A Roma il cinema francese

domenica 22 aprile 2012


Gli anni tra il 2010 e il 2012 sono stati sicuramente i peggiori dal dopoguerra ad oggi per l'economia mondiale ma per la cinematografia di Oltralpe il trend è andato invece decisamente contro tendenza: nel 2010 c'è stata una rimonta del 23 per cento su incassi e presenze in sala e nel 2011 si sono superati i 215,6 milioni di spettatori, cifra record dal 1967. 
In pratica una lunga stagione di successi coronata dal pluripremiato (partire dalla notte degli Oscar) "The Artist" e da "Intouchables" ("Quasi amici"). Per questo Roma ha ospitato la seconda rassegna del cinema francese, titolo etimologicamente onomatopeico, "Rendez vous", l'appuntamento, che si è aperta lo scorso 15 aprile e si chiude proprio il 22. 
Il boom del cinema francese si spiega ancora una volta grazie a un'industria che non dimentica gli artigiani-professionisti, capace di confezionare commedie popolari, come garantire film d'autore e sperimentali, con un'offerta contro-corrente, che trova un pubblico resistente, fedele, e sempre meno di nicchia, curioso di film improntati alla diversità. 
A questo cinema che sostiene prima di tutto il pluralismo e la diversità, nei temi come nei generi, che valorizza le differenze raccontando la complessità di mondi che sono oggi le nazioni europee sono dedicate tre programmazioni per le quattro sedi della manifestazione: il Cinema Fiamma e la Casa del Cinema ospitano la sezione "Novità", panoramica completata da "Cineasti del presente", la sezione accolta presso l'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, mentre l'Institut français - Centre Saint-Louis dedica un focus a "Mathieu Kassovitz".
I film, proiettati in versione originale, sottotitolati in italiano, sono presentati da registi e attori francesi accompagnati da un partner italiano. Il festival è stato allietato dalla presenza in sala di Valérie Donzelli, che ha scritto, diretto e infine interpretato "La guerre est déclarée". Grande rivelazione alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2011, candidato francese agli Oscar come miglior film straniero. La pellicola è un po' il simbolo dell'eclettismo della nuova produzione francese, un titolo che con un piccolo budget (1,5 milioni di euro) ha sbancato il botteghino. 
Per l'apertura al pubblico, un'anteprima italiana, in contemporanea con l'uscita francese: "Cloclo" di Florent-Emilio Siri, che ripercorre la vita spericolata del cantante Claude François. Nell'equipe del film due nomi italiani: l'attrice Monica Scattini e il direttore della fotografia Giovanni Fiore Coltellacci. Uscito con 800 copie, in 3 settimane ha realizzato 1.547.375 di euro di entrate. Il ritratto dell'icona della musica francese è affidato al volto di Jérémie Rénier, che, con un training di cinque mesi di canto, danza e studio della musica, firma un'interpretazione eccellente raccontando la complessità di un idolo seducente e antipatico, fragile e geniale. 
Carino anche "Possessions" di Éric Guirado, un thriller psicologico alla Chabrol, ispirato a un fatto di cronaca. Ancora un'anteprima in Italia. L'ambientazione è quella ricca degli chalet di montagna sulle Alpi. 
Per raccontare ancora la ricchezza di due mondi sociali, contigui e lontanissimi, la regista-rivelazione Ursula Meier, Orso d'Argento Speciale della Giuria al 62° Festival del Cinema di Berlino, con "L'enfant d'en haut", che racconta una storia delicata e sobria, pedinando la vita di un dodicenne che vive rubacchiando ai turisti ricchi del resort sciistico di lusso e poi riscende nell'altopiano industriale dove convive con la sorella, sbandata e senza lavoro, interpretata da Léa Seydoux. La neo-diva è protagonista, al fianco di Diane Kruger e Virginie Ledoyen, anche di "Les adieux à la reine", sontuoso e sensuale affresco della Versailles alla vigilia della rivoluzione, firmato Benoît Jacquot, film di apertura della 62° edizione del Festival di Berlino. Da menzionare anche Juliette Binoche e Anaïs Demoustier, entrambe in stato di grazia, nello scabroso film-inchiesta sulla prostituzione giovanile "Elles", diretto da Malgoska Szumowska. E ancora: Charlotte Rampling e Irene Jacob, al servizio della commedia "Rio Sex Comedy" di Jonathan Nossiter regista dissacrante che tenta il registro comico paradossale alla ricerca di una utopia esistenziale. 
Sul versante italiota troviamo un'inedita Stefania Rocca protagonista di "The Invader", il film ipnotico e sensuale del videoartista Nicolas Provost. Vincent Cassel diventa invece monaco austero e tormentato in un  film noir, erotico e gotico di Dominik Möll. A Guillaume Canet il regista Cédric Kahn offre l'occasione di una bella interpretazione nel dramma sociale "Une vie meilleure" che, nel seguire la storia di due giovani che tentano di realizzare il progetto di un ristorante sulla riva di un lago, riecheggia i drammi della crisi anche in Francia. Nell'incertezza del cammino, nella difficoltà del quotidiano, nella giungla dei finanziamenti bancari, come resistono i rapporti, come può restare unita una famiglia, si chiede l'autore. E se lo chiedono anche gli spettatori anche se certe domande appartengono alla categoria dello spirito di quelle retoriche. E forse il bello del cinema francese, in materia, è la quasi totale assenza di prospettive da lieto fine. Infine, ma non da ultimo, il settore dei documentari in cui vanno citati "Indignados", visionario manifesto socio-politico a firma Tony Gatlif; il biografico e intenso "Ritals" delle sorelle Chiarello e ancora, per la serie cinema civile e militante, il premiato ai César 2012, "Tous au Larzac" di Christian Rouaud che racconta con ironia e passione la battaglia del Larzac, episodio di ribellione civile durato dieci anni.
Infine, più sul surreale e sull'artistico, direttamente dal celebre studio di Folimages: "Une vie de chat" di Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, realizzato con oltre sei mila pastelli a cera acquarellabili che riproducono la magia delle notti parigine dove si aggira il simpatico gatto Dino.

di Giorgio De Neri