giovedì 27 maggio 2021
La prospettiva di narrare un periodo difficile per il nostro Paese attraverso i documenti di un insigne giurista è stata un’idea efficace. L’autore ci racconta con ritmo incalzante le vicende che hanno causato l’ininterrotto declino industriale, sociale e geopolitico dell’Italia. Il periodo preso in esame va dal 1922 al 2017. Angelo Polimeno Bottai esamina un'Italia gestita da patti segreti e veti incrociati, fino al ricatto che sarà uno strumento di potere costantemente in uso. Il libro si sviluppa in undici capitoli nei quali la descrizione del nostro Paese è libera da condizionamenti ideologici, ma con l’amara constatazione di aver avuto una classe dirigente mediocre che non ha potuto o non ha voluto fare di meglio, perché totalmente dedita all’accaparramento e alla razzia delle risorse nazionali. La classe politica e la dirigenza industriale, che ne è stata la diretta emanazione, hanno preso decisioni dannose tali da poter essere classificate come “alto tradimento” che è il titolo del libro del giornalista Bottai.
Sono molti i libri che hanno trattato il tema della progressiva atrofizzazione della struttura economica italiana, ma sono pochi quelli che lo hanno fatto partendo dalla biografia di uno studioso prestato alla politica. Giuseppe Guarino rimane sempre sullo sfondo di una narrazione precisa e ben documentata facendo riferimento a date, incontri, documentazioni. Il libro dimostra che il declino italiano è stato il frutto di una orchestrazione volta alla rapida privatizzazione delle migliori industrie e strutture dell’Italia. Una fretta che continuerà anche dopo il periodo esaminato dall’autore e ben caratterizzano dall’infausto slogan “fate presto!” in caratteri cubitali sul quotidiano confindustriale Il Sole 24 Ore del 10 novembre 2011.
Bottai fa notare che la instancabile abilità negoziale e di fine tessitore del professor Guarino ha più volte evitato un crollo improvviso dell’impalcatura istituzionale italiana. Attraverso l’esame attento delle carte del giurista, l’autore evidenzia due date: il 1992 con l’episodio ignobile e servile del panfilo Britannia in sosta davanti a Civitavecchia e dove la classe dirigente italiana – fra i quali Mario Draghi – ricevono precisi e stringenti ordini ed un ruolino di marcia, non negoziabile, per la dismissione e, soprattutto, la svendita delle migliori industrie amministrate dall’Iri e dallo Stato.
Si fanno avanti la Fiat che vorrebbe tutto a due soldi e incurante del destino del Paese che ha ospitato i suoi impianti e da cui ha avuto generosi sostegni economici nel corso del tempo. In questo scenario e dietro le quinte si muovono personaggi legati ad interessi internazionali che ostacolano il lungimirante disegno di Guarino di procedere ad una privatizzazione delle strutture economiche in mano allo Stato, solo dopo aver proceduto alla loro fusione aziendale per raggiungere dimensioni tali da condizionarne il prezzo di cessione. Il nodo del libro in sostanza ruota intorno alla battaglia durissima e subdola degli schieramenti. Malauguratamente, vinse la compagine che voleva la svendita dei gioielli ad un pezzo per volta, con l’appoggio, interessato, di una classe politica inadeguata e corrotta che ha perpetrato danni al nostro Paese, operando un vero e proprio “alto tradimento” per il quale avrebbero dovuto essere condannati tutti senza appello.
Un libro veramente istruttivo e scorrevole. Il taglio giornalistico riesce così a rendere intelligibile un tema difficile che di solito rimane confinato ai ben noti perimetri di “esperti” e in cenacoli dal ritmo quasi esoterico. Lodevole è quindi l’opera di informazione di Angelo Polimeno Bottai che ha inserito nel libro un utilissimo indice analitico dove sono elencati tutti i personaggi di questo dramma shakespeariano i cui effetti negativi si abbattono sulla storia economica recente del nostro Paese martoriato e tradito! Un libro da leggere e rileggere con attenzione.
(*) Angelo Polimeno Bottai, “Alto tradimento”, Rubbettino
di Manlio Lo Presti