Issnaf, una “culla” per i ricercatori

giovedì 13 agosto 2015


Sono migliaia gli scienziati, gli intellettuali e i ricercatori italiani che svolgono la propria opera negli Stati Uniti, a volte cacciati dal nostro Paese senza pietà né opportunità, a volte semplicemente soddisfatti di poter dimostrare la propria eccellenza senza dover fare una gara con ostacoli sempre più alti, inutili e dannosi, senza sentirsi un peso invece che una risorsa. Nessuno meglio del professor Vito Campese, presidente dell’Italian Scientists and Scholars of North America Foundation (Issnaf), ci può parlare di questo fenomeno, di urgente e dolorosa attualità.

Professor Campese, lei è uno dei prestigiosi professionisti italiani di altissimo livello che svolgono la propria opera negli Stati Uniti. È anche presidente dell’Issnaf. Di cosa si tratta?

L’Issnaf è una fondazione che nasce per sopperire il bisogno delle istituzioni italiane di creare un’organizzazione per e di tutti gli scienziati e uomini di cultura italiani che operano nel Nord America. Ne fanno parte oltre duemila italiani che lavorano, studiano, insegnano, fanno ricerca negli Stati Uniti e Canada in tutti i settori delle scienze e delle facoltà umanistiche. È un patrimonio umano di valore inestimabile, che potrebbe certamente costituire un punto di riferimento e di forza per potenziare il livello scientifico e culturale del nostro Paese di origine. Issnaf si propone di aiutare l’Italia a comprendere meglio il nesso che esiste tra ricerca scientifica, innovazione e sviluppo economico, tramite iniziative volte ad incrementare accordi e progetti scientifici tra l’Italia ed il Nord America. Attraverso l’istituzione di Young Issnaf, inoltre, ci proponiamo di facilitare lo sviluppo scientifico e culturale di giovani promesse italiane che operano nel Nord America tramite cooperazioni scientifiche, programmi di mentorship, fellowships e supporto di vario genere. È importante sottolineare due aspetti fondamentali che caratterizzano l’Issnaf: innanzitutto è il più grande network scientifico negli Stati Uniti e Canada con un esteso database contenente i riferimenti di tutti i nostri affiliati delle diverse discipline. Questo aspetto è di grande rilievo in quanto, in un ambito come la ricerca scientifica, avere la possibilità di interagire direttamente con i propri colleghi è utilissimo. Il secondo aspetto è invece la capillarità dell’Issnaf sul territorio. Essendo un’organizzazione non profit e non governativa non possiamo avere sedi fisiche in tutto il territorio nordamericano. In questo senso il nostro portale, www.issnaf.org, diventa un luogo di incontro fondamentale per i nostri associati. Abbiamo però anche dato vita a dei momenti di incontro reali, coordinati da quelli che abbiamo chiamato i nostri “Chapter”.

Quella degli ultimi anni negli Usa è un’emigrazione profondamente diversa da quella di una volta: chi sono i nuovi emigrati italiani in America?

L’emigrazione italiana, negli ultimi vent’anni, è certamente una migrazione più qualificata ma fatta anche di giovani “desperados” convinti che in Italia si vada avanti solo con l’appoggio politico o familiare e senza regole meritocratiche ben precise. I giovani italiani vengono in Nord America spinti dalla convinzione di farcela in un mercato aperto, dove intelligenza, determinazione e voglia di fare sono ingredienti determinanti.

Cosa si potrebbe fare, concretamente, per incentivare i ricercatori e gli scienziati italiani a tornare in patria per contribuire a migliorare il nostro mondo della ricerca?

Nel 2012, su sollecitazione del ministero degli Affari Esteri e del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Issnaf ha partecipato alla stesura di un documento inteso ad affrontare il problema della circolazione dei cervelli in Italia. Tale documento racchiude raccomandazioni essenziali per un rilancio di ricerca, innovazione ed economia italiana. I punti discussi, in quel documento, sono i seguenti:

1) Il sostegno per la ricerca

2) Il sistema di governance

3) Meccanismi di governance: assegnazione dei fondi e verifica dei risultati

4) I rapporti tra Governo, università e industria nello sviluppo della ricerca

5) Il problema dei giovani ricercatori

Se queste tematiche non vengono affrontate in maniera sistematica e seria, il problema della “fuga dei cervelli” non si risolve, in quanto mancano le premesse e gli incentivi per facilitare il rientro dei giovani ricercatori italiani che operano in Nord America.

 


di Umberto Mucci