Trovato il terzo covo di Matteo Messina Denaro

È stato scoperto il terzo covo di Matteo Messina Denaro. Si tratta di un appartamento che si trova sempre a Campobello di Mazara, il paese cui sono stati individuati gli altri due rifugi del capomafia. Il terzo covo è stato perquisito dalla Polizia. Secondo quanto si apprende è vuoto. L’appartamento è in vendita. Gli inquirenti stanno accertando chi sia il proprietario. Intanto, il boss ha rinunciato a essere presente in videoconferenza dal carcere dell’Aquila. Doveva collegarsi con l’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta dove si sta svolgendo il processo in cui è imputato come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio. È quanto ha comunicato il presidente della Corte d’Assise d’appello. Il capo avrebbe rinunciato a causa della sua prima seduta di chemioterapia a cui viene sottoposto in queste ore all’interno dell’istituto penitenziario. A quanto si apprende da fonti informate, sarebbe stata allestita un’apposita stanza non molto distante dalla sua cella dove Messina Denaro si sottopone alle cure. Al momento non c’è certezza, in virtù di questa necessità medica, su quali saranno le intenzioni del capo di Cosa nostra in merito all’eventuale sua partecipazione alle prossime udienze del processo. Successivamente si è saputo che la prima seduta di chemioterapia è saltata, mentre era tutto pronto nella stanza che è stata allestita di fronte alla sua cella in modo da limitare i contatti potenziali con altri riservati. All’ultimo momento il capo avrebbe richiesto un ulteriore intervento del medico. In carcere è quindi tornato il professor Luciano Mutti, primario del reparto a gestione universitaria dell’ospedale dell’Aquila, che lo ha visto oggi per la seconda volta. Secondo quanto si è appreso, sono ancora in corso di approfondimento da parte dei medici del reparto di oncologia dell’ospedale dell'Aquila le valutazioni di documentazione medica in possesso del paziente, risultati di nuovi esami e ulteriori verifiche per stabilire, a questo punto, quando effettuare la somministrazione di chemioterapia. L’udienza è stata rinviata al 9 marzo “per consentire al difensore di essere presente”. Lo ha deciso il presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, dopo che il capo ha deciso di non assistere all’udienza in videoconferenza dal carcere de L’Aquila. Uno dei due difensori d’ufficio del capo, l’avvocato Salvatore Baglio, ha comunicato di aver ricevuto una delega orale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro, la nipote Lorenza Guttadauro, ed ha chiesto i termini a difesa.

Il procuratore generale Patti: “Speriamo tutti che Messina Denaro collabori”
“Che collabori lo speriamo tutti, ma nessuno di noi può saperlo. È depositario di conoscenze sulla stagione stragista del ’92 e ’94 ancora oggi non sondate e sconosciute da altri collaboratori”. È quanto ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Antonino Patti, al termine dell’udienza del processo a Matteo Messina Denaro, come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio, che si celebra davanti alla Corte d'assise d'appello a Caltanissetta. Il procedimento è stato rinviato al 9 marzo per consentire all’avvocato di fiducia dell’imputato, Lorenza Guttadauro, di essere presente.

Sequestrata la casa della madre di Andrea Bonafede
È stata posta sotto sequestro la casa di proprietà della mamma di Andrea Bonafede, l’alias utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. La casa si trova all’angolo tra la via Marsala e la via Cusmano a Campobello di Mazara. L’appartamento a pian terreno ha due ingressi. Da tempo però la casa è disabitata. La mamma di Bonafede vive nella casa di Tre Fontane insieme a una delle sue figlie.

 L’autista del boss in clinica: “Non sapevo fosse Messina Denaro”
“Non sapevo che fosse Matteo Messina Denaro, solo un pazzo avrebbe potuto accompagnarlo sapendo che si trattava del boss”. Si è difeso così Giovanni Luppino, l’autista del super latitante arrestato lunedì scorso a Palermo mentre lo accompagnava alla clinica la Maddalena. Lo ha detto il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Ferro, al termine dell’udienza di convalida davanti al Gip che si è svolta nel carcere Pagliarelli. Luppino, 59 anni, commerciante di olive, ha sostenuto di non conoscere Messina Denaro, che gli era stato presentato come cognato di Andrea Bonafede, e di aveva accompagnato perché doveva sottoporsi alla chemioterapia. Luppino, assistito dal suo legale Giuseppe Ferro, davanti al Gip si è difeso sostenendo di non sapere che l’uomo che stava accompagnando fosse Matteo Messina Denaro. Il Gip Fabio Pilato ha convalidato l’arresto in flagranza di Giovanni Luppino e si è riservato di decidere sulla richiesta di custodia cautelare in carcere. Luppino risponde di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso. 

Legale medico: chiarirà quando sarà interrogato
“Il mio assistito è fiducioso nella magistratura e nelle forze dell’ordine affinché si accerti la verità. L’atteggiamento del dottor Tumbarello non credo possa essere diverso da chi intende dare chiarimenti che può e che è in condizioni di dare”. È quanto dice l’avvocato Giuseppe Pantaleo, nominato difensore di fiducia da parte di Alfonso Tumbarello.

Aggiornato il 19 gennaio 2023 alle ore 19:08