Zanotti Bianco, un liberale a Roma

domenica 15 aprile 2012


La mia Roma, titolo dato ai diari stesi fra il 1943 e il '44, rappresenta l'occasione per soffermarsi sulla (oggi) dimenticata figura di Umberto Zanotti Bianco, eminente liberale della prima metà del secolo scorso, onorato da Luigi Einaudi con la nomina a senatore a vita. Il volume, curato da Cinzia Cassani, è pubblicato dall'editore Lacaita, con un ampio e puntuale saggio introduttivo dovuto a Fabio Grassi Orsini. Le dense pagine consentono plurime letture, storiche certo, ma altresì di cronaca anche minuta. Zanotti Bianco si colloca fra liberali e monarchici: partecipa quindi alla ricostituzione del Pli, in clandestinità, con un'intensa attività politica, preparatoria di documenti concernenti il governo (dalla presidenza militare di Badoglio si sarebbe passati a quella civile di Bonomi), ma altresì di studi necessari per il rinnovamento istituzionale dello Stato. C'è altresì la condizione militare, essendo Zanotti inserito in un ambiente che si riconosce in Giuseppe Lanza Cordero di Montezemolo, fra militari fedeli al re, ostili a qualsiasi dichiarazione repubblicana, ligi al giuramento. 

La situazione personale di potenziale o effettivo ricercato costringe Zanotti a cambiare ripetutamente residenza, cercando di tenere sempre i collegamenti sia politici sia militari, resi difficili dalle consimili condizioni di coloro cui si rivolge. È notevole rilevare che, accanto ai problemi contingenti, immediati, talora davvero tragici (si capisce che "fame" non era un termine astratto, bensì una condizione vissuta quasi ogni giorno), questo piccolo mondo guarda anche a costruire il futuro, sovente col gusto della politica vissuta con ardente impegno, come ideale, come somma di valori. 

Non va taciuto che emerge dai diari, a volte indirettamente, una miriade di piccole indicazioni sulla vita romana nei mesi dell'occupazione tedesca. Ora sono le voci incontrollabili e inverosimili sulla situazione militare e politica nazionale ed europea, ora sono le difficoltà nei trasporti, ora le ricerche casa per casa delle varie polizie, ora l'impossibilità di procurarsi il cibo quotidiano. Infine, almeno un cenno meritano, non diciamo i ritratti, bensì gli schizzi, di un rilevante numero di personaggi, da Thaon di Revel a Bianchi Bandinelli, dai capi del nuovo partito d'azione a Carandini, da Brosio a Cattani… Importanti, va da sé, sono i noti rapporti avuti da Zanotti con Maria José, principessa ereditaria, ben poco apprezzata dal sovrano, come esplicitamente si annota, per il suo attivismo politico. 


di Marco Bertoncini