Parole alla sbarra: “Sexy”

giovedì 16 luglio 2020


“Silenzio! Introducete l’imputata!”.

“L’imputata, signor presidente, è Sexy”.

“Cancelliere, questo è un particolare che non ci riguarda. Speriamo solo che non ci metta in subbuglio il tribunale”.

“È una parola!”.

“E allora bisogna provvedere: rinforziamo le forze dell’ordine, se necessario facciamo il processo a porte chiuse”.

“Signor presidente, forse non mi sono spiegato bene: l’imputata è Sexy nel vero senso della parola. In poche parole: Sexy è l’imputata”.

“Eccomi, signor presidente: io sono Sexy. Non si vede?”.

“Più che vedersi, si sente, si arguisce, si almanacca, si vagheggia. Voi, Sexy, siete piena di allusioni, di sottintesi”.

“Oh yes, io ho molto sex appeal, molto fascino, o, se vogliamo tradurre letteralmente, molto richiamo di sesso”.

“È quello che vedremo”.

“Signor presidente, quanti anni mi dà lei, eh, quanti anni?”.

“Se non tenete un contegno corretto, vi dò l’ergastolo!”.

“Cattivone!”.

“La mia cliente voleva dire che sono pochi anni che si trova in Italia”.

“Oh, yes, io venuta in Italia solo da fine di ultima guerra”.

“Lo so, lo so, e siamo qui proprio per questo. Siete accusata di infiltrazione, insinuazione, equivocità, provocazio­ne eccetera eccetera eccetera. Avete qualcosa da dire?”.

“Oh no, io non dire niente, io muta come pesce, io solo guardare, io guardare voi che parlate di Sexy, okay?”.

“Okay, okay. La parola alla pubblica accusa!”.

“Signor presidente, Signori della Corte! Siamo qui riuniti per una questione di sexy. Sexy in quanto fatto linguistico, Sexy in quanto parola straniera, corruttrice della nostra lingua, e dei nostri costumi!”.

“Mi oppongo! Non è vero, caro collega, non è vero!”.

“E invece sì! Sexy è per noi come un marchio, come un marchio di fabbrica che si appone dovunque, in ogni campo, in ogni settore: dall’abbigliamento alla fotografia, dal cinematografo all’editoria. Tutto è sexy! I blue–jeans sono sexy – tanto sexy che Sexy minaccia di spaccarli e di mostrarsi in tutta la pienezza della sua provocazione. I film sono sexy, i rotocalchi sono sexy. Ebbene, questo fatto scredita la nostra lingua, defrauda quelle parole a cui Sexy si sovrap­pone, come erotico, provocante, parole che sono molto più degne, e molto più pregne di significato, e perciò più autentiche, di questa Sexy ipocrita e borghese che na­sconde nelle sue pieghe suggestioni pericolose, immagini lascive di una sessualità morbosa e perversa”.

“Io non nascondo niente! Sono le persone come lei che volere nascondere, che volere coprire!”.

“Voi falsate le cose, offrendo con la vostra voce un’immagine diversa da quella reale, quale suona nella nostra lingua. Erotico, al vostro posto, è molto più sincero, più reali­stico”.

“Caro collega, lei, allora, preferisce la realtà nuda e cruda!”.

“Certo: bisogna dire pane al pane e vino al vino. Io sono per il nudo integrale!”.

“Lei è un immoralista!”.

“Al contrario, caro collega. È lei che offende la morale, con quel suo idealismo ipocrita e borghese!”.

“Se la mettiamo sul piano filosofico, allora dovremmo dire che qualunque idealismo è ipocrita e borghese, per il fatto che si oppone alla realtà. Ma l’idealismo non si oppone al­la realtà, al contrario la potenzia e l’esalta. E questo è anche il caso di Sexy”.

“Io sono un materialista linguistico!”.

“No, il suo è un comodo paravento! La verità, caro collega, la verità è che lei ce l’ha con Sexy perché a lei, ormai, Sexy non dice più niente”.

“Non è vero! Sul piano della lingua, Sexy a me dice molto di più di quanto non dica a lei!”.

“Se la mettiamo sul piano filologico, allora io le dico che anche in questo campo posso darle una lezione!”.

