venerdì 28 maggio 2021
Il libro, edito con una veste accurata da Feltrinelli, contiene un numero di insegnamenti e di riflessioni nettamente superiore al contenuto di decine di volumi di scienza politica, di diritto pubblico e privato, di ingegneria costituzionale. La narrazione ha una chiarezza che oltrepassa di gran lunga molte delle cosiddette “lectio magistralis” rifilate in carta patinata dalle solite note università statali e quelle private sovvenzionate, disinteressatamente, da potentissimi cartelli planetari finanziari e dal raggruppamento montante dei lobbisti dell’economia verde, dell’elettrico.
L’Autore Incognito ha dettato il libro ad un giornalista abile e professionale Ma fa pensare alla scena di Marco Polo che narra le sue avventure al solerte scrivano Rustichello. Con le dovute differenze, l’effetto sorpresa è lo stesso.
L’Autore Incognito apre la Decima Porta. Ci introduce con coinvolgente piglio narrativo, ai segreti della politica vera, quella praticata dietro le quinte, nella Sala macchine dello Stato che egli spesso individua nella Ragioneria dello Stato che deve autorizzare (bollinare) le previsioni di spesa e nella Corte dei conti. Conviene sempre avere ottimi rapporti con gli esponenti di questi due apparati perché sono capaci di bloccare tutto in caso di contrarietà.
All’interno di queste sale del Potere si muovono con felina esperienza i Capi di gabinetto, cioè coloro-che-restano-mentre-i-politici-cambiano. Costoro gestiscono di fatto i difficilissimi equilibri fra opposte fazioni, fra esigenze inconciliabili. Sono coloro che evitano il crollo e il disfacimento delle impalcature che sostengono la complicata macchina pubblica nazional
Nel libro ci sono molti aneddoti che evidenziano la pochezza, la capricciosità, l’imprevedibilità, l’ignoranza dei politici che rapidamente si avvicendano. L’Autore incognito non dimentica di elogiare le pochissime eccezioni di uomini capaci, corretti, di grande cultura in grado di interpretare il proprio ruolo istituzionale senza difficoltà e correttamente. Molto interessante l’esposizione del criterio di reclutamento di Capi di gabinetto e, soprattutto, la loro provenienza da precisi organismi apicali: Avvocatura dello Stato, Consiglio di Stato, Corte dei conti, Corte suprema di Cassazione, Direttori generali. Il libro fa capire che il nostro Stato non funziona né è guidato dal voto popolare. Il voto elegge candidati nuovi (moltissimi) e conferma i veterani (pochi) che passano tutti dalla porta girevole della politica e per una durata sempre più breve. Il Capo di gabinetto deve guidare queste comparse e consigliare quelli di lungo corso, proteggendoli da loro stessi per proteggere, infine, la propria reputazione la cui integrità sarà utile per la propria nomina molto lucrosa dai politici della giostra successiva.
Insomma, le 288 pagine dimostrano che l’Italia è sorretta e guidata da 50/60 mandarini di lungo corso e di notevole abilità manovriera che lavorano nei felpatissimi corridoi che contano. Cercano tenacemente di far combaciare interessi impossibili. Un esempio per tutti quelli contenuti nel libro è la straordinaria chiarezza espositiva che illustra il processo di formazione della mitica Legge Finanziaria di fine anno descrivendo numerosi retroscena fuori dalla percezione di un normale cittadino.
Il testo è corredato da un utilissimo glossario che spiega le funzioni degli Apparati apicali del nostro Stato e da un accuratissimo indice analitico dei nomi citati utile per successive riletture di parti del testo. Un libro da leggere e da tenere vicino per consultarlo tutte le volte che sarà necessario.
(*) “Io sono il potere. Confessioni di un capo di Gabinetto”, Feltrinelli, pagine 288
di Manlio Lo Presti