martedì 4 agosto 2020
Come veniva preparata inizialmente la pizza? Una storia millenaria e una tradizione tutta italiana conosciuta in ogni angolo del mondo, la pizza è davvero uno dei simboli più importanti del nostro Paese in tutto il mondo. Ma andiamo per gradi. Scoperta la cottura sulla pietra, l’uomo non ha potuto fare altro che scoprire anche la pizza. Poi dopo la nascita dell’agricoltura, gli uomini capirono che cuocere sulla pietra polente di cereali tostati e macinati o di pane azzimo fosse un buon modo per mangiare qualcosa di davvero gustoso e originale. Grazie poi agli antichi Egizi, scopritori del lievito, si avvia la storia della pizza. Con la lievitazione gli impasti di cereali schiacciati o macinati diventano, dopo la cottura, morbidi, leggeri, più gustosi e digeribili. E così si diffonde inizialmente il pane. Inventato il pane, il percorso a tappe della pizza continua nell’antica Roma. I Romani impastavano la farina di chicchi di frumento macinati con acqua, erbe aromatiche e sale. Mancano ancora tantissimi ingredienti, molti dei quali sconosciuti fino a secoli e secoli dopo.
Verso l’anno Mille si trovano i primi documenti ufficiali col termine “pizza”. Come in uno datato 1195 e redatto a Penne, in Abruzzo. O quelli della Curia Romana del 1300, dove si parla di pizis e pissas riferendosi ad alcuni tipici prodotti da forno. Nel 1535, finalmente, nella sua Descrizione dei luoghi antichi di Napoli, il poeta e saggista Benedetto Di Falco dice che la “focaccia, in Napoletano è detta pizza”. In poco tempo, però, l’olio d’oliva prende il posto dello strutto, si aggiunge il formaggio e si ritrovano le erbe aromatiche. E così fa la sua apparizione una ricetta dal maestoso profumo di basilico, la pizza “alla Mastunicola” (in dialetto, del maestro Nicola). Nel 1600 siamo davvero agli inizi della storia moderna della pizza. Pasta per pane, cotta in forni a legna, condita con aglio, olio e sale grosso, oppure, nella versione più “ricca”, con caciocavallo e basilico. Con la scoperta dell’America, poi, arriva il pomodoro anche in Italia e tutto prende un sapore diverso. La mozzarella, arriva dopo nel 1800 circa, con mozzarella e basilico, senza pomodoro che è ancora opzionale, mentre per i condimenti, si legge in Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti di Francesco De Bourcard, si può usare “quel che vi viene in testa”. Ma verso la fine dell’Ottocento la pizza col pomodoro e mozzarella arriva addirittura in America grazie agli italiani che emigrano.
Ricordiamo poi che la pizza pomodoro e mozzarella (pomodoro, olio, mozzarella, origano), realizzata dal pizzaiolo Raffaele Esposito in onore della regina Margherita ed i cui colori richiamavano intenzionalmente il tricolore italiano, divenne poi la pizza Margherita. La sovrana apprezzò così tanto quest’ultima da volerne ringraziare ed elogiare l’artefice per iscritto. E veniamo ai nostri giorni. Fino al 9 agosto, in piazza Mazzini a Lecce, si sono riaccesi i forni della più grande pizzeria a cielo aperto della Puglia, quelli del Lecce Pizza Village, evento gastronomico interamente dedicato alla pizza salentina e napoletana, giunto alla sesta edizione. Anche quest’anno l’evento conferma la presenza di partner importanti, leader nazionali nel loro settore di riferimento, come Delizia Spa storico caseificio di Noci, main sponsor, il cui sogno è produrre eccellenze, creare bontà, trasformando il miglior latte crudo pugliese in specialità uniche e inimitabili lavorate a mano da mastri casari esperti, e controllate secondo le più severe norme igienico qualitative, Molino Polselli, fra i principali molini italiani, insieme ad Heineken Italia con il brand Dreher, oltre agli sponsor tecnici Ghs Salento Food Service, Cursano Distribuzione, Fernando Pensa e Isolp.”Doneremo un momento di spensieratezza, insieme ai colleghi napoletani, a chi vorrà venire a gustare una pizza di qualità, sapendo che rispetteremo al massimo le direttive anti-Covid.
Come sempre garantiamo il meglio delle materie prime, grazie alle aziende del territorio e non solo che ci accompagnano nonostante soffrano anche loro non poco le conseguenze di questa pandemia” ha riferito Marco Paladini, coordinatore del gruppo Mpgs (Maestri pizzaioli gourmet salentini). Lecce Pizza Village nasce come approfondimento di Agrogepaciok – Salone nazionale del food & beverage di qualità – ed in particolare del Forum Pizzeria incentrato sulla promozione dell’arte della pizza. Nel corso della manifestazione, infatti, si svolgeranno anche forum tematici a cura del gruppo Mpgs che, grazie al confronto con la tradizione napoletana, promuoverà la cultura del mangiare sano nel mondo della pizza. Organizzata dall’agenzia Eventi Marketing & Communication di Carmine Notaro con il patrocinio del Comune di Lecce e di Confcommercio Lecce, la manifestazione quest’anno vedrà protagonista il gruppo dei Maestri pizzaioli gourmet salentini (Mpgs) guidati da Marco Paladini e aderente a Confcommercio Lecce, insieme ai maestri del Master Pizza & Street Food Vesuviano guidati da Luigi Pirozzi.
Per otto giorni, nel “cuore” commerciale del capoluogo salentino, oltre 40 pizzaioli salentini e napoletani si alterneranno dietro 10 forni a legna, un forno gluten free. Le specialità da degustare (e giudicare) ogni sera saranno due, la pizza margherita (pomodoro, olio, mozzarella, origano) e la pizza marinara (pomodoro, aglio, olio, origano), realizzate dai migliori professionisti del Sud Italia, rigorosamente con ingredienti di prima qualità. La musica di intrattenimento sarà protagonista ogni sera. L’ingresso è gratuito. Stand aperti dalle ore 19.
di Vito Piepoli