“Oh yes, a me piace molto lezione filologica sopra di me! Io sono tutta sexy: filologica, filosofica, metafisica…”.

“Sentito, caro collega dell’Accusa? Sexy, con quella sua voce dolce, suadente, dischiude mondi meravigliosi, discopre zone inesplorate, piene di suggestiva bellezza. Cosa che il suo Erotico non è capace di fare. Nemmeno col kappa, come usa scriverlo qualche illustre cinematografaro – e come del resto lo scrivevano i Greci: erotikòs, erotiké, erotikòn. Anzi, Erotico, col kappa, suona ancora più duro, s’involgarisce ancora di più. Sexy, invece, con quella x, s’ingentilisce. Sexy: sente? E non solo la x, ma quella i lunga, alla fine, con quel risvolto, in basso, non dirò lascivo, ma strettamente sexy – come dire? – la spiritualizza. Senza contare il suono puro, divino, di quella esse iniziale. Se–xy: due piccole sillabe, due particelle elementari, in cui è racchiuso in germe l’universo!”.

“Ma che mi sta facendo la difesa di Frine? Lei, come il suo collega Iperide, è innamorato della bella forma, si lascia suggestionare dai suoni più che dalle immagini! Ebbene, io non nego che le suggestioni abbiano un loro fascino, ma sono anche pericolose, più pericolose di quanto non lo sia una rappresentazione realistica, e magari volgare”.

“Oh, per questo tutto è pericoloso. Però vede, caro collega, se lei mi dice Erotico, invece di Sexy – o peggio ancora Lascivo – lei mi toglie alla realtà quel sapore ideale che Sexy al contrario le conferisce. Con Sexy, vede, l’ideale si cala nel reale, e lo nobilita, lo porta alla sublimazione. Per dirla con Freud. E allora? E allora, Signori, che cosa sono, cosa diventano i tabù di fronte a Sexy, cosa diventano i complessi, gli amplessi e tutti i sessi del mondo di fronte a questa nobile creatura! Basta con le volgarità: diciamo Sexy, e stendiamo un velo su tutte queste brutture”.

“Mi dispiace, collega, ma non sono d’accordo: io mi tengo il mio erotico. Lei potrà dire tutto quello che le pare, sul piano logico, filologico e filosofico, ma sul piano erotico Sexy non è che un flatus vocis, non è che un soffio, oserei dire un’astrazione. Mi fanno ridere la sua x e la sua ipsilon! in Erotico c’è ben altro! Intanto è un quadrisillabo, e come tale s’impone molto più del suo Sexy. All’orecchio, voglio dire. E poi Erotico è concreto, Erotico rode, erotico riempie la bocca, con quella erre che è tutta un programma. Ma poi, se vogliamo restare nel campo della lingua, che è proprio quello che ci riguarda, Erotico è più nostro, anzi, Erotico è nostro, deriva da Eros, il dio greco, il dio del l’amore. Il suo Sexy, invece, da che deriva? Da sex, che significa sesso. Altro che sottintesi!”.

“Comunque Sexy ha un fascino inesauribile, mentre Erotico a un certo punto chiude, non dice più niente”.

“A lei, a lei che si pasce di sogni e di fantasie. Lei è un masturbatore cerebrale!”.

“Andiamo, collega, se togliamo i sogni, se togliamo i veli, che cosa ci rimane? Non dico a noi, che ormai…”.

“Ma che ormai e ormai!”.

“Volevo dire, lasciamo ai giovani qualcosa da scoprire, lasciamo ancora un po’ di spazio alla fantasia, all’immaginazione, alla speranza! Sì, Signori, alla speranza! Almeno qui. Se è vero che nel mondo il sesso è tutto, lasciamogli almeno un briciolo di speranza, altrimenti, altrimenti non ci sarà più gusto nella vita. Lasciamo un po’ di spazio anche al piacere della scoperta. Al piacere dello scoprire”.

“Basa così. La Corte si ritira per deliberare”.

“Silenzio!”.

“La Corte, esaminati gli atti processuali, udite le arrin­ghe e le lusinghe della Difesa, e dell’imputata, ritiene Sexy più che innocente, ingenua, e la proscioglie da ogni capo di abbigliamento, voglio dire, d’imputazione. La seduta è tolta!”.

 

 

 


di Mario Scaffidi Abbate