La crisi in Grecia nel noir di Markaris

mercoledì 30 ottobre 2013


Tra i grandi scrittori del nostro tempo Petros Markaris occupa una posizione singolare, poiché predilige il genere noir per descrivere e rappresentare i drammi e le contraddizioni da cui è attraversata la Grecia, la sua patria. Nel suo ultimo libro “Resa dei Conti”, edito in Italia dalla Bompiani, Markaris racconta l’inchiesta del commissario Kostas Charitos, il personaggio che è sempre presente da protagonista nei suoi libri. La storia è ambientata ad Atene e ha inizio il giorno di capodanno del 2014. La crisi economica ha prodotto in Europa la disintegrazione della unità monetaria, sicché Grecia, Italia e Spagna sono state costrette a ritornare alle loro monete nazionali.

Le strade di Atene, nella prima parte del libro, sono percorse dai manifestanti di estrema destra e da quelli di estrema sinistra, che protestano contro le istituzioni e la classe dirigente, ritenuta responsabile della catastrofe politica ed economica in cui la Grecia è precipitata. Sono davvero indimenticabili nel libro le immagini letterarie che mostrano gli effetti devastanti della crisi economica: negozi chiusi nel centro di Atene, moltitudini di disoccupati privi di reddito e di casa, disperati costretti a vivere nei centri di accoglienza a causa della povertà diffusa. Proprio in questo contesto, mentre l’inflazione con il ritorno alla moneta nazionale riduce il tenore di vita dei greci, il commissario Charitos apprende che è stato arrestato dai suoi uomini un giovane in flagrante mentre vendeva sostanze stupefacenti.

Il giovane, il cui nome è Kyriakos Dementzis, poiché proviene da una famiglia borghese e appare agli occhi del commissario Charistos un bravo ragazzo, colto e studioso, dà una versione dei fatti che insospettisce gli inquirenti. Infatti, indagando sul suo conto, Charistos scopre che si occupa di un centro di accoglienza per i greci poveri e senza casa e che da tempo ha interrotto i rapporti con il padre, l’imprenditore di successo Dementzis. Proprio mentre tenta di capire la personalità di questo giovane, il commissario viene informato che l’imprenditore edile Ierasimos Dementzis, padre del giovane arrestato, è stato ucciso nei pressi del villaggio olimpico.

Appena giunto sul luogo dove si trova il cadavere di Dementzis, il commissario e gli inquirenti ascoltano la suoneria del cellulare, stipato nella giacca, che risuona emettendo le parole istruzione, pane, libertà. Questa circostanza induce il commissario, avendo l’imprenditore ucciso una serie di relazioni di affari con la classe dirigente greca, a ritenere che il delitto sia stato pianificato ed eseguito da esponenti della estrema destra, oppure che sia stato compiuto da un folle omicida. Mentre sullo sfondo nella narrazione riecheggiano i fermenti e i sommovimenti e i drammi dovuti alla crisi economica che attanaglia la società greca, Charistos prosegue le indagini.

Proprio mentre sta raccogliendo gli elementi per svelare quale mistero si celi dietro la fortuna economica di Ierasimos Dementzis, accade un altro delitto. Questa volta viene ucciso, nel centro universitario di Atene, un professore di Diritto Penale, che esercitava con successo l’avvocatura, il cui nome è Nikos Theologhis. Anche in questo caso, si verifica la chiamata sul cellulare, lasciato dentro la giacca della vittima, da cui risuona il messaggio pane, istruzione, libertà. Charitos, conversando con i familiari del professore ucciso, scopre che la figlia non lo aveva mai stimato e apprezzato, poiché il padre, avendo partecipato al movimento della resistenza nel 1973 contro il regime militare in Grecia, la cosiddetta generazione del politecnico, era riuscito a trarne vantaggi personali e a fare carriera per i suoi meriti politici nel mondo accademico.

Presto, dopo avere interrogato i familiari e i conoscenti delle due vittime, un imprenditore di successo ed un docente universitario, Charistos comprende che chi ha voluto ed eseguito i delitti prova e nutre sentimenti di odio verso la generazione del politecnico, quella che nel 1973 aveva occupato le università ad Atene e promosso la resistenza contro il regime dei colonnelli. Questo fatto lo sconvolge e lo sorprende, rafforzando la sua convinzione ed i suoi sospetti che i delitti siano maturati negli ambienti della estrema destra. Mentre il commissario Charistos è impegnato a sbrogliare la matassa, prendendo in esame le diverse ipotesi investigative, viene ucciso, sempre con la stessa arma, un terzo uomo, un sindacalista, il cui nome è Lepeniotis.

Anche questo personaggio apparteneva alla generazione del politecnico e aveva fatto carriera nel sindacato greco, grazie ai meriti acquisiti nel periodo della resistenza contro il regime dei colonnelli. Tuttavia, il commissario Charistos, dialogando e interrogando la moglie dell’imprenditore edile Ierasimos Dementzis, la prima vittima della sua inchiesta, scopre che il marito, quando riceveva la telefonata di un signore il cui nome è Iannis Chalatsis, provava turbamento e veniva sopraffatto dall’ansia. Dopo avere interrogato quest’uomo, il commissario Charistos scopre che i delitti sono maturati nell’ambiente della generazione del politecnico del 1973, e che sono stati compiuti con la complicità dei figli della vittima.

In questo libro viene, attraverso la finzione letteraria e la formula del noir, rappresentato l’odio e il risentimento che le giovani generazioni in Grecia provano per la classe dirigente del loro Paese che, dopo avere rovesciato la dittatura dei militari negli anni Settanta, non è riuscita ad evitare che il Paese precipitasse nell’abisso della crisi economica. Un noir indimenticabile che, per la sua bellezza e profondità, fa pensare ai libri di George Simenon.


di Giuseppe Talarico