“Ferocia”, contro la violenza di genere

venerdì 4 marzo 2016


L’augurio è di non doverlo fare mai più. Questo l’obiettivo che si era posta l’autrice/attrice Betta Cianchini quando ha cominciato a portare in scena la tragedia dei femminicidi e della violenza di genere.

Nei suoi lavori teatrali, Cianchini si è sempre dedicata a tematiche sociali che vanno dalla gravidanza - vissuta sia dal punto di vista femminile che maschile - alla depressione “post partum”, passando per la precarietà lavorativa. Poi, nel 2013, al termine di una settimana di rappresentazione di dodici Storie di donne morte ammazzate, è arrivata la Notte rossa contro il femminicidio con blitz performativi in vari punti di Roma per pretendere, in nome della Convenzione di Istanbul, l’attuazione di una serie di misure; ovvero promozione delle pari opportunità, sensibilizzazione e prevenzione della violenza domestica, protezione, risarcimento e reinserimento sociale delle vittime (attraverso centri anti-violenza, sportelli di ascolto, case di semi-autonomia), punizione e allontanamento di mariti e compagni colpevoli.

Da allora, il focus della sua attività si è concentrato su questa campagna, e l’iniziativa in programma domani all’Ex Dogana a Roma (via dello Scalo San Lorenzo, 10) sancisce un’ulteriore tappa del percorso. Dalle ore 18,30, con ingresso gratuito, è previsto il vernissage di un’esposizione curata da “Officine Fotografiche Roma”, e a seguire un dibattito sui diritti della donna, con ospite speciale la grande attrice Franca Valeri e gli interventi, tra gli altri, della Cooperativa Sociale BeFree e di vari centri di ascolto cittadini, compreso quello per uomini maltrattanti, il Cam.

“Questo - sostiene Cianchini - mi sembra un punto di svolta, perché credo che l’unica maniera per vincere questa battaglia sia essere uniti, uomini e donne, e il Centro di ascolto uomini maltrattanti è un servizio psicologico importante, gratuito, a cui si può rivolgere un uomo che sente una pulsione violenta, riesce a intercettarla e a capire che si può scegliere un’alternativa”.

Più tardi, un reading del format storie di donne e alle ore 21 (mentre in contemporanea inizierà la maratona di 30 djs al femminile) sarà la volta di “Ferocia”, che vedrà in scena, insieme alla stessa Betta Cianchini, Lucia Bendia ed Elisabetta De Vito, per la regìa di Gabriela Eleonori. “Il taglio - spiega l’artista - è sempre un po’ acido e soprattutto contemporaneo, non c’è nulla di teatrale, purtroppo sono storie che narrano vissuti quotidiani. È un misto di testimonianze raccolte e dello studio di duecento casi di morti violente avvenute a Roma. Nessuna vicenda viene sbattuta sul palco così come è stata, lungi da noi il profanare drammi che di dolore ne hanno già subìto parecchio: ognuna è un puzzle di tante altre, un insieme di crudeltà talmente fuori dall’immaginabile che molto spesso ti trovi di fronte a episodi che pensi siano impossibili, mentre invece è semplicemente cronaca». Secondo le cifre di tale cronaca, nel 2015 sono state 128 le donne uccise in Italia, una ogni tre giorni, prevalentemente dal marito o compagno.

Per contribuire a fermare questo massacro, Betta Cianchini utilizza anche la Rete, al momento esiste un gruppo su Facebook e lei sta lavorando a un sito Internet dove vorrebbe convogliare testimonianze da mettere a disposizione. Ora chiaramente gli sforzi dell’ultimo periodo si stanno concentrando sull’appuntamento domani. La speranza è che ci siano tanti giovani “che poi saranno fidanzati, mariti e padri di domani. È a loro, e soprattutto ‘con’ loro che bisogna parlare, perché - conclude - nelle interviste raccolte per strada, alla domanda ‘cosa ne pensi della violenza?’ i ragazzi ti rispondono ‘io non sono un tipo violento, però...’, e quel ‘però’ è terribile, e non dovrebbe esserci!”.

Per non ritrovarsi ancora a replicare una tragedia che si vorrebbe conclusa.


di Federico Raponi