Il conflitto razziale negli usa raccontato da Joyce Carol Oates

lunedì 7 settembre 2020


In un suo celebre articolo, pubblicato sulla terza pagina del Corriere della sera, Alberto Moravia, parlando della letteratura italiana di Francesco De Sanctis, osservò che le opere letterarie poeticamente compiute nascono dalla riflessione intorno al rapporto tra società e letteratura. L’ultimo libro di Joyce Carol Oates, intitolato Ho fatto la spia, edito dalla casa editrice La Nave di Teseo, proprio perché tratta il conflitto razziale presente negli Usa, appartiene alle opere letterarie indicate come preziose da Moravia. La vicenda rappresentata nel libro ha per protagonista una famiglia di origini irlandesi, i Kerrigan. Nella prima parte del libro l’autrice nota che tutte le anime hanno un destino conosciuto da Dio, a cui non si può sfuggire, e, in particolare, dalla famiglia in cui nasci non ci può essere scampo. Proprio per mostrare quanto profondo fosse il mito illusorio della superiorità della razza bianca, radicato nella destra degli Usa, l’autrice di questo libro ricorda come fino agli anni cinquanta gli irlandesi erano considerati non appartenenti alla razza bianca, alla stregua degli Italiani, dei Greci e degli ebrei. Jerome Kerrigan, padre di sette figli, cattolico e innamorato di sua moglie Lula, nel libro viene presentato come un uomo che aveva partecipato alla guerra in Vietnam durante la presidenza di Lyndon Johnson. A sconvolgere questa famiglia del ceto medio americano, provocandone la divisione e la rovina, è un fatto grave e terribile.

I due fratelli Kerrigan, Jerome jr. e Lionel, di notte, mentre rientrano in macchina a casa in compagnia di due amici, sulla strada prima investono un giovane di colore, il cui nome è Hadriann Johnson, che percorre la strada sulla bicicletta, poi con una mazza da Baseball lo aggrediscono e feriscono mortalmente. Nei dibattiti seguiti a questo orribile episodio, costato la vita a un ragazzo di colore considerato uno studente modello, si sarebbe posta la questione se l’atto fosse stato un crimine provocato dall’odio o una semplice aggressione sfuggita di mano ai suoi responsabili, che nulla aveva a che fare con il razzismo. La giovane Violet Kerrigan, di notte, sorprende nella cucina della loro casa, situata in South Niagara, i fratelli mentre lavano la mazza di Baseball sporca di sangue. Sia Jerome jr sia Lionel le impongono di non rivelare il loro terribile segreto. Nel libro è straordinario come l’autrice descrive il tormento interiore che induce Violet a raccontare la verità al preside nella infermeria della sua scuola. Per lei, colpevole di avere denunciato i fratelli responsabili di un crimine truce e terribile, inizia il periodo doloroso dell’esilio. Violet, dopo che i servizi sociali hanno accertato che la sua situazione familiare non le garantisce nessuna sicurezza, viene trasferita da sua Zia Irma e suo Zio Oscar Allyna a Port Oriskana. Per rivelare la portata del conflitto razziale esistente negli Usa, nel libro viene mostrata la reazione della comunità negra di South Niagara, per la quale le condanne inflitte per l’omicidio di Hadrian Johnson erano troppo miti, visto che la vittima non aveva fatto nulla per provocare l’aggressione. La controffensiva bianca, invece, consistette nel ritenere la sentenza iniqua e dovuta alla circostanza che gli autori fossero stati accusati del crimine soltanto perché appartenenti alla razza bianca.

Violet, che si sente responsabile della sofferenza che i suoi genitori sono costretti a subire per le conseguenze dovute al crimine commesso dai suoi fratelli, percepisce di essere esclusa dalla sua famiglia e soffre molto. Invano, conversando al telefono con la sorella Katie, tenta la riconciliazione con i suoi genitori. Il suo professore di matematica, Mister Sandman, dopo averla condotta nella sua villa, alla conclusione delle lezioni, le spiega che secondo lui Hitler mutuò le sue controverse idee sulla razza e il problema della razza dagli Usa, visto che vi era stata nella storia di questo Paese la schiavitù e la post schiavitù, e considerato che la popolazione indiana era stata rinchiusa all’interno di riserve, collocate in luoghi remoti. Per il professore Sandman, era provato che vi è stata nella storia, durante la evoluzione della specie umana, una gerarchia dell’Homo Sapiens, sicché la integrazione della minoranze razziali conduce alla disintegrazione della società e ad annacquare la razza bianca attraverso il meticciato, prediletto dai progressisti. Il pensiero di questo personaggio, che verrà accusato di avere abusato sessualmente di Viloet e altre studentesse dopo averle addormentate, mostra quali siano le radici culturali da cui discende il razzismo e la teoria assurda del suprematismo bianco.

Violet, dopo che lo zio Oscar, con gesti volgari e legati alla forma peggiore di lascivia, tenta di sedurla, è costretta a lasciare, provando una dolorosa ondata di emozione, la casa dei parenti situata a Port Oriskany, dove aveva vissuto la sua giovinezza. La solitudine di questa giovane donna, che per mantenersi e pagarsi gli studi universitari, esercita il lavoro di domestica, per conto di una ditta di pulizia, è descritta nel libro con immagini poetiche indimenticabili. Grazie a questo lavoro, Violet incontra un professionista, Orlando Metti, ricco ed affermato uomo di azienda, di cui si innamora, e da cui spera di ottenere la protezione che eviti che suo fratello Lionel, una volta uscito dal carcere, possa vendicarsi contro di lei. Nel libro è straordinario ed indimenticabile il racconto del legame affettivo che sorge tra Violet ed il cane Brindle, abbandonato dalla figlia di Metti, e alla ricerca di amore.

I temi che attraversano questa narrazione sono il razzismo, la solitudine umana, la ricerca dell’amore autentico, il senso di colpa, il castigo per il crimine commesso, la brutalità della violenza, la incomprensione nei rapporti umani. Violet, che incontrerà, dopo avere sopportato tanto dolore e tanta sofferenza, il compagno della sua vita, Tynell Jones, un giovane uomo di colore divenuto docente universitario di economia, non rivedrà suo padre prima della morte, da cui invano aveva sperato di ottenere il perdono. Pensa, mentre riflette sulla sua vita, che il suo desiderio è vivere una vita in cui le emozioni arrivino lentamente, come le nuvole in un giorno senza vento. Vedi una nuvola che si avvicina, contempli, ammirata, la sua bellezza, e mentre la guardi passare, la lasci andare, senza soffermarti su quello che hai visto e senza provare rimpianto. Sei consapevole, che quella nuvola, oramai passata, non arriverà più e non piangi per la sua perdita definitiva. Un libro che racconta la società americana con rara profondità letteraria.


di Giuseppe Talarico