Internet in Italia fa pena

Da tempo tutti si sono accorti che tra le infrastrutture che in Italia sono rimaste indietro ci sta anche la Rete.

Internet in Italia mediamente funziona assai male. Talvolta per niente. E benché la gente si sia comprata dei cosiddetti “devices” (smartphone, tablet, portatili, ecc.) da svariate migliaia di euro, la sorpresa poi è nel constatare che si naviga a due all’ora. Persino nel Nord Africa “girano” meglio.

Un popolo di persone che guida la Ferrari ma su strade non asfaltate. E in questi giorni che si va avanti a videotelefonate su whatsapp e su skype – alcune anche per motivi seri come le videoconferenze di governo – tutti si stanno rendendo conto cosa significhi questo gap digitale.

Infatti in Italia i nostri governi hanno trascurato investimenti anche nella digitalizzazione pubblica e privata, lasciando per anni Tim godere della rete pubblica e danneggiando – anche giudiziariamente, Silvio Scaglia docet – Fastweb che è il migliore operatore, tanto è vero che ha vinto anche l’appalto per le cavigliere elettroniche dei detenuti.

Perché questo gap? Perché con le privatizzazioni dei capitani coraggiosi è successo per le telecomunicazioni quello che è successo per le autostrade. Regali di Stato agli amici della sinistra, i famigerati “capitani coraggiosi”, senza alcuna garanzia concreta di manutenzione e sviluppo delle strutture. Risultato: profitti da monopolisti o da oligopolisti e tecnologia obsoleta, lasciata lì a esaurire l’ammortamento.

Queste cose - che tutti abbiamo conosciuto e subìto - per di più hanno portato acqua al mulino dell’anti politica. Perché gli italiani invece di puntare su Pannella e i radicali hanno preferito le pagliacciate di Grillo.

I risultati di questa maniera di governare della sinistra – purtroppo spesso emulata anche dalla destra – ha portato all’attuale situazione di pazzia generale e di incompetenza. Oggi che sarebbe servita una vera linea veloce perché siamo tutti costretti a casa da un’epidemia, abbiamo un Paese che comunica da remoto a macchia di leopardo. Alcuni non comunicano affatto. Non abbiamo investito come Stato e neanche come privati nel 5G e aspettiamo che ce lo portino i cari cinesi di Huawei. Vagamente interessati a colonizzarci prendendosi in cambio i nostri dati attraverso un controllo da Germania Est.

Questo succede ai popoli governati male. È capitato alla Grecia e oggi capita a noi. E anche se siamo “too big to fail”, e quindi verremo graziati al contrario dei greci, rimarremmo a lungo marginali rispetto all’Europa e allo scenario internazionale.

Il fatto che sopportiamo cristianamente le vessazioni inconcludenti di un governo demenziale – durante una emergenza sanitaria come quella del coronavirus – e che per consolarci la sera facciamo la Sanremo dei poveri cantando dai nostri balconi non ci darà in futuro alcun beneficio. Penseranno di noi che siamo talmente pecore che tanto valeva puntare sull’effetto gregge.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 10:39