“Napoli nel Cuore” di Roma

venerdì 18 ottobre 2019


L’Altro Teatro è una rubrica settimanale de “L’Opinione delle Libertà” curata da Giò Di Sarno. Si tratta di uno spazio in cui si vuole dare visibilità a spettacoli, opere teatrali in particolare, che pur avendo per protagonisti artisti di talento e soggetti interessanti, faticano ad avere voce sui media nazionali. I quali, come spesso succede, non dedicano molto spazio ad approfondire le proposte di teatri periferici. Ed è proprio in questi teatri, cosiddetti Off, dove spesso si esibiscono attori pieni di talento e si rappresentano gli spettacoli più interessanti. L’intento di questa rubrica è, perciò, quello di fornire un’informazione aggiornata allo spettatore, il quale spesso è ingolfato dalla pubblicità dei “soliti noti” e incanalato in un’unica direzione. In questo caso, senza fare discriminazioni al contrario e compatibilmente con lo spazio settimanale, si darà voce a tutti, senza distinzioni. Andando sul posto, sedendosi in platea e riportando esattamente reazioni e sensazioni del pubblico, facendo così da tramite per fomentare l’interrelazione fra spettatori e spettacolo.

Domenica 13 ottobre, l’Arte e la Cultura napoletane sono andate in scena al Teatro Eduardo De Filippo di Officine Pasolini per la settima edizione dello spettacolo commemorativo “Napoli nel cuore” ideato da Fabrizio Finamore in ricordo del padre Mario scomparso alcuni anni fa.

“FinAmore”, un cognome con la parola “Amore” al suo interno, che Fabrizio porta orgogliosamente ricordando quel papà andato via troppo presto e in modo veramente ingiusto. Entrato in sala operatoria per un intervento e poi… il buio. Parlare del proprio padre in una serata di spettacolo deve essere difficile, ma la professionalità di Fabrizio mitiga bene le emozioni. Sul palco delle Officine Pasolini si sono alternati artisti che hanno reso omaggio a Napoli in un modo straordinario. Poco “pizza e mandolini”, tanta professionalità. Ha aperto la serata la voce di Massimo Venturiello con un monologo sull’emigrazione e a seguire “Lacreme napulitane”, accompagnato alla tammorra prima e al pianoforte dopo dal polistrumentista Roberto Fabbri che nel corso della serata si è nuovamente esibito, questa volta alla chitarra, assieme alle due figlie: una cantante e l’altra violinista.

La kermesse è stata entusiasmante, sempre toccando il “cuore”, soprattutto quando hanno ricordato il venticinquesimo anniversario della morte di Massimo Troisi e la recente scomparsa di Luciano de Crescenzo. La memoria di questi due artisti è stata affidata ai racconti amorevoli dell’attore Renato Scarpa, che ha anche ricordato che si può essere napoletani pur non essendoci nati. Le immagini hanno fatto il resto, pubblico divertito, commosso e attento. L’attore Pino Ammendola, veterano della manifestazione, ha declamato i vari modi per esprimere dissensi in napoletano, parolacce recitate come se fossero state le frasi più romantiche del mondo. Mai volgarità, solo arte.

Coinvolgenti anche Grazia Di Michele con “Io te voglio bene assaje”, Ambrogio Sparagna con la tarantella, Maria Pia De Vito con un brano di Pino Daniele, accompagnata da due suoi allievi molto promettenti.  Dopo è stata la volta dell’attrice Maria Letizia Gorga con Massimo Colasanti e Simone Salza, in una esibizione tratta da “Musicanti”. L’attore Vittorio Viviani ha letto un brano de “I promessi Sposi” riscritto da Raffaele Pisani in endecasillabi napoletani. Lo spessore è altissimo, tra emozioni che si fanno sempre più forti e i ricordi sempre più presenti. La serata si è conclusa con l’esibizione di Alex Britti, il quale ha dichiarato di non saper cantare in napoletano, ma che poi ha cantato in quella lingua e con la sua “Settemila caffè” ha omaggiato la città partenopea nel suo “vizio” più nobile: ‘o cafè!

E come quel caffè sospeso di cui spesso si sparla, ma esiste davvero, così la manifestazione devolve la raccolta fondi a favore dei più bisognosi. Quest’anno il ricavato è stato destinato ai bambini in difficoltà aiutati da Salvamamme, della Comunità di Sant’Egidio di Napoli e della Fondazione Emanuela Panetti.

Lo spettacolo si è chiuso con tutti gli artisti sul palco in un coro unico con “Yes I know my way” di Pino Daniele. Fabrizio Finamore ha chiamato i due figlioletti sul palco per omaggiare le signore con un regalo floreale. Tutto per un attimo gli sarà sembrato perfetto. Attimo in cui avrà smesso di chiedersi i tanti perché che sicuramente lo affliggono ogni volta che rivolge un pensiero a chi non c’è più e avrebbe potuto dare ancora tanto, come genitore, nonno e giornalista. Sulla pagina web è possibile trovare i video su cosa vuol dire portare “Napoli nel cuore” per grandi artisti e uomini di cultura come: Peppino di Capri, Maurizio Di Giovanni, Massimo Ranieri e Vincenzo Salemme.

(*) Foto di Laura Pelargonio


di Giò Di Sarno