La verità di Yahoo! non viene a galla

Le bugie hanno le gambe corte e in casa Yahoo! lo sanno bene.

Nell’occhio del ciclone, da quando quest’estate avevano celato ai loro utenti un mega attacco hacker, colpevole di aver violato mezzo miliardo di account e in preda a una delicata fase di vendita a Verizon, il colosso informatico è tornato a far parlare di sé.

Centinaia di milioni di mail sul portale sono state infatti messe a disposizione di Fbi e National Security Agency (Nsa), l’agenzia di sicurezza americana, dopo essere state scannerizzate di nascosto dagli utenti, grazie ad un software elaborato dallo stesso gigante informatico, per leggere, scansionare e copiare la posta elettronica in base a specifiche informazioni ricevute dai Servizi segreti di Washington.

Come non è chiaro se nell’inchiesta siano stati coinvolti altri provider, non è tantomeno stato rivelato quale genere di informazioni stesse cercando l’intelligence americana. L’unico dato certo è che la richiesta è arrivata a Yahoo! per la ricerca di una serie di “caratteristiche specifiche” che, secondo quanto spiega la fonte, potrebbe essere una frase sospetta in una mail piuttosto che in un allegato.

La società informatica californiana si sarebbe invece opposta a consentire l’accesso alle email già immagazzinate o allo scanner di alcuni account in tempo reale. Lo rivela un’inchiesta dell’agenzia Reuters iniziata dopo una soffiata arrivata da due ex dipendenti e da una terza persona, secondo cui il presidente, Marissa Mayer (nella foto), avrebbe solo rispettato una direttiva del governo americano. Obbedendo alle richieste degli 007, la Mayer avrebbe causato anche diversi contrasti interni, andando contro il volere di alcuni top manager, tra cui il capo della sicurezza informatica Alex Stamos, che nel 2015 si sarebbe per questa ragione dimesso per poi approdare a Facebook.

Si tratterebbe della prima evidenza di un’accettazione da parte di una grande azienda web, di una sorveglianza massiva totale su tutti i messaggi in arrivo, allegati compresi, e non di una ricerca limitata ad un piccolo numero di specifici account. Immediata la reazione della talpa del Datagate, Edward Snowden, che ha invitato su Twitter tutti gli utenti Yahoo! a chiudere immediatamente i loro account: “Usi Yahoo!? Loro controllano segretamente tutto quello che scrivi molto al di là di ciò che la legge richiede. Chiudi il tuo account oggi”.

La società californiana, pur rifiutandosi di dare ulteriori spiegazioni, ha invece precisato all’agenzia Reuters che “Yahoo! è una compagnia rispettosa della legge e degli Stati Uniti”.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 03:00