Instagram, l’app che rincuora Zuckerberg

mercoledì 4 luglio 2018


Era nata come applicazione per amanti della fotografia e si è trasformata nella gallina dalle uova d’oro per Mark Zuckerberg. Non stiamo parlando di Facebook, bensì di Instagram. Era il 6 ottobre del 2010 quando due sviluppatori della Silicon Valley in California, Kevin Systrom e Mike Kriege, decidono di creare una piattaforma dedicata esclusivamente agli amanti della fotografia e a tutti quelli che, con un’immagine, vogliono esprimere il loro stato d’animo o condividere con i propri amici l’ultima foto scattata in vacanza o al lavoro.

Il successo è immediato e Zuckerberg, da buon imprenditore, decide nel 2012 di acquistarla per 1 miliardo di dollari. L’acquisto si rivela vincente perché secondo Bloomerg oggi Instagram vale quasi 100 miliardi di dollari, dando lavoro a 700 dipendenti e tagliando il traguardo del miliardo di utenti attivi. Non male se si pensa che fino a 6 anni fa aveva 15 dipendenti e poco più di 30 milioni di utilizzatori.

Negli anni, il social è cambiato profondamente e più volte, prima dando la possibilità agli utenti di personalizzare i propri post aggiungendo gli hashtag, e successivamente offrendo l’opportunità di caricare anche video di breve durata. La chiave del successo è dettata dall’istantaneità, vale a dire la possibilità di caricare un’immagine in pochissimi secondi, di modificarla applicando un filtro e di condividerla immediatamente.

Questo investimento si è rivelato vincente per vari motivi. In primis, i temi esaminati sulle due piattaforme sono diversi e mettono Facebook in una posizione di svantaggio perché gli argomenti che vengono trattati dagli utenti, come politica o sport, mostrano tutte le vulnerabilità del social di Zuckerberg spesso al centro di critiche perché inciterebbe all’odio. Mentre Instagram viene tutelato maggiormente perché incentrato esclusivamente sulle immagini.

In secondo luogo, esiste un legame vitale tra i due social network che permettono a entrambi di supportarsi a vicenda. Infatti, i dati raccolti dagli utenti di Instagram possono essere usati per indirizzare gli annunci pubblicitari su Facebook e viceversa. E questo permette a Zuckerberg di tirare un po’ il fiato dopo il crollo del suo social primario in seguito allo scandalo “Cambridge Analytica” che ha posto la società sotto i riflettori di mezzo mondo e scatenando discussioni sulla gestione dei dati personali che potrebbero avere ripercussioni sul lungo termine. Non è un mistero che l’app sta conoscendo un calo, anche se lieve, del numero di utenti fermo ad oggi a 2,2 miliardi. Secondo la società di ricerca EMarketer, nel 2018 negli Stati Uniti, la percentuale di utilizzatori tra under 11 è scesa del 9,3 per cento e del 5,6% nella fascia 12 -17 anni. Non proprio un buon segno per gli investimenti pubblicitari di Zuckerberg che ha pensato bene di guardare avanti acquistando nel 2014 anche il servizio di messaggistica istantanea WhatsApp per 19,4 miliardi di dollari.

Insomma, mentre Facebook sta passando un periodo non proprio roseo, Instagram gode di ottima salute e rischia di salvare la vita alla casa madre visto che pesa per il 16 per cento sul fatturato di Facebook Inc. Ancora una volta e malgrado le malelingue, Zuckerberg ha dimostrato di aver avuto un ottimo fiuto per gli affari.


di Cristina De Palma