“Impressionisti segreti” in mostra a Roma

martedì 17 dicembre 2019


Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Morisot, Gauguin, Signac, sono solo alcuni degli artisti della mostra “Impressionisti segreti” visitabile fino all’8 marzo 2020 a Palazzo Bonaparte di Roma.

Oltre 50 opere di impressionisti e neo impressionisti che sono a disposizione dei visitatori e turisti. La cura della mostra è affidata a due esperti di fama internazionale, Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, primo sostenitore degli impressionisti, e Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi, sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet e Berthe Morisot. Inoltre, è la prima volta che Palazzo Bonaparte apre le sue porte al pubblico, dopo un lungo restauro durato 12 mesi. Un Palazzo molto particolare perché è stata la residenza romana secentesca di Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone sopranominata “Madame mère”.

Con i suoi 3 secoli di storia e il suo splendido affaccio su Piazza Venezia, l’edificio, prezioso gioiello del Barocco romano, fu testimone di innumerevoli vicende storiche che hanno segnato la storia italiana e della città.  Dalla sala imperiale è possibile accedere alla famosa loggetta, balconcino chiuso che Letizia Ramolino usava per guardare la vita in strada e da dove si può oggi scorgere il Vittoriano.

Tornando all’esposizione, le opere sono veri e propri tesori nascosti provenienti da collezioni private quasi mai accessibili e concessi solo eccezionalmente per questo evento culturale.

Accanto a nomi altisonanti del movimento francese, è possibile scoprire anche capolavori di artisti meno conosciuti mondialmente come Théo van Rysselberghe, Eva Gonzalès o Federico Zandomeneghi, l’unico italiano che ha aderito al mondo impressionista subito dopo il suo arrivo a Parigi.

Autori “minori” solo di nome, perché la mano impressionista è sempre presente con veloci tocchi di pennelli ed importanti esplosioni di colori e con l’abbandono della pittura accademica nel chiuso degli atelier per spingersi verso mete stilistiche più libere e “en plein air”.

Ogni sala è dedicata a uno o più personaggi, con tanto di biografia semplice e veloce che aiuta il visitatore a capire l’origine famigliare di ogni singolo artista che ha poi influenzato, nel bene o nel male, la propria vena pittorica.

Per chi volesse un’infarinatura su uno dei movimenti artistici più importanti del secolo scorso, questa è un’ottima occasione. Tanto più che la mostra non si ripeterà in altre sedi espositive e quindi quella di Roma sarebbe la prima e ultima tappa di un evento culturale più unico che raro.


di Cristina De Palma