L’amore ai tempi di Tinder

mercoledì 5 giugno 2019


L’amore? Si fa sui tetti come i gatti. Scomodo, ma eccitante. Soprattutto, quando si tratta di due quasi sconosciuti, Ben e Marion, che si cercano e si trovano grazie a Tinder, nota App di dating, in cui gli iscritti fanno una sorta di pesca a strascico a partire dalle immagini dei loro partner virtuali, drogandosi di drink e patatine per incontrare, “dal vero”, quante più persone reali possibili. Il regista francese Patrick Cassir, al suo primo lungometraggio, La prima vacanza non si scorda mai (in uscita nelle sale italiane il 20 giugno), presenta la sua versione rosaspina delle gioie e dolori di una coppia alle primissime armi.

Per due amanti con personalità contrapposte, e all’inizio di un rapporto, la situazione “vacanza assieme” funziona come la nitroglicerina: più movimento moltiplica le probabilità che salti tutto, ma anche stare fermi implica un processo rapido di dissoluzione del legame per pura noia. Però, il vero, duro confronto è tra mentalità diverse e contrapposte, perché il bozzolo in cui si concentra il carattere di ognuno di noi è simile a una fortezza inespugnabile: si combatte duramente per mantenere le proprie abitudini, in ogni circostanza, per buone o assurde che siano. Chi, preferisce come Ben (Jonathan Cohen) spiagge riminesi con migliaia di lettini allineati in bella fila, sogna la sdraio, il bibitone in mano per lenire il caldo e un buon libro di lettura a fare compagnia.

Invece, le tipe come Marion (Camille Chamoux), tutte Indiana Jones pronte a conversare con chiunque presti loro attenzione, amano l’azione e odiano l’indolenza. Quindi, se un uomo tranquillo e ipocondriaco, fissato per l’igiene intima e la regolarità dell’intestino, accetta come compromesso una meta a lui ignota e straniante come la Bulgaria, pur di non finire in qualche Paese assai poco consigliabile del ribollente Medio Oriente, scelto in origine da lei, allora dovrà accettare le incognite della sopravvivenza in terra ostile. Come un mare color fango o una sistemazione Airbnb in una caratteristica casa bulgara senza porta divisoria tra bagno e camera da letto.

Interrogarsi sull’intimità di coppia fuori dal sesso non è una questione banale: molto spesso, quando lui e lei vanno in crisi ricorrendo all’aiuto dell’analista si sentono porre, per prima cosa, la fatidica domanda: “Ma voi fate pipì insieme?”. Figurarsi, poi a tollerare certi tipici rumori quando si va in bagno. Nel caso del carattere ossessivo di lui, per cui la riservatezza su certi riti corporali è ragione di vita, l’unica via di fuga è liberarsi del “superfluo” di notte e in mezzo alla natura, e pazienza se poi ci si deve accontentare del giardino di casa!

Così, la prima parte trascorre veloce e divertente con dialoghi improvvisati (e questa resta la cifra originale del film), situazioni imbarazzanti e nomadismi di coppia che incontrano l’avventura vera, con lui che trascina lungo le sterpaglie bulgare un impeccabile trolley da persona comoda, calzando leggere espadrillas, mentre lei lo precede inquieta e impaziente, indossando un pratico sacco a spalla e scarponi tout terrain per affrontare percorsi accidentati.

Ma l’incontro con un’improbabile comunità hippie di montagna che pratica il sesso libero e i doveri di cucina a rotazione, le atmosfere della social dance locale ricche di folclore, le usanze del posto con i loro liquori artigianali, creeranno quella magia così a lungo inseguita nei sogni di chi usa Tinder per redimersi da una disperante solitudine e cerca testimonianze di sé stesso nella cronaca minuto per minuto di Instagram. Sarà la noia di un resort bulgaro a cinque stelle (dove un ossessivo ragazzo di camera ti spiega maniacalmente e con mille inutili dettagli come accendere il condizionatore o azionare la maniglia della porta) e l’incontro con una coppia di francesi, genitori di un’insopportabile bambina, a rompere l’incantesimo separando ciò che Dio, in fondo, non aveva unito. Ma, galeotto fu il fumetto che farà capire a quei due inseparabili cuori solitari che cosa provano davvero.

 


di Maurizio Bonanni