Il gusto intellettuale contro il moderno

giovedì 12 settembre 2013


Nel corso del novecento molto si è discusso sul ruolo pubblico che gli intellettuali, in particolare gli scrittori e gli studiosi, devono avere ed occupare nella società. Gli intellettuali e gli scrittori, soprattutto nei casi in cui la loro influenza sulla società civile è enorme per il prestigio che si sono conquistati con le loro opere letterarie, sono considerati come la coscienza critica della società civile. In particolare in Italia questa riflessione, se solo si volge lo sguardo alla seconda metà del novecento, appare degna di attenzione, poiché nel nostro Paese, come ha dimostrato nei suoi saggi Giampiero Mughini, per lunghi anni vi è stata la egemonia esercitata dalla cultura marxista e dal Pci sulle grandi case editrici, sui grandi giornali, sul mondo intellettuale.

Purtroppo, per cause storiche tante volte indagate ed oggetto di interpretazioni da parte della migliore storiografia, sia la cultura liberale sia quella laica e riformista di impronta socialista e azionista, sono rimaste in una posizione minoritaria. Enri De Luca è uno scrittore di successo, che ha pubblicato libri belli e profondi, nei quali, in racconti brevi ma densi di immagini indimenticabili, ha esplorato e rappresentato la condizione umana ed i drammi della storia contemporanea con grande lucidità e talento letterario. I suoi libri sono stati amati dai lettori e accolti con favore dalla critica militante, anche perché si tratta di uno scrittore colto che ha maturato una visione poetica rivolta a conciliare la tradizione letteraria e religiosa del mondo antico con quella moderna.

 Enri De Luca è un grande studioso dei testi sacri, che costituiscono il fondamento della identità occidentale. Proprio perché si tratta di uno scrittore di valore, che nelle sua giovinezza, in ogni caso, partecipò alla contestazione giovanile durante il 1968, visto che è stato tra i fondatori di lotta continua con Adriano Sofri, hanno destato sconcerto e grande stupore le sue dichiarazione pubbliche, rilasciate in questi giorni, sul tema controverso e delicato della costruzione della Tav. Questa linea ferroviaria, la cui realizzazione è stata decisa ed approvata in Europa, qualora fosse completata, è destinata a congiungere Lione con Torino.

Intorno alla costruzione della Tav, caso divenuto politico per l’asprezza dello scontro, si sono formati due opposti schieramenti, ognuno di quali inalbera e sostiene argomenti e ragioni fra di loro inconciliabili e antitetici. Per quanti si dichiarano contrari alla sua costruzione, è fondamentale porre l’accento sul fatto che si tratterebbe di una opera costosa ed inutile, capace di arrecare uno sfregio ed una ferita irrimediabili al paesaggio ed alla montagna, situati nell’area geografica della Val di Susa, al di sotto della quale la nuova rete ferroviaria dovrebbe essere edificata.

Per dare legittimità a quanti si sono impegnati per impedire la realizzazione della rete ferroviaria ad alta velocità, Erri De Luca ha ammesso e confessato, con una impudenza sorprendente che rivela la sua antica e mai abbandonata mentalità rivoluzionaria, di avere preso parte alle azioni di sabotaggio, che sono palesemente illegali e sconsiderate. Stupisce che un fine intellettuale come De Luca non si renda conto di alimentare, con queste sue sconsiderate parole, la tensione in Val di Susa, che in passato ha provocato scontri e conflitti tra i manifestanti e le forze dell’ordine, schierate giustamente dal governo, per consentire la costruzione della Tav.

In realtà, come hanno dimostrato gli studiosi e gli economisti, la costruzione della Tav è importante e ad essa non si può rinunciare, poiché il nostro Paese, ancora arretrato e distante dall’Europa, deve dotarsi di queste infrastrutture, come la linea ferroviaria ad alta velocità, se vuole rafforzare la integrazione economica con la UE. Sicuramente questa argomentazione, a sostegno di chi difende il progetto della Tav, apparirà priva di valore per Erri De Luca, il quale vuole apparire come l’intellettuale modello che, in nome del Politycal Correct, si oppone alla devastazione dell’ambiente e alla creazione dei mostri di cemento, che pure, in passato, hanno sfigurato il paesaggio italiano, raffigurato nei dipinti dei nostri grandi pittori. Forse la sua attenzione lo scrittore Enri De Luca, di sinistra per antonomasia, dovrebbe rivolgerla alle cause storiche e culturali che hanno impedito a questo Paese di modernizzarsi e liberarsi definitivamente dalle eredità ideologiche del novecento, responsabili di tante tragedie, i cui segni dolorosi sono disseminati e presenti nelle nostre città italiane.

Proporre, criticare, contestare, smuovere le coscienze, diffondere il gusto intellettuale per la erudizione, favorendo la diffusione della cultura letteraria, questo dovrebbe essere il compito di un grande intellettuale. Diversamente attribuire e conferire legittimità intellettuale ad azioni violente come il sabotaggio, in questo caso contro una opera necessaria e voluta dall’Europa come la Tav, significa tradire il ruolo dei chierici. Purtroppo in questo paese la voce delle Elite Intellettuali di ispirazione liberale è fievole e quasi inesistente.


di Giuseppe Talarico