Una Prima Donna al Quirinale e un “primouomo” al Salone Margherita?

venerdì 20 dicembre 2019


La proiezione è ammirevole: il 27 gennaio del 2022 il nostro Presidente della Repubblica potrebbe andare a casa se non rieletto. E questo è nella norma. Quello che è anomalo nel nostro Paese è la presenza di una donna al Colle. Se poi la donna è bella e provocante, ancora peggio, cioè di difficile realizzazione. Ma c’è un posto magico dove tutto può accadere, un posto che si chiama Teatro. Con la finzione scenica tutto si può. Può anche accadere che una superdonna con uno stacco di coscia chilometrico salga e scenda dalle scalette del Salone Margherita come una trentenne senza badare a niente e a nessuno. La donna in questione si chiama Valeria Marini, che, diretta dal suo pigmalione, Pierfrancesco Pingitore, se ne strainfischia del mondo esterno, va per conto suo, in un’altra e “alta” dimensione. Arriva come una Diva, attesa come una Diva.

 Un gioco delle parti che sfugge di mano agli stessi organizzatori, i quali hanno sicuramente previsto l’affluenza (se pur costruita essendo una prima), ma talmente reale che ci credono tutti. Ci crediamo tutti, tutti i presenti e anche gli assenti. Lo spettacolo è ben costruito, come solo l’esperienza di lungo corso sa fare. Pingitore è sicuramente un grande, mostra solo un po’ di stanchezza, eminentemente “professionale” (per dir così), quando alla fine dello spettacolo sale sul palco per dire che non ha visto mai tempi così bui, così privi di prospettive, considerando che chi prende spunto dalla realtà quella stessa realtà poi porterà anche sul palco. Ovviamente quei tempi andati, seppur pieni di contrasti, erano ricchi di spunti, sia per quanto riguarda la satira politica, sia per la cultura in generale. E chi come lui ha avuto a che fare con tanta e varia umanità è giustamente un po’ depresso. Depressione che si nota sul palco perché i personaggi da affrontare replicano quelli che sono nella realtà. La bravissima Morgana sovrasta i suoi stessi imitati, Manuela Villa resta se stessa anche quando in veste di attrice/imitatrice impersona qualcun altro. Lo stesso Martufello sembra grattarsi i vestiti perché gli vanno un po’ “stretti”.

Il caro e bravo Mario Zamma, simpaticamente imprigionato nelle vesti di De Mita-Bindi, sorprende vederlo nei panni (nelle felpe) di Salvini che si azzuffa con Di Maio (l’unico personaggio che riporta ai fasti passati) imitato da Enzo Piscopo, aiutato dalla sconvolgente somiglianza fisica col suo personaggio. Nell’insieme, si sente la mancanza sul palco delle super ballerine degli anni ’90, che peraltro (con Alessandra Pesaturo, ora apprezzata giornalista, davanti a tutte) stanno in platea ad applaudire i colleghi. Tra prima e dopo si fa fatica a fare raffronti… L’unica che non si scompone e che è perfettamente a proprio agio è lei: Valeriona! Per lei il tempo non è passato: sorride, canta, balla, manda bacini, tutto come prima. Prima di questa de-pressione che sovrasta il Paese, che si sente in ogni angolo della città. Ammirevole lo sforzo di Nevio Schiavone, a capo di una struttura che rischia la chiusura (e già questo, da solo, è un fatto grave). Allora in queste feste natalizie e di fine anno non resta che andare a vedere uno spettacolo che potrebbe essere, ma noi ci auguriamo di no, l’ultimo della storia del Salone Margherita. Alla fine quel pizzico di sana nostalgia per i tempi andati va via solo guardando gli affreschi del teatro, i costumi di Maurizio Tognalini, la scenografia di Graziella Pera, le coreografie di Evelyn Hanack e il corpo di ballo: Gaetano Messana, Federica Della Pelle, Roberta Vesperini, Tiziana Cardella e Arianna Tarquini.

La Presidente”, scritto e diretto da Pierfrancesco Pingitore, va visto. Va visto per tutto quello che c’era e per tutto quello che non c’è più. Perché ci sono dei luoghi immortali al di là del tempo e delle mode, dove le pennette di Principessa hanno lo stesso profumo da sempre. E perché no, magari prima della fine dello spettacolo vedremo un “primouomo” al Salone Margherita” (?), augurandoci nel 2022 una prima donna al Quirinale e auspicando per le generazioni future di non doversi meravigliare se a un posto di potere, dopo tanti uomini, sieda una Donna.

Fino al 23 febbraio al Salone Margherita, info: 06/6791439.


di Giò Di Sarno