“Medicina a Km 0”
Ospite di “Medicina a Km 0” è il microbiologo e senatore Andrea Crisanti, che insieme ad altri sette senatori è firmatario di un’interrogazione rivolta al ministro Orazio Schillaci, con la quale chiedono di sollevare dall’incarico di direttore generale della Asl Roma 5 il dottor Giorgio Giulio Santonocito a seguito del rogo all’ospedale San Giovanni Evangelista avvenuto lo scorso 8 dicembre, che è costato la vita a tre pazienti e la conseguente chiusura della struttura, e che ha coinvolto 200 ricoverati evacuati grazie al solerte intervento dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari accorsi e dei Vigili del fuoco. Santonocito, che da quella notte si trincera dietro il silenzio perché, fa sapere, le indagini sono ancora in corso, non accenna a lasciare la sua poltrona.
“Non si tratta di fuoco amico ‒ chiosa il professore ‒ se sai lavorare bene ricopri certi ruoli, se non sei in grado te ne vai e non importa chi ti ha messo lì”. Il senatore Crisanti, come chiarisce nel video all’interno dell’articolo, spiega che una vasta zona come la Valle Tiburtina merita un luogo di cura all’altezza e non uno che è stato definito come l’ottavo ospedale peggiore d’Italia. Il San Giovanni Evangelista è un Dea che copre un’area che va dai confini dell’Abruzzo a Frosinone, per un totale di settanta paesi. Gravissimo, secondo il professore, pensare che sono dovute morire tre persone ed evacuare in fretta tutti gli altri pazienti ricoverati, anche in braccio, grazie alla solerzia del personale sanitario che si è precipitato nel cuore di quella notte infernale dell’Immacolata pur di essere d’aiuto. Ci voleva una tragedia per dover sollevare l’attenzione su questo ospedale che il senatore dice essere senza una guida sicura e all’altezza?
Grave, ha tuonato il professor Crisanti, che “agli operatori sanitari che quella notte hanno salvato la vita a tutti i pazienti ricoverati, non sia stato dato un encomio, un riconoscimento”.
Crisanti aveva già mostrato un certo interesse lo scorso maggio sul potere di scelta dei direttori generali, sollevando un polverone per togliere dalle mani delle Regioni e dai partiti di maggioranza la nomina dei direttori generali delle Asl, aggiungendo una raccolta firme a supporto del ddl.
“Se andiamo a scorrere l’elenco degli attuali Dg di Asl e aziende ospedaliere scopriamo che c’è un carosello di nomi che da anni passano da azienda ad azienda, mentre con il nostro disegno di legge dopo due mandati si decade dall’incarico anche se si cambia regione ‒ ha aggiunto ‒ Non c’è una selezione in base alle competenze, si è sempre andati avanti con gli amici degli amici”.
Di questo disegno di legge proponiamo un paio di passaggi salienti, che sembrano calzare a pennello per il caso Tivoli: “Le scelte relative alla selezione degli organi di vertice ‒ direttori generali, direttori amministrativi, direttori sanitari ‒ devono mantenere, pur nella garanzia della necessaria indipendenza dall’autorità politica, un legame con la comunità territoriale in cui ha sede l’azienda o l’ente del Servizio sanitario nazionale per cui si procede”. E continua: “La disciplina dei procedimenti di nomina degli organi direttivi di aziende ed enti del Ssn è, in questo quadro, uno snodo essenziale per la garanzia della piena funzionalità del sistema e dunque, in ultima analisi, della qualità delle cure”.
Aggiornato il 19 gennaio 2024 alle ore 15:41