Siti ritrae una società decadente

domenica 8 luglio 2012


Recensendo sulle pagine del Corriere Della Sera l’ultimo libro di Walter Siti, intitolato Resistere Non serve a Niente e pubblicato dalla Rizzoli, Pierluigi Battista ha notato che si tratta di una opera letteraria notevole ed importante, destinata a suscitare un ampio dibattito intellettuale. Alla fine della lettura di questo libro, la cui  prosa elegante e raffinata incanta ed affascina il lettore, ci si chiede se la forma romanzo sia adatta a descrivere l’epoca contemporanea, segnata dalla globalizzazione e dalla economia finanziaria. Nella prima parte del libro, viene narrato un crudele ed atroce delitto, compiuto secondo lo spietato rito criminale, per eliminare una persona che non aveva mantenuto gli impegni con una potente organizzazione criminale. Sempre nelle prime pagine del libro, vi è la descrizione di un esperimento scientifico che un noto economista americano della università di Yale, Keith Chen, ha  fatto con gli scimmie, educandole all’uso della moneta per procacciarsi il cibo. Nella prima parte del racconto, il protagonista è uno scrittore raffinato di nome Walter, il quale ha il problema di cercarsi una nuova casa, poiché è in procinto di essere  sfrattato dal suo appartamento. Tommaso, un ricco esponente della finanza globalizzata,  chiede allo scrittore Walter di scrivere un libro sulla sua vicenda esistenziale ed in cambio acquista la casa, dove lo scrittore abita, per consentirgli di continuare a viverci. In tal modo, con questo sottile e sorprendente pretesto letterario, la narrazione prende l’avvio. Tommaso è nato in una borgata  situata nella estrema periferia Romana, un luogo desolato e triste. Il padre, accusato del delitto con cui il libro si apre, si trova in carcere, mentre la madre è costretta a crescere il figlio da sola, affrontando grandi difficoltà. Tommaso, fin dai primi anni di scuola, rivela un talento ed una inclinazione per la matematica. Un avvocato, che tiene i rapporti tra la famiglia di Tommaso e l’organizzazione criminale a cui suo padre apparteneva, gli offre la opportunità di proseguire gli studi, facendolo diventare un brillante e spregiudicato manager. L’identità  ed il profilo morale e psicologico di Tommaso nel libro sono delineate con uno sguardo lucido e profondo. Tommaso, nell’era delle economia finanziaria, diviene un uomo spregiudicato che riesce con sorprendente intuito a sapere su quali titoli, nel mercato internazionale senza confini delle borse, far confluire i capitali, per ricavarne ingenti profitti. La sua vita, grazie alle grandi ricchezze acquisite, cambia radicalmente. Vive in una casa elegante collocata nel centro storico di Roma, le cui parate sono adornate da dipinti di grande valore. Si sposta con rapidità da un luogo all’altro del mondo, tessendo rapporti con esponenti della finanza mondiale. Le sue storie d’amore, che Tommaso da ex obeso di periferia ha voluto avere con donne bellissime, sono basate sullo scambio di denaro. Nel suo mondo, il denaro appare una divinità, che come scrisse Shakespeare in un suo dramma, riesce a congiungere gli impossibili e li costringe a baciarsi. Gabrielle, la aspirante attrice con cui ha un rapporto sentimentale, nel libro viene presentata come una donna cinica e priva di sentimenti, interessata soltanto al denaro. La parte che, nella narrazione, colpisce di più, è quella in cui compare un personaggio inquietante ed indimenticabile per il suo profilo criminale. Morgan, con cui Tommaso collabora, è un esponente della mafia, che ha fondato una banca a Cuba, per far confluire i capitali criminali nella economia finanziaria globalizzata. In un suo dialogo molto profondo che ha con Tommaso, Morgan confessa che la mafia non ha più bisogno di perseguire una strategia basata sul terrore ed i delitti, poiché nell’era della globalizzazione è possibile ottenere grandi profitti, grazie alla speculazione finanziaria. 

Questa parte del libro è importante e fondamentale, poiché mostra, sia pure nella finzione letteraria, che nella finanza globalizzata è difficile e quasi impossibile individuare il confine che separa i capitali leciti da quelli che hanno una provenienza criminale. Nella parte in cui in narratore medita sugli effetti devastanti che la speculazione finanziaria può generare nel mondo moderno, mettendo in difficoltà gli stati alle prese con la gestione del debito pubblico, la democrazia viene vista come una forma di governo della convivenza civile impotente dinanzi alle oligarchie finanziarie, che si muovono, grazie alle nuove tecnologia, al di fuori di ogni controllo. Il potere reale nel libro viene configurato e descritto come una dimensione della vita collettiva che compete a ristrette oligarchie internazionali, che, detenendo il controllo sulla economia finanziaria, possono con le loro decisioni esercitare una influenza enorme sulle sorti delle nazioni. D’altronde, il narratore che rappresenta in modo magistrale nel libro la vicenda esistenziale di Tommaso, da fine intellettuale ricorda come nella storia è proprio nelle epoche segnate dalla decadenza economica che la finanza tende a prevalere. Questo fatto storico è accaduto nella Spagna del secondo cinquecento, in Olanda nel tardo seicento, e nella Inghilterra Vittoriana. Tuttavia, come giustamente ha osservato Pierluigi Battista nella sua recensione, l’immagine del mondo contemporaneo che il libro propone al lettore, nel quale la finanza sovrasta la democrazia, i capitali criminali inquinano la economia legale e le donne sono tutte escort, appare venata e contrassegnata da un cupo ed apocalittico pessimismo. In ogni caso la buona letteratura deve avere l’ambizione di cogliere i rischi ed i pericoli a cui si trovano esposte la cultura e la civiltà moderna. Sicuramente la grande ricchezza intellettuale che si è depositata e sedimentata nel corso degli anni nella cultura politica liberale, di cui la liberaldemocrazia è espressione, saprà individuare le soluzioni migliori per conferire una governance alla globalizzazione, impedendo che l’economia finanziaria soffochi la indipendenza di popoli. Un libro acuto e profondo, questo di Siti, che suscita preoccupate riflessioni.


di Giuseppe Talarico