mercoledì 2 dicembre 2020
Arturo Diaconale
la voce della saggezza
Quando Wagner morì, d’Annunzio disse:
“Diminuito è il mondo di valore”.
Ciò vale per Arturo e per chi visse
come lui, generoso e di buon cuore.
Degno di lode è tutto ciò che scrisse,
come può confermarlo ogni lettore.
Fuori dalle battaglie e dalle risse
del bel paese è stato il creatore
di un giornalismo moderato, aperto
al dialogo e a tutte le opinioni.
Liberaldemocratico ed esperto
in vari campi, nelle sue funzioni
molto ci ha dato e tanto anche ha sofferto.
Che la sua voce ancor fra noi risuoni.
***
Mite e suadente Arturo Diaconale,
che dirigi con garbo l’Opinione,
il senso in te dell’equilibrio è tale
- ben lo si vede alla televisione -
che nei giornali non trova l’uguale.
Un raro esempio sei della ragione
che non indulge al vizio nazionale
d’imporre agli altri la propria opinione.
Tu contempli benevolo dall’alto
“l’aiuola che ci fa tanto feroci”,
e, saldo come roccia di basalto
nei tuoi pensieri, non curi le voci
di coloro che muovono all’assalto
come lupi famelici e feroci.
Castiglione della Pescaia
Estate 2011
***
Tra le foto che sono a me più care
nel mio studio, sereno e sorridente
spicca il tuo volto. Con quel tuo parlare,
limpido, misurato e convincente,
sei un esempio raro, da imitare.
Che tu sia direttore o presidente
ed abbia autorità, sai farti amare
e stimare da tutta la tua gente.
Anche se solo esprimi un’opinione
non c’è nel tono delle tue parole
nessuna astiosità né presunzione.
Un uomo saggio sei, che porta il sole
e l’armonia nella conversazione
in un mondo che fa quello che vuole.
***
Caro Arturo, ho saputo del tuo male
e ho capito perché non m’hai chiamato:
anche in questo sei un uomo eccezionale,
benvoluto da tutti e tanto amato
che come amico non ce n’è un eguale.
Ora aspetto con ansia il risultato.
C’è un clima da Giudizio universale
in questo vecchio mondo malandato,
che ci fa prigionieri in casa nostra
e ci vieta persino d’incontrare
un amico. E’ una macchia che c’inchiostra,
come di scarabocchi uno sciamare
Speriamo che si fermi questa giostra
e ch’io ti possa presto riabbracciare.
30 aprile 2020
***
di Mario Scaffidi Abbate