Tornano i Monty Python...per soldi

sabato 4 gennaio 2014


«Perchè riuniremo i Monty Python? Semplice, avevano bisogno di soldi per pagare un debito». Non smette mai di stupire, e divertire, Terry Gilliam, visionario regista, l'unico americano del leggendario gruppo comico che dopo 30 anni torna in scena a Londra il 1 luglio per una attesissima reunion. «Avevamo perso una causa legale e dovevamo pagare una bella somma, ci siamo detti: facciamo uno spettacolo e troviamo i soldi. Ma i 17mila biglietti per l'Arena O2 sono andati esauriti on line in 43 secondi e mezzo! E così le repliche sono diventate prima cinque poi 10!

Cosa stiamo preparando? Il repertorio classico ma anche tanti nuovi divertenti sketch», racconta a "Capri, Hollywood", il festival del quale è un affezionato frequentatore e dove figura anche nel board. Morto Graham Chapman - titolo dello spettacolo sarà "One down, five to go" (Uno in meno, ne restano cinque) -, sul palco ci saranno John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin. Legatissimo all'Italia (soggiorna a lungo in Umbria), all'isola azzurra e a Ischia d'estate, Gilliam, oggi britannico (ha rinunciato alla cittadinanza statunitense otto anni fa), principale autore-animatore dei bizzarri cartoni dello spettacolo "Monty Python's Flying Circus" che 40 anni fa li lanciò sulla Bbc, ha raccontato anche una Napoli favolistica nel corto "Wholly Family" (2011).

«Città meravigliosa, sono incantato dai pastori di San Gregorio Armeno, se trovassi i soldi qui girerei con piacere un film», racconta confermando che, sempre in tema dolente di budget, il vecchio progetto "Don Quixote" sarebbe finalmente pronto a ripartire: «Grazie ad una giovane produzione spagnola girerò dal mese di ottobre, ma il protagonista non sarà più Johnny Deep, sto lavorando alla nuova sceneggiatura e al cast». A febbraio uscirà in tutta Europa "The Zero Theorem" con Christoph Waltz già in concorso a Venezia. «Doveva essere il mio ritorno alla fantascienza, ma la realtà va cosi veloce che rischia di essere un film sul passato», scherza ma non troppo.

Gilliam non è mai tenero con gli studios: «Non hanno più idee, vediamo sempre lo stesso film, gli effetti speciali non bastano e l'impressione è di una replica infinita. Il mio ultimo film è costato otto milioni e mezzo di dollari, se fosse stato fatto negli Usa ce ne sarebbero voluti 25». Possibile che le nuove tecnologie non lo incantino più? «Le uniche novità possono essere quelle applicate alla distribuzione, su vari supporti - dice - Io adoro le abbuffate di cinema, radunare il materiale e guardarlo per ore e ore in casa con gli amici, per ricreare il fascino di condividere la visione, come una volta nelle sale».


di Francesca De Lucia