giovedì 9 maggio 2019
L’Altro Teatro è una rubrica settimanale de “L’Opinione delle Libertà” curata da Giò Di Sarno. Si tratta di uno spazio in cui si vuole dare visibilità a spettacoli, opere teatrali in particolare, che pur avendo per protagonisti artisti di talento e soggetti interessanti, faticano ad avere voce sui media nazionali. I quali, come spesso succede, non dedicano molto spazio ad approfondire le proposte di teatri periferici. Ed è proprio in questi teatri, cosiddetti Off, dove spesso si esibiscono attori pieni di talento e si rappresentano gli spettacoli più interessanti. L’intento di questa rubrica è, perciò, quello di fornire un’informazione aggiornata allo spettatore, il quale spesso è ingolfato dalla pubblicità dei “soliti noti” e incanalato in un’unica direzione. In questo caso, senza fare discriminazioni al contrario e compatibilmente con lo spazio settimanale, si darà voce a tutti, senza distinzioni. Andando sul posto, sedendosi in platea e riportando esattamente reazioni e sensazioni del pubblico, facendo così da tramite per fomentare l’interrelazione fra spettatori e spettacolo.
Dalla televisione al teatro il passo è breve sia metaforicamente, in quanto è la giusta conclusione per far avere un contatto ravvicinato tra gli artisti e il pubblico, che fisicamente, perché la distanza fra gli studi Rai di Napoli dove si tiene il fortunato show “Made in Sud” e il Teatro Cilea, posto sulla collina del Vomero è veramente poca. Domenica 5 maggio è andato in scena lo spettacolo, “Compagni di Classe” estratto della comicità di alcuni dei protagonisti del divertente show giunto alla sua tredicesima edizione, tra tv private e Rai 2. La commedia teatrale ha come protagonisti sette comici del cast di “Made in Sud” che, attraverso sketch allegri e leggeri, hanno ripercorso le avventure che si vivono tra le mura di un liceo. Tra amori, emozioni, tensioni, paure e scaramanzia in un riassunto colmo di quella che è l’ironia verace e scaltra del Sud. Dopo due ore di ininterrotte risate, i protagonisti si sono divertiti a raccontare alla sala strapiena, attraverso vecchie fotografie mostrate sullo schermo, i loro tempi di scuola con vari aneddoti sulla loro vita, come le motivazioni che li hanno portati a diventare comici, l’appoggio della famiglia, gli inizi alle tv locali, fino al grande successo della trasmissione “Made in Sud” con oltre 100 puntate in prima serata su Rai 2 Sul palco il comico Nello Iorio, celebre per il suo personaggio “nonno moderno” e per il suo tormentone “bruciamo i magri”.
Il duo comico Enzo e Sal, che hanno raccontato, tra i tanti ricordi, anche il loro primo incontro, e la neo coppia Rosaria e Giuseppe con il loro “Ungrassed”, parodia dello show di Discovery “Undressed” che consiste in un dating per persone in sovrappeso. Inoltre i due si sono esibiti anche in un divertente ballo tra “Miss Illude” e il “personal trainer” Peppe (non perfettamente in linea con i canoni estetici del “personal”) avvalendosi anche di due persone prese dal pubblico. Presenti anche il comico Mino Abbacuccio con il suo “Sbaglio”, un tatuatore atipico e il figlio incompreso con il pupazzo “Titti”. Il professore Enzo Fischetti (critico della trasmissione), molto più disinvolto e alla mano rispetto al personaggio che siamo abituati a vedere su Rai 2. Momento molto toccante quello finale, nel quale il presentatore Mastrandrea e il comico Giuseppe hanno ricordato l’amico Massimo Borrelli (in coppia con Giuseppe agli esordi con il duo “Ladri pasticcioni”), scomparso anni fa per un tumore al pancreas. Grande commozione per il pubblico napoletano quando Giuseppe ha letto una lettera che scrisse anni fa per l’amico-socio-fratello appena subito dopo la sua dipartita. Lodevole l’iniziativa di dare il nome dell’attore scomparso alla sala del Cilea, e devolvere parte dell’incasso sia di questo spettacolo e di quelli che verranno, per la ricerca su questa malattia devastante. Tutto allo scopo di sensibilizzare, attraverso gli eventi, l’importanza della lotta e della prevenzione ai tumori.
La regia è di Ciro Ceruti, mentre i costumi sono stati curati da Rita Boccarossa e Antonietta Rendina.
di Giò Di Sarno