Le Aree Marine Protette, la pesca tracciata, tutelata e le sinergie innovative

Il 12 gennaio a Roma, si è svolto l’incontro, organizzato da Marevivo Onlus e Wwf Italia, intitolato “Valore Natura”, per analizzare il presente e il futuro delle Aree Marine Protette, strumenti fondamentali per la salvaguardia di tutto l’ecosistema. Il nostro sistema nazionale delle Aree Marine Protette e di Rete Natura 2000 a mare, frammentato e poco valorizzato, è oppresso da problemi gestionali da tempo non risolti. Nel quadro delle aree protette, quelle a mare costituiscono una sorta di “Serie B” rispetto ai Parchi Nazionali o Statali e i problemi giuridici non risolti portano problemi gestionali in termini di efficienza ed efficacia del sistema. L’uscita dalla “Serie B” delle Aree Marine Protette costituisce il presupposto necessario per raggiungere nel 2030 gli obiettivi di tutela fissati a livello europeo e nazionale.

Hanno aperto i lavori, Rosalba Giugni, presidente di Marevivo Onlus, Luciano Di Tizio, presidente di Wwf Italia e Nicola Carlone, Comandante generale delle Capitanerie di Porto e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, con il suo autorevole intervento, ha concluso la prima parte dei lavori. Successivamente sono intervenuti Nello Musumeci, ministro della Protezione civile e delle Politiche del Mare e Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura e Turismo del Senato.

Chiedo subito al Ministro di fare sua una proposta per noi estremamente importate: i decreti attuativi della Legge Salvamare. Con i decreti attuativi, la legge diventa operativa e possiamo procedere a concretizzare l’essenza di tale legge. Nel nostro Paese abbiamo 29 aeree marine protette ma necessitano di ulteriore programmazione e fondi, con dei direttori che devono essere super consapevoli della loro gestione e con l’opportunità di poter assumere un team autorevole per promuovere un nuovo turismo consapevole e sostenibile. Le Aree Marine hanno un ruolo importantissimo nella nostra contemporaneità poiché consentono di fare una catalogazione della fauna e della flora marina. L’Italia è al centro del Mediterraneo e possiamo divenire una realtà istituzionale che produca uno stimolo virtuoso di crescita sostenibile, nonché rete di informazione per tutto il Mediterraneo. Anche il tema della sorveglianza è importantissimo nelle Aree Marine ed è chiaro che le Capitanerie di Porto non possono fare tutto e allora pensiamo a nuove figure che ben formate vadano ad intensificare i controlli. Infine, una proposta che ritengo importante: dobbiamo creare un’agenzia per le aree marine e i parchi marini protetti per poter gestire con la dovuta attenzione tali patrimoni”, ha ribadito Rosalba Giugni, presidente di Marevivo Onlus, raccogliendo la determinazione del ministro Nello Musumeci di presentare la tematica dei decreti attuativi alla Legge Salvamare nel corso del prossimo Consiglio dei ministri. Nel tentativo di comprendere l’esigenza operativa di una sorta di Agenzia per aree marine, i lavori hanno affrontato anche le probabili sinergie che le Aree Marine Protette possono sviluppare con gli altri ambiti dell’economia del mare, in particolare, la filiera ittica, la ricerca accademica e il turismo costiero e balneare. Una particolare attenzione è stata rivolta anche all’innovazione nel mondo della pesca e alla differenza sostanziale tra la pesca a strascico, di carattere industriale, da quella artigianale, condotta dai pescatori locali, che vivono il territorio e che possono divenire validi alleati nella tutela della biodiversità marina.

In tale ottica, l’innovazione della filiera ittica sostenibile diviene un percorso da sviluppare anche per le Aree Marine Protette che possono monitorare e controllare cosa accade nelle acque attorno alle aree protette, consentendo di aumentare la capacità di monitoraggio della fauna marina e di mappare e controllare lo stato di salute delle acque. Ai lavori ha partecipato anche Franz Martinelli, presidente di Gi.&Me Association, che assieme all’associazione Slow Food Tebourba è tra i referenti, per la Tunisia, del progetto Surefish, che mira a promuovere il pescato del Mediterraneo, garantendo tracciabilità e autenticità attraverso l’implementazione di soluzioni innovative. Un progetto che vede il coordinamento dell’Italia con Enco Srl e l’Università degli Studi di Napoli Federico II insieme ad altri enti di quattro Paesi: Egitto, Libano, Spagna, Tunisia.  Al centro dell’idea progettuale c’è la valorizzazione e la tutela della pesca, in particolare per acciuga, cernia, tilapia e tonno rosso, con la finalità di garantire la tracciabilità del prodotto ittico nel Mediterraneo e per combattere la pesca illegale. La divulgazione dei pilastri strategici del progetto diviene utile anche alle realtà delle Aree Marine Protette in quanto generatore di dati sulla biodiversità ittica e la salute del pescato, consentendo di monitorare anche cosa accade lungo il perimetro delle aree protette e incentivando l’innovazione del settore per gli stessi operatori locali e per i consumatori che sono sempre più attenti alla sostenibilità e alla tracciabilità dei prodotti provenienti dal mare e dal suo delicato ecosistema.

Aggiornato il 16 gennaio 2023 alle ore 09:54