Teatro della Cometa, stagione 2016/17

mercoledì 1 giugno 2016


La scorsa settimana anche il Teatro della Cometa ha presentato il suo programma per la stagione 2016/17, in presenza del suo patron, Giorgio Barattolo, e con la conduzione di Pino Strabioli.

La parte del leone, come autore, è riservata a Gianni Clementi, che firma ben tre storie sulle undici in cartellone. La prima, in ordine cronologico, è la riedizione di “Belle Notti”, che abbiamo già incontrato sulla pagina della cultura di questo giornale, seguita da “Barberia, barba, capiddi e mandulinu” le cui atmosfere magiche faranno rivivere la Sicilia di altri tempi, vista e raccontata da un salone di barbiere; infine, dello stesso autore: “Finché vita non ci separi”, che racconta in modo capzioso, ironico e istrionico la vigilia della preparazione in casa Mezzanotte del matrimonio del figlio maschio, Giuseppe, con una gentile signorina di classe sociale e rango “inferiore”, secondo le leggi non scritte di mammà. Anche la riduzione teatrale del film francese di grande successo del 1985, “Tre uomini e una culla” (cui ha fatto seguito la versione hollywoodiana di “Tre scapoli e un bebè” del 1987), trova posto nella programmazione con lo spettacolo “Tre papà per un bebè” che ci parlerà di paternità “diversa” e di famiglia allargata, destinata a trasformare per sempre l’esistenza di tre inguaribili Peter Pan.

In “Nessun luogo è lontano” si analizza l’intimità e l’introversione di uno scrittore 50enne che, dopo aver rifiutato in diretta un premio letterario di grande valore, sceglie l’esilio volontario in una sperduta baita di montagna. Ma nessuna solitudine è inviolabile. Quindi, accade che, a distanza di tre anni, in quell’eremo sperduto irrompa una bella ragazza e di lì a poco anche il nipote di lui. In sintesi: un incontro di solitudini, che rivoluzionerà le scelte dell’autore.

C’è anche posto per un varietà colto e raffinato, come quello di Gennaro Cannavacciuolo (che ha portato in teatro come mascotte un figlio bellissimo!) in “Yves Montand - Un italiano a Parigi”, che ha richiesto molti mesi di preparazione, rivelandosi uno spettacolo complesso (si è trattato, infatti, di comprimere in un’ora e mezzo 500 pagine di biografia!) e affascinante, per tessitura e tensione ricostruttiva di una esaltante vita artistica sentimentale e politica, con amori del calibro di Edith Piaf, Simone Signoret e Marilyn Monroe.

E poi, direttamente dall’America, “Moms!”, scritto da sei attrici madri canadesi, in cui i loro piccolo figli le sottopongono a una perenne camera di tortura facendo passare loro delle situazioni “terrificanti”. Insomma, pura carta vetrata di ruvida ironia anglosassone, in cui le madri vere, vedendolo, si sentono come redente dallo spettacolo. “Che li avete fatti a fa’ ‘sti figli! Uomini: impalmate solo fidanzate che non vogliono figli!”, provoca dal palco accanto a Strabioli una delle simpaticissime attrici del cast italiano, mettendola, per così dire, “in caciara ma con tanto rigore!”. In “Risiko” sono in scena un gruppo giovani rampanti che fanno politica ma potrebbero fare di tutto e anche di peggio. Si ride di gusto, invece, in “Ring” dove una scatenata Michela Andreozzi (che abbiamo ammirato di recente nel suo monologo “A letto dopo Carosello”), scritto dal francese Léonore Confino, ci narrerà degli assalti e delle Caporetto della vita di coppia, nelle sue pressoché illimitate combinazioni e sfumature. Ancora, “Chi è di scena” è una miscela di teatro puro e popolare, un thriller tra comicità e drammaturgia sperimentale, che narra dell’amore verso il teatro e tra le persone, con la solenne promessa di sorprendere gli spettatori paganti!

Infine, “Zadriskie Point” (da Zadra), scritto diretto e interpretato dallo stesso Marco Zadra, una sorta di Monty Python del teatro giovane italiano, che promette divertimento assicurato con la sua arietta da dandy finto svagato, interpretando un attore imbottito di psicofarmaci in perenne contatto con la sua psicologa calabrese, di cui (guarda caso) è l’unico paziente. Con i migliori auguri per Barattolo e le sue genti di teatranti!


di Maurizio Bonanni