Il caso Orlandi nel film di Faenza

mercoledì 12 ottobre 2016


Tra i registi cinematografici del nostro Paese, Roberto Faenza spicca per la sua capacità di raccontare storie e vicende con una bravura e una profondità di sguardo che colpiscono lo spettatore.

Nel suo ultimo film, intitolato “La verità sta in cielo” e da poco distribuito nelle sale italiane, Faenza affronta una vicenda dolorosa e terribile, la scomparsa, ancora avvolta da un fitto mistero, di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana e figlia di un funzionario dello Stato Pontificio, che il 22 giugno del 1983 si dileguò nel nulla. Il film inizia con il dialogo con cui il direttore di una televisione britannica affida ad una giornalista investigatrice, parte interpretata in modo magistrale da Maya Sansa, il compito di indagare, a distanza di trent’anni, sul mistero legato alla scomparsa della giovane cittadina del Vaticano.

Nella seconda scena, in modo straordinario per descrivere il contesto storico in cui questo fatto terribile è avvenuto, si ascolta la telefonata di un signore alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, il quale afferma in modo netto ed inequivocabile che per conoscere la verità sul caso di Emanuela Orlandi, bisogna capire la ragione per la quale il boss della Magliana Enrico De Pedis (detto Renatino) è stato sepolto nella basilica di Roma di Sant’Apollinare. Una volta approdata nella città eterna, la giovane giornalista inglese ha un incontro con una donna, una giornalista italiana, che ha incontrato e intervistato Sabrina Minardi. Dalla collega italiana, la giornalista inglese apprende fatti, notizie, informazioni legate sia alla storia criminale di De Pedis sia alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Sabrina Minardi, che di De Pedis è stata la compagna per anni, come emerge dal racconto della giornalista italiana alla sua collega inglese, dichiara di conoscere la verità sulla scomparsa della ragazza.

De Pedis fu la persona che realizzò il piano per sequestrare la ragazza. Nel film, frutto di una documentazione scrupolosa raccolta da Faenza nel corso di cinque anni, vi è una sintesi pregevole delle varie ipotesi investigative avanzate per dissipare e chiarire il mistero. Lo spettatore ha l’impressione che al centro del racconto vi sia lo sforzo di mostrare le relazioni ordite da uomini influenti, che si muovono nel mondo oscuro dei poteri occulti della capitale. Il sequestro venne compiuto per esercitare pressioni sul Vaticano. Infatti proprio in quegli anni, il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, su cui la mafia aveva depositato ingenti quantità di denaro, finanziava in modo generoso le casse dello Ior, la banca vaticana, a capo della quale vi era il Cardinale Paul Marcinkus. Questi soldi, ricevuti dallo Ior, come emerge nel film di Faenza, furono utilizzati per finanziare Solidarnosc in Polonia, il sindacato che si opponeva al regime Comunista. Marcinkus, di cui nel film vi è un ritratto memorabile, figlio di una lavavetri, nato in un sobborgo di Chicago, con grande abilità diviene un prelato potentissimo. Quando Calvi si trovò in difficoltà, poiché i poteri criminali, che avevano depositato i capitali nella Banca Ambrosiana di cui era Presidente, ne chiedevano la restituzione, Marcinkus escogitò con abilità un modo, per evitare che la banca vaticana fosse costretta a restituire tutti i soldi, che aveva ricevuto in prestito dall’istituto bancario lombardo. Roberto Calvi venne, in seguito, trovato morto a Londra, sotto il ponte dei Frati Neri, con il corpo che pendeva nel vuoto sul Tamigi. Prima di morire, in circostanze mai chiarite, Calvi ebbe rapporti frequenti con il faccendiere Flavio Carboni, un faccendiere spregiudicato, di cui nel film si parla in modo rigoroso.

Nel film la scomparsa di Emanuela Orlandi viene messa in relazione con le vicende in cui venne coinvolta la banca vaticana, lo Ior, il fallimento del Banco Ambrosiano, e la morte in circostanze mai chiarite di Roberto Calvi. La conclusione del film suscita nell’animo dello spettatore una grande emozione. Un film questo di Roberto Faenza su di un grande mistero, su cui la verità ancora non è stata accertata in modo definitivo.


di Giuseppe Talarico