martedì 14 giugno 2016
Il libro di Roberto Giuliano nasce da una ricerca operata tramite Facebook, nella quale si chiede ai propri amici cosa intendono o cosa evoca loro la parola socialismo.
Dalle risposte avute (97) si analizza il contenuto delle varie riflessioni cercando di valutarne il senso in chiave politica e anche psicologica. “Questo mi ha permesso - spiega l'autore - di fare una analisi di ampio respiro su cos’è il socialismo in chiave storica e sociologica nelle aspettative profonde delle persone. La stessa parola ha sempre sottinteso concetti e valori a volte in profonda antitesi. Certamente l’aspetto più complesso è la visione ideologica del termine socialista, che determina aspettative messianiche se non religiose; si è cercato di posizionare il socialismo all’interno di una visione valoriale, alternativa all’ideologia. Il socialismo liberale è quello che viene proposto come idea-guida di un socialismo per il terzo millennio. Nel libro viene allegata una breve sintesi dei movimenti politici e dei personaggi più significativi della storia del movimento socialista e operaio, allo scopo di dare degli spunti a chi, giovane, si vuole avvicinare alla problematica ideale del socialismo. Per alcuni aspetti vuole essere un tentativo, non so se riuscito, di rilanciare verso le nuove generazioni una idea vecchia e giovane, che è il socialismo riformista; inoltre la possibilità che anche in Italia si crei un movimento socialista liberale e libertario. Lo stesso titolo vuole essere una sana provocazione a quelle visioni apocalittiche e totalitarie che vivono l’impegno politico come sofferenza e dolore. La vita è un inno alla gioia anche se non ne conosciamo il senso, la gioia e l'allegria che non escludono il senso di responsabilità e di dovere verso sé e i propri simili. Così lottare per il benessere è fatto certamente di rinunce - conclude Roberto Giuliano - rischi e sconfitte ma sono accompagnate dall’ottimismo di operare, dando un senso alla nostra vita, anche nei confronti di coloro che democraticamente sono contrari alla nostra idea”.
La prefazione è di Gianni De Michelis e l’introduzione di Duccio Trombadori inoltre ci sono allegate due interviste: una ad un ex segretario della Uil Confederale e l’altra al presidente dell’Unione Coltivatori Italiani. Questo perché ritengo che non possa esistere un movimento socialista che, nonostante l’evoluzione della società, non interloquisca con il mondo del lavoro sia industriale, impiegatizio che contadino.
di Redazione