Le Satire di Ludovico Ariosto

martedì 22 giugno 2021


Libertàservitù e vita politica nell’Italia del Rinascimento sono stati i temi principali intorno ai quali si è discusso ieri in occasione del webinar di presentazione della nuova edizione delle Satire di Ludovico Ariosto. All’incontro sono intervenuti Ermanno Cavazzoni (scrittore e sceneggiatore), Giovanni Giorgini (professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna) e Gino Ruozzi (professore ordinario di Letteratura italiana all’Università di Bologna).

Le sette satire di Ariosto, scritte tra il 1517 e il 1525, sono una sorta di “autobiografia intellettuale” dell’autore dell’Orlando furioso. In quegli anni Ariosto è al servizio della corte estense. Da una parte aspira a una maggiore autonomia e indipendenza personale, dall’altra deve sottostare a numerosi obblighi: incombenze pratiche, incarichi diplomatici e amministrativi. Tra il 1522 e il 1525 ha inoltre il compito di governare per conto degli Este il territorio della Garfagnana. Come ha evidenziato Gino Ruozzi, delineando la vita sociale di quegli anni, a differenza di Boiardo, che era conte di Scandiano, Ludovico Ariosto ha un’estrazione sociale inferiore, per questo deve prestare servizio come uomo di corte, e nelle Satire viene raccontata questa sua condizione. Se nelle Satire i temi sono di natura quotidiana (“un meraviglioso elogio della quotidianità”), di contro, con il Furioso, Ariosto è un grande poeta della storia: attraverso la cronaca di quegli anni narra la fine del mondo cavalleresco.

Ermanno Cavazzoni, curatore di questa nuova edizione delle Satire di Ariosto, ha messo in luce come l’autore, con questi testi, s’inserisca all’interno di una tradizione nata nell’antichità con Orazio e Giovenale, volta a raccontare piccoli fatti della vita d’ogni giorno. L’aspirazione alla libertà, un termine ripetuto più volte nelle Satire, è prossima all’idea d’indipendenza, mentre il modo in cui Ariosto s’accosta ai fatti della vita risente indubbiamente di un’impostazione legata allo stoicismo. 

Per Giovanni Giorgini, gli appassionati di pensiero e fatti politici troveranno interessanti le Satire per due motivi: perché potranno leggere un racconto, a tratti anche scherzoso, di quegli anni filtrato dalla sensibilità di un grande letterato come Ariosto e perché avranno la conferma ulteriore dell’importanza del Rinascimento italiano. Nelle Satire s’incontrano e s’intersecano tanti grandi personaggi che hanno segnato quell’epoca da un punto di vista culturale e politico.


di Istituto Bruno Leoni