pellicole che destano la curiosità della critica sono: i francesi Tout s’est bien passé di François Ozon e France di Bruno Dumont, Flag Day dell’attore americano Sean Penn, Qahremān dell’iraniano Asghar Farhadi e The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun dello statunitense Wes Anderson. La giuria del concorso, presieduta dal regista statunitense Spike Lee, è composta dall’attrici francesi Mati Diop e Mélanie Laurent, dalla cantautrice transalpina Mylène Farmer, dall’attrice americana Maggie Gyllenhaal, dalla regista austriaca Jessica Hausner, dal cineasta brasiliano regista Kleber Mendonça Filho, dall’attore franco-algerino Tahar Rahim e dall’interprete sudcoreano Song Kang-ho.

Lo sguardo di Spike Lee appare nel manifesto ufficiale del festival, dietro gli occhiali di Mars Blackmon in Lola darling. È il primo presidente di giuria nero sulla Croisette dal 1946. Fa’ la cosa giusta (suo secondo film presentato nel 1989, dopo Lola darling) venne escluso dal palmarès. “Molta stampa americana – ha detto il cineasta – mi accusò di istigare la violenza con quel film. Un paio di settimane fa cadeva il suo 32esimo anniversario, l’ho scritto nel 1988. Quando vedo Eric Garner, George Floyd assassinati, linciati mi viene da pensare a Radio Raheem, il personaggio di Fa’ la cosa giusta ucciso dalla polizia. Trent’anni dopo i neri sperano di non essere più cacciati come animali”. Per Lee, “Cannes è il più grande festival del mondo, senza nulla togliere agli altri”. Quanto alla querelle tra sale e streaming, il regista di Malcom X non ha dubbi: “Cinema e piattaforme possono coesistere. Un tempo si diceva che la tivù avrebbe ucciso il cinema. Sono cicli”.


di Eugenio De Bartolis