Francesco Pugliarello, "La mia vita con Fabio"

martedì 26 novembre 2013


Per un libro che con i tempi che corrono potrebbe essere considerato di frontiera, dal momento che narra di una storia ricca di emozioni e di valori, Alessandro Bertirotti docente di psicologia generale negli atenei di Genova e Palermo, Niccolò Ricci amministratore delegato della Stefano Ricci S.p.A. e la poetessa Rosa Pia Vermiglio Negro, con la presenza dell’autore, venerdì scorso in un affollato incontro hanno presentato l’ultimo libro di Francesco Pugliarello “La mia vita con Fabio” (Ali&no” editrice) ne “La piazza dei libri”, il suggestivo salotto letterario di piazza della Repubblica a Firenze.

Il testo, che rientra nella narrativa contemporanea dedicato a un figlio e da quest’ultimo in gran parte suggerito, vuole rilanciare “la speranza di una rinnovata cultura della diversità”. È la vita di un padre che nel dolore della nascita di un bambino, comunemente considerato diverso perché con sindrome di Down, ha trovato il senso della vita nel seguire la sua crescita che, a parere dei relatori, ha raggiunto e superato tutti i muri disseminati sul suo trentennale cammino per ignoranza e timore del diverso che talvolta rasentano punte di razzismo antropologico: cose che accadevano fino agli anni Sessanta, quando, queste creature per la vergogna o per intralcio alla “carriera” paterna, venivano abbandonate in Istituti o addirittura soppresse.

Vermiglio Negro ha dedicato al giovane Fabio una poesia applauditissima, piena di grande significato esistenziale, mentre l’antropologo e psicologo Bertirotti ha sostenuto con la convinzione del ricercatore che realtà di famiglie come queste devono essere considerate normalissime, perché è venuto il momento di affermare che il diversamente abile è uno come noi, e in certi casi meglio di noi, con la differenza che egli è privo di ipocrisie e di finzioni, dice la verità, è sincero. Citando Oscar Wilde, per smascherare le nostre deficienze ha sostenuto che “… Ogni uomo mente, ma dategli una maschera ed egli vi dirà la verità”. L’ad della Stefano Ricci ha ringraziato Fabio perché ha portato l’armonia in azienda e quando la mattina vede Fabio gli si apre l’anima e inizia la giornata con più serenità.

Un libro, secondo l’antropologo Alessandro Bertirotti, decisamente adatto al periodo storico che stiamo attraversando fatto di ipocrisie e di egoismi che tratta di una persona down in grado di esprimere le sue gioie, i suoi sogni, le sue aspettative. Se è vero che viviamo tempi che ci portano a un bisogno di spiritualità contro un egoismo smisurato, sono convinta che oggi, come in ogni epoca di crisi morale, la presenza di giovani come Fabio possono innescare la riscoperta di valori e prospettive etiche per una nuova dimensione umana.


di Maria Del Prete