Il Midwest e Chicago innamorati dell’Italia

martedì 11 agosto 2015


Nel nostro viaggio alla scoperta di ciò che è Italia negli Usa, intervistiamo oggi Mauro Galli che presiede la Camera di Commercio italiana a Chicago e anche la più importante associazione che aggrega le aziende americane impegnate nel turismo verso l’Italia.

Mauro, tu sei da anni un imprenditore attivo nel settore del turismo, che fa base nell’Illinois e promuove la cultura italiana presso gli americani portandoli a visitare alcune delle bellezze del nostro Paese. Sei anche presidente dell’Italian Travel Promotion Council (Itpc), che riunisce le principali aziende americane che portano turisti e viaggiatori in Italia. Cosa dovrebbe fare l’Italia per valorizzare meglio i suoi eccezionali tesori?

Sono a capo dell’Itpc da circa 12 anni: ne fanno parte 21 operatori molto importanti nel campo del turismo verso l’Italia. Da anni ormai presentiamo ai diversi governi italiani alcuni suggerimenti che provengono dalla nostra esperienza nel settore. L’America è ai vertici per ritorno degli investimenti in promozione turistica: è un Paese forte e ricco, affascinato dall’offerta italiana e culturalmente a noi molto legato. Si è invece investito molto nei Paesi emergenti, dove però – a parte una nicchia di ricchi che viaggia spesso e sa già come e perché visitare l’Italia – i bisogni della stragrande maggioranza della popolazione non prevedono un viaggio intercontinentale. C’è poi il problema dell’organizzazione interna: il sistema dei musei, ad esempio, è gestito in maniera non organica, perché troppi sono gli enti ai quali i diversi musei fanno riferimento. Non si offre al turista la possibilità di informarsi ed organizzare la propria visita in maniera efficiente, e lo si lascia in balìa delle file e degli spostamenti difficili, mentre si potrebbe agevolarlo di modo che ottimizzi il suo tempo visitando più cose a seconda dell’affluenza, della capienza e della vicinanza dei diversi siti. Facendo ciò, i turisti sarebbero in grado di visitare più attrazioni, e il Paese ci guadagnerebbe. Inoltre, dovremmo offrire alla clientela più giovane, che fa una vacanza diversa per contenuti e disponibilità economiche rispetto agli adulti, un adeguato feedback gestito dai loro coetanei italiani che con loro condividono gusti e interessi. I ragazzi italiani saprebbero come promuovere anche contenuti colti, che altrimenti i giovani americani probabilmente non cercherebbero: e qualcuno di loro imparerebbe anche un mestiere interessante, oltre a guadagnarsi qualche euro (o qualche credito formativo, se si trattasse anche solo dei giovani italiani che studiano già nel campo del turismo). I ragazzi americani sarebbero, a loro volta, più invogliati a tornare ed a consumare prodotti italiani a casa loro. Infine, certamente la pubblicità negativa delle condizioni dei vari siti culturali e archeologici italiani penalizza molto il turismo americano a noi interessato: è un turismo suscettibile a molti mercati, e per guadagnarlo ancora di più alla causa dell’Italia – alla quale guarda molto favorevolmente – bisognerebbe gestire l’incoming in maniera più professionale.

La Camera di Commercio da te presieduta ha sede a Chicago: terza città degli Stati Uniti per popolazione, seconda per giro di affari, ma prima per entrambe le caratteristiche tra le città che non sono su una delle due coste. Su quale territorio si estendono le vostre attività, e che importanza ricopre per l’economia americana?

La Camera di Chicago è un aggregatore di interessi economici e commerciali italiani in una vasta area. Organizziamo missioni, partecipiamo a fiere, promuoviamo incontri ed eventi a vantaggio dei nostri associati e della collettività di quest’area interessata ai prodotti italiani di diversi settori. Il Midwest racchiude Illinois, Wisconsin, Minnesota, Michigan, Ohio, Missouri, Indiana e Tennessee: questa è l’area di nostro riferimento, che produce una fetta enorme del Prodotto interno lordo Usa industriale ed agricolo. Chicago è il punto di snodo principale americano, se non addirittura mondiale, per il mercato dei prodotti agricoli e del bestiame.

Quali sono i settori del Made in Italy che maggiormente hanno successo nel Midwest?

Sicuramente l’enogastronomia, il fashion, il design e più in generale tutto quello che l’Italia riesce a produrre in maniera artigianale, con quella piccola industria di grandissima qualità che è il vero valore aggiunto del nostro export. Compito di una istituzione come la Camera di Commercio è proprio quello di favorire l’affaccio sui mercati internazionali dei prodotti della piccola industria italiana, che senza una guida non lo può fare, soprattutto qui in America: i prodotti della piccola industria non sono numericamente distribuibili a grandi piazze, e per andare sui piccoli mercati non può prescindere da un’istituzione che sia sul suolo americano e parli con le realtà italiane.

A Chicago c’è una nutrita comunità di italoamericani. Scontiamo ancora la leggenda di Al Capone?

Il successo in vari campi degli italoamericani ha sicuramente portato ad un superamento di molti stereotipi negativi. La leggenda di Al Capone ormai è quasi dimenticata. Gli italiani si sono integrati perché hanno potuto mantenere la loro identità, acquisendo al tempo stesso anche quella americana. Il successo che hanno avuto gli italoamericani è il segnale della alta qualità del Dna di noi italiani, se messi nelle condizioni di poter lavorare bene ed esprimere la nostra creatività come accade qui.

 


di Umberto Mucci