Workplace: il social   pensato per lavorare

Avete mai pensato a cosa succederebbe se il tanto condannato Facebook, motivo di distrazione durante le ore di lavoro, diventasse invece uno strumento per permettervi di dare il vostro meglio in ufficio? In tal senso l'11 ottobre 2016 potrebbe rimanere una data decisiva. Dopo 18 mesi di “tirocinio” e dopo aver cambiato nome, per lasciarsi indietro il più banale “Facebook at Work”, è infatti ufficialmente disponibile la versione per aziende del social più noto al mondo: Workplace.

Utile soprattutto per le realtà professionali dislocate in diversi Paesi, il nuovo prodotto non è che un diretto competitor dei ben più noti LinkedIn, Slack, Yammer piuttosto che Salesforce Chatter. I servizi offerti e il funzionamento di base è molto simile a quello del social in blu. Possibilità di trasmettere video in diretta, caricare immagini, scriversi in chat di gruppo e fare videochiamate, sono infatti tra le capacità già ben note ai naviganti, stavolta però circoscritte alla realtà aziendale.

Accessibile da computer, tablet e smartphone, per iscriversi non necessita di una registrazione al social network. Si tratta infatti di due applicazioni ben distinte e, come spiega Nicola Mendelsohn, vice presidente Emea, “Workplace prima ancora di essere un prodotto, è lo strumento che usiamo all’interno di Facebook per gestire l’azienda”.

A dimostrare ulteriormente quanto appena detto, la questione privacy. Il profilo degli utenti-dipendenti fa capo interamente all’azienda, la gestione dei dati è conforme alla legislazione europea e Facebook non può quindi vedere i contenuti degli scambi. Quello che ancora manca, è invece la possibilità di creare documenti (anche semplici documenti di testo) che vanno invece redatti con le consuete suite e poi condivisi.

Già testata da un migliaio di aziende, tra le quali la Royal Bank of Scotland, Deloitte, Danone, Heineken e Starbucks, Workplace ad oggi prevede tre mesi di prova gratuita per poi passare a 3 dollari mensili a utente (fino a 1.000 utenti attivi ), 2 dollari a utente da 1.001 a 10mila consumatori oppure un solo dollaro a utente per le aziende che ne prevedano l’uso per oltre diecimila utenti al mese. Niente, se si considera che Slack, dal valore stimato di circa 4 miliardi di dollari, ha una versione standard da 6,67 dollari a persona. Nessun costo invece per le no profit e per le istituzioni attive nell’educational.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 03:00