L’Otello in canzonetta con gli “Oblivion”

martedì 10 dicembre 2013


Alla Sala Umberto, fino al 15 Dicembre, vanno in scena i 5 folletti vocali degli Oblivion, con una divertentissima parodia dell’Otello di Shakespeare. La trama, pur essendo in sostanza rispettata, è impreziosita da colpi di scena e appendici particolarmente esilaranti, rese attraverso gli inserti delle apparizioni e della presenza muta di un maestro di pianoforte, azzimato come Mago Zurlì, in versione Angelo Azzurro, che strimpella arie dalle opere di Verdi e di Wagner. È rivolgendosi a lui, o invitandosi tra di loro a “commutare” l’accompagnamento classicheggiante, in qualcosa di molto più leggero, che l’Ensemble vocale alterna vertiginose discese, tanto rapide, quanto esilaranti, nei classici della musica moderna e contemporanea.

La scena, particolarmente sobria, è arredata esclusivamente da un blocco centrale ligneo multiuso, che da palco si trasforma in panca e, infine, nel letto di dolore del dramma coniugale. Le protagoniste che impersonano Desdemona ed Emilia sono decisamente geniali e virtuose, nelle loro innumerevoli apparizioni, con pose ora da damina ottocentesca, posta sul blocco girevole di un carillon, ora un po’ più sperticate, per dare assonanza alle emozioni che si vogliono suggerire, attraverso la tecnica vibrante di una parodia musicale mai veramente volgare. Il cambio-costumi è strettamente limitato alle necessità più elementari.

Ai manti e ai copricapi delle armature del penta presidio corale, si sostituiscono -al primo cambio di scena- i costumi finali, al termine di minuetti d’ensemble, che evocano il prologo shakespeariano, cavalcando, però, il volo leggero e un po’ sghembo di un calabrone privo di veleno, libero di scorrazzare nelle vaste praterie del Pentagramma musicale.

Solo un po’ lungo e noioso, forse, il monologo recitativo, relativo al primo ingresso in scena di Iago, vestito lugubremente di nero, ma con sfiziosi ricami argentati, lungo una specie di tutina aderente da Fantomas, sotto cui si fa vedere (per una sottolineatura vagamente laida) uno sorta di gobba anteriore, o stomaco fittizio e pronunciato, utile a sottolineare il carattere parassitario e invidioso del protagonista negativo del dramma di Otello. Un tocco di estrosità nei costumi, giunge soltanto nella scena del sogno di Cassio, con divertente giustapposizione di un tutù rosa a tutti e quattro personaggi restanti, per sottolineare la inverosimiglianza della scena..

Emilia (che Iago sospetta di essere stata l’amante del Moro, nel passato) indossa il suo costume mirato da serva cinquecentesca, come contrappunto alla veste semplice e candida di Desdemona, interamente bianca e lunga fino alle caviglie (in modo da pronunciarne la supposta castità e ingenuità, in tutto il corso della rappresentazione). È lei che da, da brava maestra di intrighi casalinghi, dà particolare risalto al suo ruolo profano, carnale, contrapposto a quello vagamente etereo e ingenuo della sua padrona. Cassio, invece, è un lungo e allampanato, quasi donchisciottesco, esecutore della propria disgrazia, perennemente piegato sulle ginocchia, per sopportare il peso dell’armatura.

Molto movimentata, è la parte che lo riguarda, quando pieno come un otre, cade nella rete diabolica di Iago, che dopo averlo fatto ubriacare, lo presenta in quello stato miserabile a Otello, che lo degrada a soldato semplice, per indegnità. Anche la figura di Otello, con il suo volto mezzo struccato e mezzo annerito, reso buffo dalle grandi labbra finte di un rossetto femminile mal ripassato, lascia che la sua figura tragica anneghi al ritmo delle parodie esilaranti, intonate da lui stesso e dai suoi comprimari, che vanno dalle roca voce di Cocciante, a quella di Vasco Rossi e Jovanotti, e tanti altri, uomini e donne di spettacolo.

Anche l’episodio centrale del fazzoletto ricamato (che, malgrado sia troppo corto, avvolgerà come un sudario il corpo infelice di Desdemona), è giocato alla scorta di un siparietto musicale, in cui l’aria della tragedia si diluisce fino allo sfinimento comico, così come vuole essere ogni spettacolo, che veda protagonista il quintetto magistrale degli Oblivion.. Complimenti a tutti e cinque i cantanti-attori! Spettacolo da non perdere, per chi voglia coglierne l’occasione.


di Maurizio Bonanni